Il 24 marzo, a pochi giorni dalla giornata internazionale della sindrome di Down, il ramen bar di Luca Catalfamo ospita i ragazzi di Locanda alla Mano, protagonisti in cucina e sala per un giorno. Ma sono tanti i progetti di ristorazione e ospitalità che dimostrano l’importanza dell’inclusione sociale. E il suo successo.
Disabilità e inclusione. Perché funziona
C’è chi ha creduto nella bontà del progetto in tempi non sospetti, come la Trattoria degli Amici di Roma, che la Comunità di Sant’Egidio inaugurava oltre 20 anni fa nel cuore di Trastevere, puntando sul lavoro dei ragazzi con disabilità e sul valore dell’inclusione sociale: nel 2017 l’esperienza è stata esportata anche all’estero, ad Anversa, dove l’associazione ha fondato l’Amici Coffee & Books, analogamente gestito da ragazzi con la sindrome di Down. Nel frattempo le iniziative che scommettono sulla formazione e l’inserimento al lavoro delle persone down si sono moltiplicate, e molte riguardano la ristorazione, con progetti che stimolano la condivisione di obiettivi comuni, il rafforzamento dell’autonomia di ognuno e l’attitudine alla manualità e al rapporto col pubblico (e l’Aipd, l’Associazione Italiana Persone Down, fondata nel 1979, favorisce il percorso, con un Servizio di Inserimento Lavorativo mirato).
Dall’Albergo Etico a 21 Grammi, all’Enoteca di Lessona
Ecco perché non stupiscono i successi di progetti come l’Albergo Etico di Asti - e il suo ristorante di riferimento, Tacabanda - hotel gestito da personale con sindrome di down, che solo qualche giorno fa è approdato anche in Argentina, a Villa Carlos Paz (Cordoba), dove è partito un programma di formazione che coinvolge alcuni ragazzi per insegnare loro l’accoglienza dell’ospite e il servizio di sala. L’idea in fieri? Costituire una rete di alberghi e attività sotto il marchio Albergo Etico: a settembre 2018, il progetto arriverà a Roma, in piazza del Popolo, con l’inaugurazione di una filiale romana esemplata sul modello di Alba (ne riparleremo). Ma c’è pure l’esempio del bar 21 Grammi di Brescia, aperto nel 2016 per restituire ai ragazzi con disabilità pari diritti, in primis quello al lavoro, con il sostegno dell’associazione Big Bang e la collaborazione dell’Istituto Alberghiero Andrea Mantegna. E ancora, sempre in Piemonte, il progetto per il rilancio dell’Enoteca regionale della Serra, a Lessona (Biella), fondata nel 1981 e oggi ripensata con la partecipazione di 6 ragazzi con sindrome di down riuniti nella cooperativa Porte Aperte, che dalla fine di dicembre scorso gestiscono in autonomia il bar, il ristorante, l’enoteca, lo spazio destinato a incontri culturali, impegnati in tutti i settori, dalla vendita del vino alla cucina. Mentre in Calabria, nell’ex Convento di Belvedere Marittimo (Cosenza), la cucina di Sapori e Saperi, che impiega ragazzi disagiati e persone con disabilità, ha conquistato di recente un gambero sulla guida del Gambero Rosso, per l’autenticità e la serietà della sua proposta. E il “gioco” si fa ancora più bello quando un unico progetto condensa più storie meritevoli di essere raccontate, come La Tela di Rescaldina, a Milano, ristorante e centro di aggregazione che punta su progetti di inserimento professionale in uno spazio confiscato alla mafia: l’idea nasce alla fine del 2015, e oggi l’Osteria Sociale del buon essere, come si chiama l’attività di ristorazione, utilizza prodotti da filiera equo solidale e biologici, mentre i ragazzi mettono in campo tutte le competenze acquistate nel tempo. Il 21 marzo, in tutto il mondo, si è celebrata la Giornata Internazionale della Sindrome di Down: 21, come il cromosoma alterato che nel corredo genetico comporta la Sindrome di Down.
La Locanda in Casa. Il pranzo da Casa Ramen Super
E a Milano sarà Casa Ramen Super a ospitare un nuovo progetto di sensibilizzazione sul tema, in collaborazione con i ragazzi di Locanda alla Mano, inaugurata nel 2013 davanti al Parco Sempione: “Locanda alla Mano, un’iniziativa di Cooperativa Conté patrocinata dall’Assessorato alle Politiche Sociali di Milano e sostenuta da Repower, è un progetto di integrazione lavorativa e formazione: dedicato a giovani con disabilità, concilia buona cucina e solidarietà e vuole proporre un esempio di “buona prassi” per garantire la possibilità di uno sbocco professionale a persone con disabilità, affinché possano inserirsi in un contesto sociale che li renda parte attiva”, recita il manifesto della casa. E in via Ugo Bassi, nel tempio dei ramen di Isola di Luca Catalfamo, la collaborazione prenderà forma sabato 24 marzo, durante il servizio del pranzo, quando in cucina e tra i tavoli si muoveranno quattro ragazzi della Locanda, alle prese con noodles fatti a mano e brodi corroboranti. Un’opportunità in più per scoprire che parlare di inclusione sociale non significa solo spendere tante buone parole: le scommesse vinte sono molte, e le sinergie possibili infinite.
Casa Ramen Super - Milano - via U. Bassi, 26 - 0283529210 - www.casaramensuper.com
a cura di Livia Montagnoli