Come ogni anno la Guida Vini d'Italia del Gambero Rosso assegna 9 targhe ad aziende vitivinicole che si sono distinte in alcune categorie. Il Rosso, il Bianco, il Dolce e le Bollicine dell'Anno, la Cantina dell'Anno e quella emergente, il viticoltore dell'Anno...
Ed eccoli i 9 premi speciali di Vini d’Italia 2016. Al termine di mesi e mesi di viaggi e assaggi ecco i vini, le aziende e i personaggi che ci hanno colpito di più e che vogliamo illuminare con un fascio di luce più forte...
Rosso dell’Anno
Etna Rosso V. Barbagalli 2012 – Pietradolce
Vino di straordinaria complessità e finezza, il Vigna Barbagalli '12 è sfaccettato e profondo al naso, dove si alternano frutti rossi, mineralità, spezie, tabacco e sentori balsamici; lunghissima e nitida la bocca, in cui il frutto ritorna nel lungo finale in tutta la sua elegante sensualità.
Bianco dell’Anno
Altra performance invidiabile di tutta la parata ma soprattutto del Friulano ’14, che ha riconquistato i Tre Bicchieri e insieme il premio di Bianco dell'Anno, in virtù degli univoci apprezzamenti in entrambe le sedute di selezione. Ricco, complesso e armonico sia all’olfatto sia al palato, regala suggestioni di frutta matura, miele chiaro e fieno fiorito...
Quarantesimo Tre Bicchieri in carriera a Ca’ del Bosco con uno straordinario Dosage Zéro Noir Riserva ’06 della linea Vintage Collection. Oltre otto anni di maturazione sui lieviti regalano a questo Blanc de Noirs una profondità e una complessità straordinarie, che ne fanno un riferimento qualitativo assoluto. Una prestazione magistrale che gli fa valere il premio di Bollicine dell'Anno.
Ha un colore dorato brillante e l’ampiezza del bagaglio olfattivo è sorprendente: apre sulle note della pesca e dell’albicocca per virare poi su nuance floreali, di timo, e infine sulla frutta secca. Al palato concentrazione di frutto, dolcezza, ma soprattutto freschezza e grandissima eleganza. Da non perdere.
Cantina dell’anno
Marilisa e Franco Allegrini hanno saputo portare l’azienda fondata da papà Giovanni a essere una delle punte di diamante dell’enologia nazionale, sviluppandosi ben oltre i confini regionali e al tempo stesso rimanendo fortemente legata al territorio d’origine. Sono più di cento ormai gli ettari di vigneto in Valpolicella, distribuiti lungo i pendii meglio esposti della denominazione, rifuggendo dai fondovalle e, anzi, inseguendo la freschezza che solo l’alta collina può donare, per una produzione solida e di grande integrità.
La Falanghina Svelato con l’annata 2014 si aggiudica di prepotenza i Tre Bicchieri e il premio per il Miglior Rapporto Qualità Prezzo e si avvia a diventare un classico non solo del territorio ma dell’enologia campana. Ha un colore paglierino verdolino brillante, naso intenso e ricco che richiama la rosa, il frutto giallo, le spezie e la vaniglia. Al palato è ampia, prorompente e chiude lunga, fresca e vitale su suggestioni agrumate.
Viticoltore dell’anno
Giulio Grasso, Ca’ del Baio
Giulio Grasso è un autentico viticoltore, un uomo che vive i ritmi della natura, della campagna, praticamente in simbiosi con le sue vigne. Se la sua produzione spazia dai vini bianchi ai rossi del territorio, sono però i sui Barbaresco dei cru Pora, Asili e Vallegrande i vino che lo rappresentano fino in fondo. Lui ma soprattutto il suo legame con la terra. E questi valori Giulio li sta trasmettendo alle figlie Paola, Valentina e Federica che lo affiancano in azienda.
La cantina di Michele Scienza è stata la rivelazione dell’anno a Bolgheri, con una batteria di vini che va dal molto buono all’eccellente. I diciassette ettari di vigna sono coltivati con cura maniacale per qualità e sostenibilità, mentre in cantina il lavoro è sostanzialmente artigianale e poco invasivo. Le varietà allevate sono diverse, alcune in rappresentanza della tradizione mediterranea e caucasica. Una specie di “collezione”, dominata comunque dalle classiche uve bolgheresi.
Manincor
Sophie e Michael Goëss-Enzemberg conducono l’azienda di famiglia a Caldaro, cinquanta ettari di proprietà suddivisi in cinque poderi condotti seguendo i dettami dell’agricoltura biodinamica, con la vigile e precisa collaborazione con Helmut Zozin. Tutto gravita attorno al concetto di qualità, non solo da intendersi come qualità organolettica dei vini, peraltro ineccepibile, ma anche come qualità e rispetto per l’ambiente, tanto in campagna quanto all’interno della bella cantina che si sviluppa sotto ai vigneti.