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Avanzi popolo, il progetto contro lo spreco alimentare in Puglia

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Per far fronte all'annosa questione dello spreco alimentare, in Puglia nasce Avanzi popolo, iniziativa all'insegna del recupero delle eccedenze, con market solidali, laboratori e una squadra di volontari pronti a ridistribuire gli avanzi di matrimoni e banchetti.

L'idea

Quattro amici con la passione per il buon cibo che si incontrano al bar, chiacchierano, e cercano un modo per ridurre lo spreco e recuperare gli avanzi in maniera intelligente. L'idea semplice ma efficace di Antonio Scotti e i suoi tre soci nasce quasi per caso un anno fa, ma ben presto diventa un vero caso in Puglia, tanto da raccogliere il favore di altre centinaia di persone. Creando così le giuste sinergie per un lavoro di squadra finalizzato a ridistribuire le eccedenze alimentari fra le famiglie che ne hanno più bisogno. Si chiama Avanzi popolo, ed è un progetto promosso dall'associazione Farina 080, che comprende, fra le diverse iniziative, la creazione di un market solidale alla masseria Montalbano a Fasano, Comune in provincia di Brindisi.

I progetti

Ma non finisce qui: tutti gli avanzi del buffet del convegno medico al Castello Svevo, dalla pizza ai biscotti, fino ad arrivare ai bignè sono stati destinati all'istituto delle Figlie di Maria ausiliatrice di San Girolamo, in provincia di Bari. Da un matrimonio, invece, sono state recuperate 15 teglie di antipasti, primi e secondi, consegnate allo sportello Caritas della parrocchia di San Sabino al rione Madonnella. “Il nostro è un lavoro di comunità per mettere in contatto i luoghi del bisogno e i luoghi dello spreco in ottica chilometro zero”, racconta Scotti. E aggiunge: “In un'ora o poco più siamo in grado di far arrivare il cibo avanzato a chi lo consuma”. Un gruppo compatto e coeso, pronto a entrare in azione ogni qual volta ce ne è bisogno in tutta la provincia di Bari e non solo. Solo nel 2017, i volontari sono intervenuti per salvare le eccedenze di 22 banchetti matrimoniali e 10 convegni. Occasioni di festa e celebrazioni in cui l'abbondanza della tavola non è mai troppa, e così anche la quantità di cibo diventa sempre superiore ai bisogni. A entrare nella rete solidale sono state, poi, anche 43 imprese di produzione, trasformazione, distribuzione e ristorazione, che hanno scelto di donare i prodotti in scadenza o avanzati alla chiusura del negozio e alla fine del catering.

Come funziona

Contattiamo le realtà del territorio, dalle mense dei poveri alla Caritas, per accordarci con loro”. Se il pranzo è di mattina, per esempio, i volontari arrivano alla fine della festa e prendono tutto ciò che il ristorante ha conservato e imballato. “E le associazioni pensano a ridistribuirlo alle famiglie o alle mense. A volte è stato possibile organizzare pranzi per i migranti ospiti dei centri di accoglienza e con loro si è brindato agli sposi: una seconda festa”. In tutto lo scorso anno, sono state ben 97 le azioni di recupero, per un totale di 6985 chili di cibo. “Quando una coppia di giovani sposi ci contatta, inviamo al responsabile della sala ricevimento una scheda analitica con le indicazioni sulla conservazione del cibo”. In questo modo, le varie pietanze, sotto la sorveglianza dei camerieri, possono essere spedite ai più bisognosi. Piatti di ogni tipo rimasti sul tavolo del buffet o in cucina, tranne carne e pesce crudi.

Eccedenze agricole e educazione alimentare

I volontari anti-spreco si sono, inoltre, improvvisati contadini partecipando alla raccolta delle eccedenze agricole, per lo più verdure e ortaggi avanti con la maturazione che avrebbero rischiato di non essere raccolti. In un campo a Japigia, per esempio, in tre ore sono stati raccolti 4 quintali di pomodori maturi e regalati a 70 famiglie in difficoltà economiche. Lo scopo del progetto non si limita, però, alla redistribuzione del cibo in più, ma punta all'educazione dei consumatori. Con questo obiettivo, nell'istituto scolastico Gabelli di Santo Spirito sono partite una serie di laboratori e lezioni circa il consumo consapevole. Spazio, poi, ai frigoriferi solidali – 7 in tutto - realizzati con il supporto di altre associazioni e sistemati in parrocchie e locali aperti al pubblico, dove finiscono latte, verdure, frutta e uova in scadenza donate da commercianti e cittadini.

a cura di Michela Becchi


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