Il quartier generale della comunità italo-americana a New York deve la sua celebrità al cinema e alla storia dei primi italiani emigrati all'inizio del Novecento, che Mulberry street tramanda nel tempo. Proprio all'inizio del secolo apriva la cucina napoletana di Angelo's, ora bruciato in un incendio.
Little Italy. Dove sono gli italiani?
Little Italy è sempre più piccola, e non molto italiana. È questa la sentenza con cui il New York Times bolla la trasformazione che negli ultimi anni ha interessato il quartier generale degli espatriati italiani più celebre nel mondo, memoria storica del fenomeno migratorio che nei primi decenni del Novecento portò tanti connazionali dall'altra parte dell'oceano Atlantico. Little Italy come condensato di italianità, finanche nelle sue derivazioni più folcloristiche tramandate dal cinema americano, e imprescindibile tappa di un tour alla scoperta delle molteplici anime di New York. Eppure a Little Italy molto è cambiato, si rammarica il Times barcamenandosi tra un negozio cinese di articoli per la casa e un take away vietnamita. Chi è in cerca della suggestione del luogo continua a trovarla varcando la soglia di Mulberry Street, sotto l'insegna luminosa che fa da cornice alle foto ricordo dei turisti che si affollano tra un tovagliato a quadretti e qualche negozietto di souvenir. Ma la realtà di Little Italy, un tempo popolata da migliaia di italiani di prima e seconde generazioni (la storia è tutta raccontata all'Italian American Museum), è un'altra: il quartiere si è progressivamente ristretto fino a comprendere solo tre isolati lungo la via principale, molte delle proprietà sono passate nelle mani di grandi agenzie immobiliari, i pronipoti degli italo-americani di un tempo traslocano lasciando spazio a nuovi inquilini. E l'identità culturale del meticciato italo-americano si perde irrimediabilmente per strada, almeno qui a Manhattan perché in altri quartieri (Brooklyn ad esempio) le Little Italy esistono e resistono. Ma cosa ha scatenato l'amara riflessione del Nyt?
Angelo's. A fuoco il ristorante italiano più antico (?) di New York
Qualche giorno fa, nella notte di Mulberry Street è divampato un incendio: coinvolto nel rogo, che di fatto ne ha determinato la distruzione, il ristorante italiano Angelo's, in attività a Little Italy dal 1902. Un'insegna decisamente celebre in città, che proprio negli anni della grande ondata migratoria (gli storici delimitano il periodo tra il 1880 e gli anni Venti del XX secolo) inaugurava a New York per importare sul suolo straniero i sapori della cucina napoletana, a uso e consumo della numerosa comunità italiana che si stava radunando in città. Col tempo, poi, la tavola di Angelo's aveva attirato frequentatori illustri, immortalati da fotografi in cerca di celebrità: politici, artisti, attori, musicisti e grandi sportivi. Persino Ronald Reagan. Nell'incendio, che ha coinvolto l'intera palazzina storica di sei piani, sono rimaste ferite diverse persone, mentre il ristorante più longevo di Little Italy soccombeva sotto le fiamme, destinato a restare chiuso per mesi. Ora, nel quartiere, molti lo ricordano come la tavola italiana più autentica di Mulberry street, poco incline a cedere alle mode e sempre animata da personale italiano che a New York ha trascorso ormai più di 40 anni, ma non ha mai perso l'attaccamento alle proprie radici. Un posto del cuore per tanti italo-americani in arrivo persino da fuori città per mangiare alla tavola di Angelo's.
“Autenticità” italo-americana
In realtà, nel corso degli anni, il ristorante di cui è difficile ricostruire la storia degli inizi – anche la data di fondazione, ben impressa sull'insegna, potrebbe essere frutto di una mera operazione di marketing - era passato di mano più volte, e oggi vanta tra i proprietari Teresa Aprea, star del programma Real Housewife of New Jersey (giusto per insistere ancora un pelo sullo stereotipo italo-americano), che proprio a poche ore dal rogo si è pronunciata fiduciosa, ribadendo l'intenzione tornare in attività nel giro di 6 mesi. Così per 22 dollari gli affezionati clienti di Angelo's potranno tornare a ordinare un piatto di Rigatoni alla vodka o i Capellini Angelo con mozzarella, rucola e pomodoro; ma anche i più rassicuranti ravioli della nonna in salsa di pomodoro, un piatto di linguine con le vongole, orecchiette con cime di rapa. E ancora, dal compendio di cucina italiana regionale rivisitata in carta, coniglio piccantino con salsa al Madeira, pollo Portobello con funghi shitake e salsa allo champagne, scaloppine di vitello con piselli e prosciutto, scungilli con salsa piccante e gamberi alla Fradiavolo. Senza dimenticare di portare a casa con sé un barattolo di salsa di pomodoro alla braciola napoletana, cotta “in casa” per tre ore e poi confezionata a marchio Angelo's sauces, perfetta con cannelloni, gnocchi e rigatoni.
Il bello e il buono (?) di Little Italy. Che di autentico, ormai, ha ben poco.
a cura di Livia Montagnoli