Oltre 150 etichette in degustazione per raccontare il Brunello di Montalcino 2013: un'annata dall'andamento climatico insolito che ha premiato chi ha saputo scegliere con attenzione il giusto momento per vendemmiare.
Sono i suggestivi Chiostri del Complesso di Sant’Agostino a fare da cornice all’edizione 2018 di Benvenuto Brunello. Dal 16 al 19 febbraio, i produttori presentano in anteprima alla stampa italiana ed estera e agli appassionati, il Brunello di Montalcino 2013, il Brunello di Montalcino Riserva 2012 e il Rosso di Montalcino 2016. Numeri da capogiro per la degustazione di venerdì 16 riservata ai giornalisti, con 135 aziende presenti e oltre 150 etichette di Brunello dell’annata 2013 in degustazione. Un millesimo interessante, anche se climaticamente un po’ incoerente e contraddittorio, ma si sa: a volte sono proprio i contrasti a creare i risultati più sorprendenti e affascinanti. Vediamo com’è andata.
Un vino dalla vocazione internazionale
Il successo del Brunello è soprattutto legato alla crescente richiesta dei mercati esteri. Nel 2017 il giro d’affari complessivo ha toccato i 180 milioni, in crescita rispetto ai 170 del 2016. Stabile l’export, con un dato ormai assestato attorno al 70% della produzione totale. Il mercato più importante continua a essere quello degli Stati Uniti, con oltre il 30%, poi l’Europa (20%), con in testa Germania e Svizzera. I mercati asiatici rappresentano complessivamente un 15%, il Canada 12%, il Centro e Sud America circa l’8% e il restante 15% è diviso sugli altri mercati. Stabile la produzione, con 9.010.369 di bottiglie di Brunello nel 2017 (0,65% in meno rispetto al 2016) e 4.617.384 di Rosso di Montalcino (-0,34%). Un dato molto incoraggiante, anche alla luce della recente approvazione della legge sull’enoturismo, è la crescita delle presenze in città. Quest’anno il numero di visitatori a Montalcino ha superato 1.500.000 presenze (+25% rispetto al 2016), con oltre 150 mila pernottamenti (+11%), a conferma di come il vino sia un valore importante per il territorio e possa trasformarsi in un volano per tutta l’economia legata al comparto del turismo.
Un Brunello sempre più sfaccettato
Il fascino di questo piccolo borgo in cima a una collina, non risiede solo nell’allure del suo grande vino, ma anche nello splendido paesaggio naturale, in cui la vite convive ancora in armonia con uliveti, seminativi e boschi. Se Montalcino è assolutamente unico, non si può dire lo stesso per quanto riguarda il Brunello: anche se la tradizione, così come in altre prestigiose denominazioni italiane, ha spesso privilegiato la produzione di un unico vino da vigne coltivate in zone differenti, da diversi anni si assiste a un progressivo incremento delle etichette provenienti da cru aziendali. La crescente consapevolezza della differenza e tipicità delle singole zone del terroir di Montalcino, sta spingendo verso una progressiva parcellizzazione, che regala al vino infinite sfaccettature. Un processo di valorizzazione delle peculiari espressioni dell’area, che dovrebbe approdare a una precisa zonazione e a una mappa dettagliata del territorio. Anche se stiamo parlando di una piccola area, di poco più di 2.000 ettari, siamo di fronte a un ambiente caratterizzato da una significativa variabilità pedo-climatica. I suoli si sono formati grazie a sedimentazioni di diverse ere geologiche e sono di composizione molto eterogenea: detriti alluvionali, marne argillo-calcaree, terreni ricchi di alberese o di galestro, arenarie e sabbie, zone calcaree o con tracce di tufi e altri materiali d’antica origine vulcanica. L’apparente omogeneità di Montalcino si frammenta ancor più in uno sfaccettato mosaico, se consideriamo come l’orografia del territorio incida sulle caratteristiche microclimatiche dei vari versanti, con esposizioni e altitudini molto diverse tra di loro. Senza scendere nei dettagli, possiamo rilevare come i lati nord e nord-est abbiano un clima più fresco e continentale, il versante esposto a sud-ovest quello più caldo e mediterraneo, mentre le vigne esposte a est, sud-est risentono di un clima ventilato e in parte della presenza del Monte Amiata, che svolge una funzione di protezione naturale verso sud.
L'annata 2013
Il 2013 è stato un millesimo dall’andamento insolito, ma nel complesso favorevole. Dopo un autunno piuttosto mite, l’inverno è cominciato all’insegna del freddo e di abbondanti precipitazioni. Il tempo perturbato ha caratterizzato anche i mesi primaverili e l’inizio dell’estate, causando un ritardo vegetativo. Il caldo si è fatto attendere e l’estate vera è cominciata solo verso la metà di luglio, con un agosto caratterizzato da bel tempo e notevoli escursioni termiche, che hanno favorito una maturazione delle uve con interessanti profili aromatici. La stagione è proseguita con tempo caldo per tutto settembre e solo a ottobre si è riscontrata una certa instabilità. La maturazione è partita lentamente e nonostante l’estate calda, l’iniziale ritardo vegetativo non sempre è stato pienamente colmato. In vendemmia si è riscontrato un buon equilibrio tra zuccheri e acidità, sostenuto da una maturazione fenolica adatta ad assecondare soprattutto le doti di finezza. Rispetto alle ultime annate piuttosto precoci, la 2013 è stata una vendemmia in stile “vintage”, che ha ricordato il periodo degli anni ’80 e ’90. Un’annata delicata da interpretare, che ha premiato chi ha saputo cogliere il giusto momento per vendemmiare, aspettando la completa maturazione delle uve, senza incappare nel peggioramento del clima di ottobre.
Il Brunello 2013
Secondo le valutazioni basate sulle analisi chimico-fisiche e organolettiche dei campioni, il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino ha premiato l’annata 2013 con 4 stelle, rispetto alle 5 della precedente. In realtà sarebbe più corretto parlare di annate con caratteristiche diverse, piuttosto che stabilire una semplificazione gerarchica, che rischia d’essere spesso fuorviante.
Dalla degustazione di Benvenuto Brunello è uscito un panorama molto interessante. Se l’anno scorso si è riscontrata una certa omogeneità e una qualità media molto buona, la selezione delle migliori etichette del 2013 è forse di livello ancora più elevato rispetto allo scorso anno. Dopo un 2012 dal carattere piuttosto caldo e mediterraneo, il 2013 ci ha regalato un Brunello dal profilo più vivace ed elegante. I vini del 2013 privilegiano la delicata freschezza degli aromi, la nitidezza, la profondità e la sfaccettata complessità, piuttosto che la ricchezza del frutto o l’ampiezza e la struttura. È un Brunello profumato e dal bouquet fragrante, con aromi di piccoli frutti a bacca rossa, lampone, ribes, sottobosco, spesso impreziosito da note floreali, cenni balsamici e di erbe officinali. Una buona componente tannica e la viva acidità ne fanno già intuire la bella longevità e un interessante potenziale d’evoluzione nel tempo. Tra gli oltre 150 campioni in degustazione, abbiamo scelto le 20 etichette che ci sono piaciute di più e che esprimono in modo più fedele l’annata, valorizzandone al meglio il carattere.
Brunello di Montalcino 2013 Madonna delle Grazie Il Marroneto
Brunello di Montalcino 2013 Le Chiuse di Sotto Gianni Brunelli
Brunello di Montalcino 2013 Origini La Fornace
Brunello di Montalcino 2013 Vigna Manapetra La Lecciaia
Brunello di Montalcino 2013 Vigna Fornace Le Ragnaie
Brunello di Montalcino 2013 Vigna Loreto Mastrojanni
Brunello di Montalcino 2013 Piombaia
Brunello di Montalcino 2013 Altero Poggio Antico
Brunello di Montalcino 2013 Poggio di Sotto
Brunello di Montalcino 2013 San Polo
Brunello di Montalcino 2013 Sasso di Sole
Brunello di Montalcino 2013 Tenuta Le Potazzine
Brunello di Montalcino 2013 Vigna del Fiore Barbi
Brunello di Montalcino 2013 Canalicchio di Sopra
Brunello di Montalcino 2013 Filo di Seta Castello Romitorio
Brunello di Montalcino 2013 Col di Lamo - Col di Lamo
Brunello di Montalcino 2013 Salvioni - La Cerbaiola
Brunello di Montalcino 2013 Cupano
Brunello di Montalcino 2013 Fuligni
Brunello di Montalcino 2013 Poggio Cerrino Tiezzi
a cura di Alessio Turazza