Continuano i progetti di McDonald’s, fra linee di hamburger “gourmet” e confezioni eco-sostenibili. Il colosso dei fast food riuscirà a (ri)conquistare la fiducia dei clienti? Intanto, l'iniziativa per il packaging riciclabile.
La voglia di rinnovarsi
Si fa sempre più controverso l'argomento McDonald’s, una delle multinazionali del cibo più solide al mondo che da anni sembra determinata a riconquistare la fiducia di una clientela sempre più esigente, attenta alla linea, alla salute e in generale più consapevole del ruolo di un'alimentazione corretta. Un colosso che, fra iniziative, progetti, nuovi format e piccole ma radicali modifiche, continua a voler cambiare pelle, reinventarsi, presentarsi sotto veste nuova con buoni (?) propositi. Un desiderio di riposizionarsi dettato dalla richiesta crescente dei consumatori dell'agognato binomio gusto/salute, un connubio che McDonald’s difficilmente è riuscito a garantire negli anni.
I molti esperimenti di McDonald's
È ormai pressoché impossibile citare tutti gli esperimenti messi in campo dall'azienda per far fronte ai nuovi bisogni del pubblico, da quel primo tentativo con Gualtiero Marchesi all’inaugurazione di Next, format di Hong Kong aperto all'inizio del 2016, più attento alla qualità degli ingredienti nel servire – oltre alla canonica carta di burger e patatine fritte – quinoa, insalate fresche, zuppe di verdure e dolci casalinghi. E poi ancora il progetto Create Your Taste, pensato per dare la possibilità al cliente di comporre l’hamburger a proprio piacimento attraverso macchine interattive touch screen, una delle svolte più considerevoli intraprese dall’azienda, che dopo tanti anni ha eliminato le solite proposte prestabilite, consentendo ai consumatori di scegliere quali ingredienti mangiare e quali no. È stato poi il tempo del Mc Cafè di Parigi di rue Rambuteau, un nuovo locale dall'offerta originale (caffè 100% arabica, tè, zuppe, macaron) che abbandona burger e fritti e lascia spazio alle proposte canoniche delle caffetterie estere, dal bagel con pastrami ai panini con salmone affumicato.
La selezione di Bastianich
Per non parlare dell'ultima mossa made in Italy, una delle più chiacchierate (e criticate), la selezione speciale firmata Joe Bastianich, il celebre giudice di Masterchef e grande imprenditore della ristorazione italo-statunitense che ha scelto le combinazioni di ingredienti per una gamma di panini nuova, una collezione proposta negli oltre 560 locali italiani della catena di fast food per i prossimi 3 anni. Una collaborazione che Bastianich sembra aver accettato per un ricordo affettivo che lo lega al gigante a stelle e strisce, e che lo ha spinto a dare una “seconda vita” agli hamburger: “Quando ero bambino vedevo l’insegna di McDonald’s dalla finestra di casa, nel Queens, dove ho assaggiato il mio primo hamburger, accompagnato da mia nonna Erminia perché mi ero comportato bene: essendo cresciuto in una famiglia di esuli istriani grazie agli hamburger riuscivo a sentirmi un po’ più americano”. Una decisione discutibile che sottolinea però, ancora una volta, gli intenti della catena di cambiare look.
Il nuovo packaging. All'insegna del riciclo
E parlando di veste nuova, anche il packaging, ora, è sotto la lente di ingrandimento dei responsabili del colosso. Perché se l'alimentazione sana cattura sempre più l'interesse del pubblico, tema altrettanto caldo del momento è quello del riciclo e della sostenibilità ambientale. Così, McDonald’s ha dichiarato all'agenzia di stampa britannica Reuters di voler rendere scatole, confezioni, bicchieri e bustine 100% biodegradabili e compostabili. Ci vorranno 7 anni per la trasformazione completa del packaging, e per la messa in opera di cestini appositi in ogni singola sede. Attualmente, circa la metà delle confezioni sono eco-friendly, e solamente il 10% dei 37mila store sparsi per il mondo mette a disposizione cestini per la raccolta differenziata. Una condizione che, stando alle dichiarazioni dell'azienda, dovrebbe cambiare entro il 2025. Sarà davvero così? E soprattutto, packaging a parte, a quando un miglioramento autentico della qualità degli ingredienti?
a cura di Michela Becchi