Apre al pubblico dal 10 gennaio il nuovo spazio di Gucci in piazza della Signoria. All'interno del Gucci Garden anche un ristorante da 35 coperti, a cura di Massimo Bottura, che affida la guida della cucina alla messicana Karime Lopez Kondo. Cosa si mangerà?
Affaccia su una delle piazze più celebri del mondo il trecentesco Palazzo della Mercanzia, antica sede del tribunale destinato a giudicare le cause dei mercanti fiorentini. Stretto tra Palazzo Gondi e Palazzo Vecchio, in piazza della Signoria, da oggi nell'edificio si insedia il Gucci Garden, l'ultimo progetto firmato dal mitologico direttore creativo Alessandro Michele che rinnova i locali di proprietà della maison fiorentina, finora adibiti a museo, accostando un moderno spazio museale (a cura di Maria Luisa Frisa, al primo e secondo piano), una boutique, l'archivio Gucci e un piccolo ristorante al pian terreno destinato a far molto parlare di sé. Se il palcoscenico è quello delle grandi occasioni, infatti, la maison non ha certo perso l'opportunità per alzare la posta in gioco, assoldando Massimo Bottura– legato da una profonda amicizia di vecchia data a Marco Bizzarri, amministratore delegato - che ha sposato la causa supervisionando l'offerta gastronomica del ristorante, la Gucci Osteria da Massimo Bottura.
La cucina di Ana Karime Lopez Kondo. Chianina, tortellini, tacos e bun
Ma lo chef modenese, lungi dal curare una mera consulenza, ha fatto di più, spinto dalla lucidità di visione che riconosce alla maison: “Sa perché adoro Gucci? Perché stanno facendo esattamente quello che faccio io in cucina. Guardano al passato in una chiave non nostalgica. Prendono il meglio di ciò che c’era ieri e lo proiettano nel futuro con capacità critica” ha rivelato Bottura a Vogue Italia. E così in cucina ci sarà Ana Karime Lopez Kondo, chef messicana con lunghi trascorsi al Central di Lima accanto a Virgilio Martinez (e prima ancora in giro per le migliori cucine del mondo, dal Pujol di Città del Messico al Mugaritz di San Sebastian, al Noma, passando per il Giappone di Seiji Yamamoto da Ryugin, a Tokyo) e moglie di Taka Kondo, sous chef della Francescana. Il ristorante, 35 coperti e un dehors su piazza, sarà aperto al pubblico dal 10 gennaio, in concomitanza con l'apertura di Pitti Uomo, giocando con la commistione tra generi e suggestioni gastronomiche prese in prestito da tutto il mondo: "Viaggiando per il mondo, la nostra cucina interagisce con tutto quello che vediamo, sentiamo e gustiamo. Aguzziamo gli occhi, sempre alla ricerca della prossima e inaspettata scoperta", il commento di Bottura. A ricordare lo spirito cosmopolita della città, cui il ristorante vuole rendere omaggio, i versi del canto carnascialesco la Canzona de' sette pianeti campeggiano in lettere dorate sulle pareti dell'Osteria.
E la chiave di volta dell'operazione si preannuncia proprio la voglia di divertirsi in una cucina destinata a lavorare tutto il giorno con orario continuato, e a confrontarsi con un pubblico internazionale e trasversale. Quindi bando alle etichette, per stare concentrati su una proposta solida che non rinuncia a sperimentare, con quel pizzico di irriverenza che ha sempre animato lo spirito critico di Bottura. Dalla reinterpretazione della cucina emiliana (presente in carta con i tortellini modenesi) si passerà così all'omaggio alla cucina toscana, seppur con grande originalità: Chianina sì, ma nell'hot dog. E poi un bel mix di specialità esotiche (come anticipato da Aldo Fiordelli sul Corriere Fiorentino), ben a fuoco nel bagaglio culinario della chef: tortillas, tacos, tostada dall'America Latina, melanzane in salsa di shiso e un bun al vapore con pancia di maiale (il Taka-Ban) in omaggio all'Oriente. Chiusura affidata agli spaghetti di mezzanotte. Vini toscani e francesi d'accompagnamento.
E l'occhio di Gucci – simbolo divertente ed esoterico del nuovo spazio – a vigilare sulla buona riuscita dell'operazione.
Gucci Osteria da Massimo Bottura – Firenze - Gucci Garden, piazza della Signoria
a cura di Livia Montagnoli