Uno studio a cavallo fra due lati opposti del globo, Australia e Italia, Perth e Roma. L'ormai consolidato trio alla guida di MORQrealizza da 16 anni progetti innovativi sul territorio capitolino e nella Terra dei canguri, giocando con territori e tradizioni diverse, anche nel mondo della ristorazione.
Lo studio
Matteo Monteduro, Emiliano Roia, Andrea Quagliola. Tre amici, tre soci, tre architetti con idee comuni, simile filosofia e stessi obiettivi: valorizzare l'idea che si cela dietro ogni struttura, senza rimanere ancorati a stili particolari o tendenze del momento, ma puntando a rivelare la vera anima di un progetto. Insieme, nel 2001, hanno creato a Roma la loro attività: MORQ, dalle iniziali dei loro cognomi, uno studio di architettura nato in seguito a diverse esperienze condivise. “Abbiamo iniziato un po' per gioco”, racconta Emiliano, “dopo aver lavorato fianco a fianco presso degli studi specializzati. E poi abbiamo deciso di metterci in proprio”.Le loro strade, però, si dividono presto, perché nel 2003 Andrea prepara le valigie e vola in Australia, mentre gli altri due restano a Roma. Fino a 5 anni dopo, momento in cui Emiliano raggiunge l'amico nella Terra dei canguri, dove vince un concorso e diventa professore associato di Architetturaalla University of Western Australia. Il lavoro di squadra ricomincia, fra Perth e Roma: “Matteo è più presente in Italia, Andrea in Australia, e io faccio da ponte fra i due Paesi”.
Fra Australia e Italia
Organizzare uno studio a distanza non è facile, ma al contempo fornisce al giovane e ambizioso trio gli stimoli giusti per crescere e migliorarsi: “L'ambiente romano presenta delle difficoltà e ci troviamo spesso a dover affrontare problematiche legate alle complessita di una citta storica come Roma”. Quello australiano, invece, è un campo di battaglia diametralmente opposto – non solo dal punto di vista architettonico – ma nonper questo meno stimolante: “Ci sono degli ostacoli anche in Australia.Creare una propria realta professionale in un altro paesenon è mai semplice. Anche li, abbiamo ache fare con regolamentazioni ferree, parametri molto rigidi e costrizioni talvolta un po' eccessive”. D'altra parte, però, chiarezza e trasparenza contribuiscono a sciogliere con facilità ogni nodo: “Sappiamosempre a chi rivolgerci. Gli australiani sono meno flessibili, ma lì tutto è molto limpido e lineare”.
Roscioli Caffè: i materiali della strada
Dagli spazi residenziali al retail, dai progetti urbani all'architettura del paesaggio: il lavoro di Morq si articola in ambiti eterogenei fra loro, “stiamo attualmente completando una serie di interni a Roma, in zona Parioli, e poi costruendo una casa in Calabria e alcune strutture in Australia”. Quello della ristorazione è un campo ancora poco battuto dai tre soci, che hanno comunque avuto modo di creare progetti originali per una realtà storica come Roscioli. Più precisamente, per Roscioli Caffè, bar e caffetteria di qualità nato all'inizio del 2016. In Piazza Cairoli, in uno spazio contenuto da suddividere e gestire con massima cura del dettaglio: “Rileggendo e re- interpretando la struttura esistente dello spazio,abbiamo creato due ambienti, l'area caffetteria con bancone e la sala più interna con le sedute. Ogni ala è pensata per un momento specifico: la prima parte rappresenta la vita cittadina, e vuole riprendere la funzione originaria del bar come cuore pulsante della comunità”. Attraverso il bancone, “che mette in comunicazione fra loro i clienti, e il barista con i consumatori”, e poi i materiali, “con i quali abbiamo cercato di ricreare l'atmosfera della strada, con pietra ruvida e poi argille più morbide al tatto, oltre a tutta la parte in acciaio e vetro della zona adibita alla preparazione del caffè”. Gli elementi scelti sono quelli di Matteo Brioni, realtà specializzata nella terra cruda, materiale di grande tradizione storica.
La sala interna
Più intima, invece, è la sala interna, dominata dal tavolo sociale: “Non è un bancone, né un tavolo a tutti gli effetti. Piuttosto uno spazio per condividere il momento del pasto con qualcuno, chiacchierare con gli altri commensali, sedersi a bere un caffè leggendo il giornale, o anche fare nuovi incontri: ho visto nascere coppie!”. Un elemento simbolico forte, in grado di adattarsi alle esigenze di ogni cliente. A suggerire il caratterepiu intimodi questo spazioin questo caso sono i colori, “più scuri e cupi rispetto ai toni del marrone e beige attorno al bancone”. I materiali, invece, sono più raffinati, dal legno del tavolo, “sul quale abbiamo dovuto sviluppare delle finiture precise per farlo ossidare nel tempo”, alla pietra martellata utilizzata per il bancone nascosto dietro la tavola, e al pavimentoancora una volta frutto della famiglia Brioni, “che produce delle formelle in cotto artigianali straordinarie”.
Cantina Roscioli
Sempre per Roscioli, il lavoro per la cantina, non aperta al pubblico, ma non per questo meno curata. “Abbiamo immaginata uno spazio misteriorioso, quasi una discesa dentro la terra. Anche se la vera sfida è stata quella di rendere performante sotto il profilo climatico lo spazio”. Un'estetica funzionale, dunque, studiata nel minimo dettaglio per garantire la conservazione migliore delle tante etichette di pregio presenti sugli scaffali. “La disposizione degli elementi non poteva essere modificata di molto perché lo spazio è interrato. Abbiamo utilizzato dei piatti di ferro spessi 1 centimetro per suddividere l'ambiente, e per realizzare le pareti perle bottiglie”.
Progetti futuri: il nuovo Retrobottega
Niente ristoranti in Australia, “il panorama di Perth deve ancora crescere molto: i prodotti sono eccellenti, ma la ristorazione deve fare qualche passo in più”. Lo stile più in voga al momento? “Nessuno in particolare. Vengono utilizzati materiali di diverso tipo, mescolati fra loro, e poi si scelgono degli arredi vintage. Ci sono anche dei locali più ricercati, ma in qualsiasi caso non hanno una forte personalità”. Nel frattempo, però, nella Città Eterna continuano i progetti con realtà gastronomiche d'autore. Prime fra tutte Retrobottega, in via della Stelletta, uno degli indirizzi più amati dai foodies della Capitale, che presto subirà una trasformazione degli spazi e, in parte, anche dei contenuti, prevista per l'inizio del 2018. “È tutto ancora in fase progettuale ma la volontà è quella di rendere l'esperienza più confortevole per gli ospiti, senza però stravolgere l'anima originaria del locale”.
Il rifiuto di uno stile e la ricerca dell'essenza
Uno studio sui generis, che viaggia su due binari paralleli mantenendo sempre la propria personalità. Lo stile di Morq? “Non esiste. Abbiamo il nostro linguaggio, esenza dubbio un nostro approccio, una sensibilità molto pronunciata per la materia, e l’interpretazione del luogo, ma parlare di stile è riduttivo. Quello che vogliamo è che l'insieme degli elementi stimoli una reazione, un dialogo con ilfruitore”. Per questo motivo, la scelta dei materiali naturali, “quelli che più invitano il pubblico a curiosare, toccare. Un ambiente ben costruito e arredato è quello in grado di coinvolgere emotivamente le persone”. Un consiglio per chi vuole intraprendere questo mestiere? “Parlare tanto con i clienti, capire qual è l'idea dietro il progetto. I consumatori finali devono percepire l'atmosfera concorde con l'offerta gastronomica, l'essenza del locale. Se si coglie la vera anima di un progetto, si può fare un lavoro ben fatto con poche mosse. Basta saper ascoltare”.
Morq | Roma | Via Monte Santo, 25 | tel. 06 37350175 | www.morq.it
Morq | Perth | Corner Stirling Hwy and Clifton Street | tel. +61 864882578 | www.morq.it
a cura di Michela Becchi
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