41 etichette che ci sono particolarmente piaciute al Merano Wine Festival, la grande manifestazione che ha portato in assaggio oltre 2000 vini.
Sono trascorsi ben 26 anni dal lontano 1992, quando grazie a una felice intuizione di Helmuth Koecher nasceva il Merano Wine Festival. Entrare a far parte della Selezione The WineHunter Award ha sempre significato accedere all’élite dei produttori di riferimento, e anche oggi, che i partecipanti sono cresciuti, essere presenti a Merano vuol dire appartenere al gotha del mondo del vino. Pur abbracciando numeri importanti, non è venuto meno lo spirito iniziale di puntare solo sull’eccellenza, vero tratto distintivo rispetto ad altre manifestazioni. La presenza di una quindicina di produttori esordienti nella sezione New Entries, dimostra l’intatta curiosità verso le nuove realtà che si stanno affacciando sul palcoscenico dell’enologia italiana. Negli ultimi anni il Festival sta crescendo molto anche sotto il profilo dell’offerta gastronomica, con calendari sempre più fitti d’appuntamenti nelle aree Cooking Farm e Gourmet Arena, a conferma dell’interesse del grande pubblico per il food d’autore e lo show cooking.
L’edizione 2017
Grande affollamento nelle sale de Kurhaus, con stampa specializzata e semplici appassionati nei 5 giorni dell'evento, dal 10 al 14 novembre scorso. E non solo visitatori: la presenza delle aziende del settore vitivinicolo ha toccato quota 450, oltre a 200 artigiani del gusto e a una quindicina di chef di livello internazionale. Le cantine della selezione Wine Italia sono state affiancate nella sezione Wine International da produttori provenienti da Argentina, Austria, Francia, Germania, Romania, Slovenia, Spagna e Svizzera, che hanno contribuito ad allargare l’orizzonte per panorama enologico con proposte spesso interessanti. Quest’anno, poi, è stata riservata particolare attenzione ai vini istriani: la presenza di una quindicina di produttori ha confermato il buon livello della loro Malvasia. Per gli appassionati dei grandi rossi non è mancata l’occasione di degustare i migliori vini di 13 Chateaux, che fanno parte dell’Union des Grand Crus de Bordeaux. La manifestazione si è chiusa con la giornata CatWalk Champagne. Presenti oltre 40 Maison del Club Excellence con oltre 150 Champagne in degustazione.
I migliori assaggi
Difficile scegliere cosa assaggiare in una manifestazione che offre oltre 2000 vini. Una proposta tanto ampia da diventare quasi disorientante. Forse è questo l’unico rischio che corre il Merano Wine Festival, quello di diventare un palcoscenico fin troppo grande e con troppi protagonisti. Ci limitiamo a segnalare 10 bianchi e 10 rossi che ci sono particolarmente piaciuti, tra molte conferme e qualche novità.
Bianchi
Nella selezione Wine International le proposte più interessanti sono arrivate dai produttori tedeschi, austriaci e sloveni. Tra i riesling, ancora molto giovani e lontani dall’esprimere il meglio del loro potenziale, abbiamo apprezzato il Riesling Wehlener Sonnenuhr Alte Rebe Reserve 2014 Prum Weigut e il Riesling Schwarzer Herrgott 2014 di Bremer Weigut. Interessante il Rabenstein Grüner Veltliner DAC Weinviertel Reserve 2015 di Dürnberg con bouquet dal frutto ricco, connotato da note di pepe bianco e spezie.Tra i vini della Goriška Brda ci è piaciuta la Rebula Carolina 2013 Jakončič Winery. Una ribolla intensa, con belle note agrumate e di frutta gialla, dal finale fresco e sapido. Una conferma della qualità ormai raggiunta da anni da Marjan Simčič il Sauvignon Blanc Opoka 2015. Nasce da una vecchia vigna esposta a nord, questo bianco di grande finezza espressiva, fresco, elegante e persistente. Tra i vini altoatesini bellissima annata per il Müller-Thurgau Feldmarschall Von Fenner 2016 di Tiefenbrunner e per il Sauvignon Quarz 2016 della Cantina di Terlano. Una piacevole conferma ilVeneto Manzoni Bianco 2015 Madre di Italo Cescon, un vino biologico di grande personalità e belle prospettive d’evoluzione. Sempre per restare nel triveneto, ricordiamo un grande nome del vino friulano: Mario Schiopetto e il suo Collio 2016. Chiudiamo con un bianco calabrese ricco e complesso, il Val di Neto IGT Efeso 2016 di Librandi, prodotto con l’interessante vitigno autoctono mantonico. Tra i bianchi New Entries segnaliamo Sicilia Grillo Laluci di Baglio del Cristo di Campobello, che colpisce con le sue fresche note agrumate, iodate e saline.
I Rossi
Cominciamo dal profondo sud con l’Aglianico del Vùlture Don Anselmo 2013 di Paternostrer, un vino di austera eleganza, fresco e profondo. Non è da meno il Taurasi Riserva DOCG Vigna Grande Cerzito 2012 di Qintodecimo, un vino di grande potenza, ingentilito da raffinate note balsamiche. Bella l’annata 2011 del taglio bordolese Toscana Lupicaia del Castello del Terriccio, così come la 2015 del Toscana Altrovino di Duemani. Interessante l’interpretazione dell’annata 2014, sulle note di una raffinata freschezza, del Paleo Rosso di Macchiole.
Dal Centro Italia due etichette che si distinguono per ricercata finezza espressiva: il Torgiano Rosso Riserva Vigna Monticchio 2011 di Lungarotti e il Conero Riserva Campo San Giorgio 2012 Umani Ronchi, un insospettabile Montepulciano in stile Borgogna. L’Amarone 2012 di Secondo Marco riconcilia con questo grande vino della Valpolicella. Una versione essenziale, fresca e di piacevolissima beva. Tra i banchi d’assaggio del Piemonte la scelta è difficile, ma alla fine ci siamo lasciati sedurre dal Barolo Bricco Rocche 2013 di Ceretto. Da anni ai vertici della produzione trentina, non delude l’attesa il San Leonardo 2013 di Tenuta San Leonardo, che anche in quest’annata si dimostra uno dei migliori tagli bordolesi italiani.
Tra i rossi New Entries segnaliamo il merlot in purezza Piave Rosso di Villa 2011 di Ornella Molon.
Il fascino della maturità: grandi bianchi vintage
La giornata di lunedì 13 è stata dedicato alle annate vintage. Per la gioia degli appassionati, molti produttori hanno fatto uscire dalle loro cantine private etichette di millesimi rari e prestigiosi. Le proposte erano veramente molte, dagli spumanti Metodo Classico, ai bianchi e ovviamente ai numerosissimi rossi. Per andare un po’ controtendenza, ci siamo concentrati soprattutto sui vini bianchi. Anche per sfatare la falsa convinzione, ancora molto presente tra i consumatori, che l’invecchiamento sia una pratica riservata ai soli rossi.
Molti bianchi, infatti, sono piacevolmente freschi e immediati in gioventù, ma acquistano un fascino e una complessità espressiva straordinaria proprio con la maturità. Ne sono stati l’esempio ilGewürztraminer Nussbaumer 2006 di Tramin, con il suo bouquet speziato, profondo e complesso, il Müller-Thurgau Feldmarschall Von Fenner 2012 Tiefenbrunner, già orientato su eleganti note di resina e idrocarburo, lo Chardonnay Baron Salvadori 1995 di Nals Magreid che esprime suadenti note mature di frutta gialla e miele, ma è ancora sostenuto da viva freschezza. Il Gavi 2010 di Villa Sparina, che si apre con note floreali di sambuco per lasciare poi spazio ai primi sentori d’idrocarburo. Il Sauvignon Blanc Ronc di Juri 2006 di Alessio Dorigo, che abbandonate le note primarie più fruttate, s’incammina verso un’affascinante essenzialità pietrosa, austera e sapida. Interessante l’evoluzione di Le Rive 2003 di Suavia, con un bouquet che coniuga la morbidezza del miele e delle scorze candite con una nitida vena sapida. Una conferma la longevità di un grande bianco come il Soave Classico Vecchie Vigne Contrada Salvarenza 2002 di Gini. Chiudiamo con il Custoza Superiore Amedeo 2009 di Cavalchina, che regala sentori da riesling e un sorso complesso ma ancora fresco e vivace.
Catwalk Champagne
Anche quest’anno il Merano Wine Festival si è chiuso con una giornata dedicata allo Champagne. Buona la selezione delle maison e molte etichette interessanti in degustazione. Fin dalla prima mattina la sala principale del Kurhaus si è riempita di appassionati delle nobili bollicine francesi, che calice alla mano non si sono persi un assaggio. Anche noi non siamo stati da meno, con un’attenzione particolare ai millesimati. Abbiamo apprezzato la purezza limpida ed essenziale del Dosage Zero Grand Crus Blanc de Blancs Millésime 2012 Encry, la ricchezza espressiva dell’Extra Brut Clos de l’Abbaye Millésime 2011 Doyard, l’elegante freschezza e le raffinate note grillé dell’Extra Brut Vintage Millésime 2005 Ployez-Jacquemart. L’annata 2008 si dimostra molto interessante con vini eleganti, tesi e di vibrante freschezza, ci sono piaciuti in particolare il Blanc de Blancs Grand Cru Millésime 2008 di Nicolas Feuillatte, laCuvée Alain Thienot Millésime 2008 di Thienot e laCuvée Prestige Millésime 2008 di Bergère. Più ricchi, ampi e maturi gli Champagne del 2006. Interessanti gli assaggi del Brut Blanc de Blanc Millésime 2006 di Bruno Paillard, delBrut Millésime 2006 Charles Heidsieck e dellaCuvée Spécial Club Crand Cru Millésime 2006 Paul Bara. Il millesimo 2004 sta rivelando tutto il suo potenziale, con belle etichette come la Cuvée Louise Brut Nature Millésime 2004 Pommery e la Cuvée L’Oger Grand Cru Millésime 2004 Michel Maillard.
a cura di Alessio Turazza
foto: Merano Wine Festival