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50 candeline. Ecco come la Valpolicella cambia passo

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Sostenibilità, mercati esteri, difesa del marchio e rapporti con le Famiglie dell'Amarone d'Arte, dopo la sentenza del Tribunale delle imprese. Il Consorzio dei vini veronesi pronto a celebrare il cinquantenario della Doc con una serie di novità.

È una vigilia particolarmente movimentata quella che precede il cinquantenario della Dop Amarone della Valpolicella (1968), che si celebra il prossimo mese di febbraio in occasione dell'Anteprima. Un momento peculiare, delicato e ricco di novità: dalla svolta sostenibile, a cui il Consorzio di tutela darà presto un deciso colpo di acceleratore, alle strategie di crescita sui mercati esteri, dalla difesa del marchio dentro e fuori confine, fino al complesso rapporto col gruppo di aziende appartenenti alle Famiglie dell'Amarone d'Arte, destinato probabilmente a cambiare dopo la recente sentenza del Tribunale delle imprese di Venezia sull'uso della Dop.

Tutti elementi che restituiscono un quadro dinamico in tutti i sensi. A cominciare dalla vendemmia appena conclusa che, in questo vasto territorio della provincia di Verona divenuto simbolo dell'eccellenza italiana nel mondo, non ha subito particolari scossoni. Rispetto al resto d’Italia, infatti, come fa sapere il Consorzio per la tutela dei vini Valpolicella, attraverso la direttrice Olga Bussinello, i danni alla produzione (derivanti dalla combinazione di gelate primaverili, siccità e grandinate) sono risultati "contenuti" grazie a una capillare presenza di impianti di irrigazione, utilizzati nella maggior parte dei vigneti, e da episodi grandinigeni che hanno interessato poche aree e circoscritte. Pertanto, da un punto di vista qualitativo, lo stato fitosanitario dell'uva è risultato "ottimo, con uve sanee di grande qualità".

I numeri del Consorzio

Il Consorzio per la tutela dei vini Valpolicella, nato nel lontano 1924 – anno in cui l'Italia viveva ben altri climi, non solo dal punto di vista meteorologico – vanta un fatturato vitivinicolo complessivo di 550 milioni di euro (secondo le stime dell'Osservatorio vini Valpolicella), di cui 330 di solo Amarone. In particolare, per questa Docg, ottenuta nel 2010, i livelli di produzione riferiti al 2016 sfiorano i 15 milioni di bottiglie, includendo anche la piccola Docg Recioto. L'obiettivo principale dei produttori veronesi, soprattutto durante il recente mandato di Christian Marchesini, è stato evitare l'inflazione dell'offerta di Amarone, salvaguardando allo stesso tempo il Valpolicella Doc, il cosiddetto vino entry level della denominazione. Come riferisce la direttrice Bussinello, negli ultimi cinque anni il trend di commercializzazione ha disegnato una linea costante sui 13 milioni di bottiglie, con una punta nel 2016 di 14,8 milioni, tra Amarone e Recioto. La domanda che da sempre ha fatto discutere questo territorio è stata se fosse opportuno mettere un tetto alle produzioni di Amarone: "Parlare di 'tetto massimo' è difficile, considerando che" sottolinea Bussinello "l'Amarone è commercializzato in 80 diversi Paesi esteri, con variegate opportunità e problematiche, in un contesto di confronto costante con l'universo-mondo del vino". I timori generali sono sempre stati il deprezzamento delle Doc a seguito di un eccesso di prodotto sul mercato. "Per quanto riguarda il prodotto entry level della nostra denominazione, il Valpolicella Doc" prosegue "sono già state attuate delle misure di salvaguardia, anche della sua qualità e autonomia con le modifiche al disciplinare del Valpolicella Ripasso".

Andrea SartoriAndrea Sartori

 

Anche per il presidente consortile, Andrea Sartori (Casa vinicola Sartori), i circa 15 milioni di bottiglie non rappresentano ancora un tetto massimo in volume. Come, invece, sembrano essere gli ettari vitati in Valpolicella, che entro il 2017 dovrebbero toccare per la prima volta quota ottomila: "Il vigneto può considerarsi chiuso" spiega Sartori "e questo aumento è dovuto all'impianto di vigneti che fanno parte di diritti acquisiti. Ritengo che ci fermeremo per puntare a una stabilizzazione". Tra gli strumenti che consentono al consorzio di garantire l'equilibrio c'è la decisione di ridurre la percentuale di cernita delle uve destinate alla produzione di Amarone e di Recioto, che è stata portata al 40% (rispetto a un massimale del 65%). Obiettivo del consorzio di tutela è soprattutto mantenere costanti i livelli di redditività: "Da sei anni" spiega la direttrice Bussinello "stiamo adottando più misure per mantenere la redditività fondiaria della filiera. Attualmente un ettaro di Valpolicella ha una rendita fondiaria vicina ai 25 mila euro e un costo di mercato tra 400 e 500 mila euro". Intanto, il mercato del grande rosso veronese è sostenuto: si va dai 315 euro/ettolitro per il Valpolicella Classico agli 850 euro/ettolitro per l'Amarone.

La tutela internazionale

Insomma, una filiera che sta cercando il delicato equilibrio tra produzione e prezzi. E che, allo stesso tempo, deve fare i conti con l'altrettanto delicato tema della difesa e della tutela del marchio. L'Amarone è un vino prevalentemente da esportazione, con circa sei bottiglie su dieci vendute fuori confine. I principali clienti sono Germania (18%), Stati Uniti (11%), Svizzera (11%), UK (10%), Svezia (7%) e Canada (7%). Ogni anno, per proteggere le denominazioni Amarone, Ripasso, Valpolicella e Recioto, il consorzio investe oltre centomila euro che, come fa notare il presidente Sartori, appaiono ancora troppo pochi. L'area del Nord Europa è quella considerata più a rischio di contraffazioni. L'ultimo caso in ordine di tempo è stato scoperto un mese fa proprio nel primo Paese di destinazione, la Germania, dove un imbottigliatore tedesco ha messo in vendita un prodotto denominato "Vecchio Amarone", in una bottiglia del tipo borgognotta, in cui si riporta in italiano la dicitura "imbottigliato in Germania". Dietro le frodi, va ricordato, non ci sono sempre produttori stranieri ma spesso ci sono soggetti di origine italiana. Al consorzio (a cui spetta il compito di difendere il marchio Dop) non resta che agire tramite i suoi avvocati finché una sentenza non sancirà il ritiro del falso Amarone dal mercato.

 

I rapporti con le Famiglie dell'Amarone d'Arte

Sempre in materia di tutela e difesa del marchio, è arrivata l'attesa, quanto prevedibile, sentenza del Tribunale delle imprese di Venezia in merito alla questione dell'uso del termine Amarone da parte delle Famiglie dell'Amarone d'Arte, l'associazione nata nel 2009 su iniziativa di una decina di cantine storiche della Valpolicella, col tempo diventate 13, presiedute da Maria Sabrina Tedeschi e impegnate nella valorizzazione dei vini di qualità. Dopo oltre due anni, la decisione dei giudici dello scorso 24 ottobre fa chiarezza sulla possibilità che questo gruppo di imprese possa utilizzare per scopi promozionali il nome di una Dop europea, come tale protetta secondo precise regole comunitarie. La sentenza di primo grado è destinata a fare giurisprudenza in ambito vitivinicolo. In particolare, i giudici hanno chiesto la rimozione di qualsiasi riferimento del termine Amarone dalla denominazione sociale "Famiglie dell'Amarone d'Arte", disponendo il divieto dell'uso dell'ologramma dalle bottiglie di vino, inibendo loro di fare promozione con riferimenti a disciplinari diversi da quello di produzione. Una decisione che potrebbe modificare i rapporti reciproci e riportare maggiore serenità nell'ambiente veronese: "È auspicabile una ricomposizione che porti ad allineare energie e obiettivi verso una crescita condivisa del territorio e della filiera", recita una nota del consorzio. E il presidente Sartori confida al Gambero Rosso: "Mi auguro che si arrivi a trovare una quadra e che si ricompongano i rapporti". Sarebbe davvero una sorpresa e una buona notizia per il cinquantenario che la denominazione si accinge a festeggiare, in concomitanza con la quindicesima edizione dell'Anteprima Amarone in cui sarà presentata l'annata 2014.

 

Logo RRR

Il percorso sostenibile

Una tra le più importanti novità potrebbe essere legata proprio ai temi della viticoltura sostenibile. Il consorzio di tutela sta, infatti, proseguendo il lavoro sul protocollo di certificazione Riduci-risparmia-rispetta (Rrr): oggi sono circa un migliaio su ottomila gli ettari vitati interessati da pratiche di agricoltura sostenibile. E le prime bottiglie con il bollino sono già sul mercato da quest'anno: "Stiamo cercando di far capire ai nostri agricoltori" sottolinea Sartori "che non si tratta solo di rispetto dell'ambiente ma anche di aspetti commerciali". Poi il presidente avverte: "Considerando che in diversi mercati si parla di sostenibilità e vini organici, occorre portarsi avanti su questi temi. Altrimenti ce lo imporrà il mercato". In primis, uno specifico accordo con l'Università di Padova consentirà, a partire dal 2018, di avviare uno studio sui costi effettivi dell'applicazione del protocollo Rrr. Ma il vero sogno nel cassetto, che potrebbe diventare realtà tra qualche mese, è fare rete, a livello internazionale, sul tema della viticoltura sostenibile. Creare una sorta di filo conduttore che leghi la Valpolicella ad altre importanti aree dei vari continenti e che consenta a questo territorio di condividere conoscenze e competenze molto utili sia sul fronte interno sia in chiave export. Un convegno, in occasione dell'Anteprima di Verona, nella prima settimana di febbraio 2018, sarà la sede più adatta per annunciare questo importante cambio di passo.

 

Di Amarone parleremo anche sul numero di dicembre del Gambero Rosso in occasione dei 50 anni della cantina Bertani, in cui ci sarà una degustazione esclusiva di vecchie annate dell'azienda, a partire dalla prima etichetta che riportava l'indicazione di Reciotto. 
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Valpolicella in cifre

19 comuni in provincia di Verona

7.844 ettari vitati nel 2016

2.286 viticoltori

286 cantine

7 cooperative

14,9 milioni di bottiglie di Amarone e Recioto, 18,3 milioni di bottiglie di Valpolicella Doc, 27,7 milioni di bottiglie di Ripasso

 

principali Paesi clienti:

Germania (18%), Usa (11%), Svizzera (11%), Uk (10%)

550 milioni di euro il giro d'affari stimato

330 milioni di euro il fatturato del solo Amarone

(fonte Consorzio di tutela e Osservatorio vini Valpolicella, dati 2016)

 

a cura di Gianluca Atzeni

 

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