L’idea è di due ragazzi romani, che la propongono nei Farmers Market californiani. Un mix di radici italiane, ricette che vanno incontro al gusto americano, ingredienti di qualità e accortezze green
Per molti di noi, la soddisfazione più grande che un buon piatto può regalare risiede tutta nel momento finale della “scarpetta”. È da questa intuizione che Cesarina Mezzoni e Niccolò Angius, due giovani romani trasferitisi a San Diego, hanno dato vita a Cesarina Pasta. La loro idea consiste nel proporre fettuccine con vari condimenti, servite in coppe realizzate con un impasto a metà tra la focaccia e la pizza. Quell’impasto che, mentre si gusta la pasta, assorbe tutta la salsa necessaria ad assicurare una goduriosa “scarpetta”.
Pasta e pizza per un solo street food
Cesarina - 22 anni, papà italiano e mamma delle Seychelles - ha così deciso di dare una svolta professionale alla sua passione (finora sempre amatoriale e casalinga) per la cucina: è lei che si diletta ai fornelli, affiancata e supportata da Niccolò.
“Le fettuccine che preparo sono vegane, quindi utilizzo solo acqua e semola di grano duro” ci spiega “a cui a volte aggiungo delle verdure disidratate in polvere come la barbabietola e il pomodoro; l’unione di due prodotti a base di carboidrati rende il piatto già piuttosto calorico e, anche per questo motivo, ho scelto di alleggerire la pasta”. Come precisa Niccolò - 27 anni e un curriculum arricchito da alcune esperienze nella ristorazione capitolina, prima come cameriere e poi come manager - “le nostre coppe, il cui prezzo va dai 9 agli 11 dollari, sono uno sfizio, uno street food da concedersi mentre si fa la spesa o semplicemente una passeggiata (il progetto, partito il 30 settembre, è itinerante e si sposterà tra i vari Farmers Market cittadini, quei mercati in cui i contadini vendono direttamente al consumatore finale, ndr);ecco perché abbiamo deciso di fare porzioni non troppo grandi, ognuna delle quali corrisponde a circa novanta grammi di fettuccine”.
Tra gli Usa e l’Italia
Novanta grammi dietro i quali c’è un’accorta selezione degli ingredienti, che si divide tra l’America e il Bel Paese: “lavoriamo solo verdure fresche locali, che acquistiamo da piccoli agricoltori del Sud della California” sottolinea Cesarina “mentre dall’Italia compriamo mozzarella, parmigiano e pomodori San Marzano”.
Veniamo dunque ai condimenti disponibili (in totale sei, ma sono già in cantiere nuove proposte come quella con il sugo delle polpette), alcuni dei quali a noi italiani potrebbero far arricciare il naso. Le varianti più inclini al gusto nostrano sono: Margherita, quella che in occasione del debutto di Cesarina Pasta ha riscosso il maggior successo, con salsa di pomodoro e basilico, mozzarella e parmigiano; Bolognese, con ragù di manzo e maiale; Genovese, con pasta rossa (al pomodoro) e pesto. Ad affiancare queste tre opzioni c’è prima di tutto la coppa Zio Alfredo, che riprende e allo stesso tempo rivisita la celebre ricetta diventata portabandiera della cucina italiana al di fuori dei confini nazionali (Cesarina non utilizza il burro ma solo la panna, a cui aggiunge bacon croccante e cialde di parmigiano). Le ultime due sono l’Organica - con la pasta verde per la presenza del tè matcha nell’impasto, la salsa alla zucca e le chips di zucchine - e l’Hawaianika (le fettuccine sono alla barbabietola, il condimento comprende vodka, ananas e bacon). E a chi in tutto ciò vede una delle tante “storpiature” del made in Italy, Niccolò risponde così: “non vogliamo costruire l’identità di questo progetto attorno al concetto di ‘italianità’; senza dubbio le nostre radici culturali e abitudini alimentari hanno avuto un ruolo fondamentale nella sua messa a punto, ma l’anima di Cesarina Pasta è allo stesso tempo americana”.
La scarpetta ecologica
A completare il quadro c’è l’attenzione riservata all’impatto ambientale: i tovaglioli impiegati sono di carta riciclata, mentre le posate sono realizzate con un materiale ottenuto dal mais. E soprattutto c’è il “piatto” commestibile: “l’aspetto più divertente è ritrovarsi a mangiare la coppa una volta terminate le fettuccine”, conclude Cesarina.
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a cura di Agnese Fioretti