Ancora un'esperienza televisiva per Gordon Ramsay, questa volta alle prese con una tematica ben diversa. Lo chef più temuto del Regno Unito presenta un documentario sull'uso diffuso di cocaina nel mondo della ristorazione e dell'ospitalità.
Gordon Ramsay
57 anni, 14 Stelle, 30 anni di esperienza ai fornelli, 31 ristoranti, 21 libri di cucina, 16 programmi televisivi, un film e un successo mediatico inarrestabile. Gordon Ramsay è fra i più celebri personaggi del panorama gastronomico britannico, e ora, per la prima volta, si improvvisa regista di un documentario unico nel suo genere. In Gordon Ramsay on Cocaine, realizzato per Itv, lo chef esplora e racconta l'uso di droghe, in particolare della cocaina, nel mondo della ristorazione. Un tema molto caro a Ramsay, che nel 2003 ha perso uno dei suoi migliori collaboratori, David Dempsey, proprio per un'overdose di cocaina, e che da anni si ritrova ad affrontare i problemi di tossicodipendenza del fratello.
L'incidente
Ma sono altri gli episodi che hanno segnato lo chef al punto da spingerlo ad approfondire l'argomento e mostrarlo al grande pubblico sullo schermo. Primo fra tutti, una cena di beneficenza a cui Gordon ha partecipato preparando uno dei suoi dessert più famosi, il soufflé. “Una coppia mi si è avvicinata e mi ha chiesto se potevo mescolare la cocaina allo zucchero a velo da spargere sul soufflé”, ha raccontato in un'intervista a RadioTime. “Sono scoppiato a ridere, ma mi sono rifiutato di farlo. Ho cosparso il dessert con lo zucchero e l'ho caramellizzato a dovere, così che gli ospiti non potessero capire se ci fosse o meno la droga. Ho servito il soufflé e me ne sono andato senza neanche salutare”. Ma non finisce qui. Perché una vicenda ancor più grave è accaduta proprio in uno dei suoi ristoranti, dove, lo scorso Natale, un cliente si è recato in bagno con un piatto del servizio da utilizzare per realizzare la striscia di cocaina, per poi restituirlo al cameriere, chiedendo che gli venisse cambiato. “È stato allora che mi sono chiesto quanto ancora potesse andare avanti questa faccenda”.
Il documentario
Da qui, l'idea del documentario, suddiviso in due puntate e girato dopo un'attenta indagine in tutti i suoi ristoranti sparsi per il mondo. “Avevo bisogno di capire a fondo l'universo delle droghe, le dinamiche di questo mondo. E volevo capire perché la cocaina è divenuta un'epidemia a tutti gli effetti, non solo a livello globale, ma soprattutto nel mondo della ristorazione”. 31 ristoranti visitati, dunque, per una ricerca senza sosta di eventuali tracce di cocaina nei bagni, uno studio che ha portato a risultati allarmanti. Di tutte le insegne, infatti, solo una ne era totalmente priva. 52 minuti di terrore, “sfido chiunque a non ripensare il suo rapporto con la cocaina dopo la visione di questo documentario”, per un documentario di denuncia che vuole fare luce sul “piccolo sporco segreto del settore dell'ospitalità”. Al momento, ancora nessuna risposta da parte della British Hospitaly Association o da altre organizzazioni del settore, che hanno scelto di non commentare le accuse ricevute.
Il viaggio in Colombia
Ramsay, però, non si è limitato a esaminare i locali a suo nome. Per girare il documentario, lo chef è andato direttamente all'origine della droga, in Colombia: l'80% delle 30 tonnellate di cocaina consumate annualmente nel Regno Unito arriva, infatti, proprio dal Paese sudamericano. Ramsay ha fatto visita ai laboratori di produzione nascosti nella giungla, “nel cuore dell'industria della cocaina”, per conoscere di persona i volti che si celano dietro la droga. “Uno dei coltivatori ha dichiarato di non avere idea della devastazione che questo prodotto causa nel mondo, e afferma di farlo solo per sfamare la sua famiglia”.
La messa in onda
Dopo la messa in onda su Itv ( (la prima è stata trasmessa ieri, 19 ottobre 2017, mentre la seconda andrà in onda il prossimo 26 ottobre), le puntate saranno disponibili anche sul servizio on demand del canale, Itv Hub, che questo autunno a deciso di lanciare per la prima volta una stagione dedicata alla criminalità, Crime & Punishment, all'interno della quale si inserisce anche il lavoro dello chef.
a cura di Michela Becchi