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Terremoto nella ristorazione di Singapore. Andre Chiang chiude, rinuncia alle stelle e si ritira a Taiwan

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Lo chef simbolo dell'ambizione gastronomica di Singapore, tra i più apprezzati nel mondo dell'alta ristorazione, annuncia la chiusura definitiva di André, a febbraio 2018. Continuerà a lavorare a Taiwan, lontano dai riflettori. Ma prima rinuncia alle stelle: “Sono un perfezionista, ed è già perfetto così”.  

André. Un ristorante di successo

Andre Chiang, classe 1976, al successo internazionale non è arrivato in giovane età: ha lavorato sodo, negli ultimi 30 anni, per raggiungerlo. Oggi, e da qualche anno a questa parte, è annoverato tra i talenti più limpidi dell'alta cucina orientale (ma di impostazione francese), traino di quel movimento di riscoperta gastronomica del Sud Est Asiatico che in Singapore ha trovato una sponda particolarmente prolifica. E il suo ristorante, André, non solo è la meta gastronomica più ambita della città-stato. Nel 2016, quando la guida Michelin lanciava la prima edizione dedicata alla ristorazione di Singapore, l'insegna di Chiang esordiva con Due Stelle, riconoscimento che detiene tuttora. Secondo nella lista 2017 dei 50 migliori ristoranti del continente asiatico, Andre ha ottenuto un ottimo piazzamento pure nell'ultima edizione della World's 50 Best Restaurants, dove pur in competizione con ristoranti pluripremiati di tutto il mondo, svetta in quattordicesima posizione. Mentre nella top 50 d'Asia, lo chef è entrato anche con Raw (24esimo in lista), il side restaurant aperto più di recente a Taiwan, nel suo Paese natale. Proprio da Taiwan, il prossimo anno, Chiang ha intenzione di ripartire, non prima di essersi accomiatato dai fan di Andre, che chiuderà definitivamente i battenti il 14 febbraio 2018.

 

L'annuncio: André chiude nel 2018

La notizia arriva inaspettata a mezzo web, e a divulgarla è Chiang in persona, con una lunga riflessione affidata al sito web del ristorante, che ha fatto il giro del mondo. Dopo otto anni di successi, quindi, il progetto André arriva al capolinea: “Sono un perfezionista” scrive lo chef “e negli ultimi 30 anni della mia carriera non ho fatto altro che cercare di raggiungerla quella perfezione, sebbene intangibile... Tre stelle Michelin, la World's 50 Best. Finché non ho realizzato, oggi, che è già perfetto così com'è”. Una presa di coscienza che ancora una volta, a poche settimane di distanza dalla chiacchierata rinuncia di Sebastien Bras (che ha pensato di rinviare al mittente ben tre stelle), centra l'attenzione sul livello di pressione che è chiamato a gestire un grande chef. Nell'annunciare il suo ritiro dai palcoscenici internazionali, infatti, Chiang rinuncia alle stelle, e chiede, “cortesemente”, di non essere incluso nell'edizione 2018 della Michelin Singapore, né tra i ristoranti segnalati dalla guida dedicata a Bangkok e Taiwan (all'esordio tra un paio di mesi), con Raw, che pure resterà in attività.

La perfezione cos'è?

Anzi, dalla prossima primavera, chi vorrà sperimentare la cucina di Andre Chiang dovrà volare proprio a Taiwan, dove lo chef si ritirerà con la famiglia, “per tornare dove tutto è iniziato, e ricominciare a cucinare con gioia”, ma senza più sacrificare la vita privata. Niente più stress, quindi, né riflettori costantemente puntati addosso, in pace con se stesso per aver portato avanti, negli ultimi anni, “qualcosa di incredibile, con il piacere di cucinare un bel piatto non per la gloria, o per conquistare migliaia di like, ma per crescere professionalmente, e umanamente”, insieme all'intera brigata di Andre. “Abbiamo raggiunto tutto quello che volevamo” continua Chiang “questo è il team perfetto, e non ho mai visto altri ristoranti come il mio. Ne sono fiero”. Una motivazione sufficiente per decidere di chiudere in bellezza, all'apice del successo (stesso approccio di un'altra celebrità dell'alta cucina asiatica, Gaggan Anand, che tempo fa annunciava il suo ritiro “a scadenza” dalla ristorazione; mentre in Europa il caso più simile è quello di Kobe Desramaults). “Sono entrato in cucina all'età di 13 anni, dopo 30 anni di lavoro il mio sogno è tornare dove sono nato, per dedicarmi all'educazione dei giovani chef di Taiwan e della Cina. È mio dovere”. Senza rimpianti: “Abbiamo fatto tutto ciò che volevamo per Singapore e l'Asia, ora è tempo di tornare a casa” (a Singapore era arrivato nel 2008, dopo una parentesi importante in Francia, per imparare dai migliori: Alain Ducasse, Joel Robuchon, Pierre Gagnaire, Michel Troisgros, i grandi francesi di stanza nella metropoli asiatica). In sintesi, chiosa Chiang, “sono un perfezionista, e tutto questo è perfetto”.

 

www.restaurantandre.com

 

a cura di Livia Montagnoli

(foto di apertura Bene Tan, Cause&Effect Studio, Singapore)


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