L’acquavite peruviana ha origini molto antiche e oggi conosce una grande fortuna nella miscelazione internazionale. La 10 giorni milanese si propone di promuovere la cultura del Pisco con la complicità di ristoranti e cocktail bar della città. Le proposte di Alessio Miraglia de Le Biciclette e Luca Marcellin di Drinc.
Il Pisco. Origini e fortuna
È occasione per fare una ricognizione del panorama meneghino della miscelazione, sempre più ricco di valide alternative per chi ama sorseggiare un buon cocktail, l'appuntamento con la settimana dedicata al Pisco. Il distillato peruviano sta vivendo il suo momento di gloria al pari della cultura gastronomica del Paese andino, che specie nelle sue forme più pop – ceviche e tiradito in prima linea – ha ormai conquistato le grandi città europee, con Milano a guidarne la ribalta in Italia. Il Pisco non è altro che un'acquavite ottenuta dalla distillazione del mosto fresco di uve cosiddette “pischere”: oggi è denominazione d'origine (della città di Pisco, 200 chilometri a sud di Lima) riconosciuta dall'Unione Europea, ma la sua storia comincia alla fine del XVI secolo, quando in epoca coloniale spagnola il Perù iniziò a produrre la prima acquavite d'uva nella storia del continente americano (il là lo diedero proprio gli spagnoli, introducendo la coltivazione della vite). La sua gradazione alcolica, tra i 38 e i 48 gradi, lo rende particolarmente versatile per la preparazione di cocktail, e proprio il suo apprezzamento nel mondo della miscelazione internazionale ha determinato nell’ultimo decennio una crescita esponenziale della produzione, che oggi si attesta sugli 8 milioni di litri ogni anno.
La cultura del Pisco. La settimana milanese
La Milano Pisco Week, organizzata dall'Ufficio Commerciale del Perù in Italia, ha preso il via da un giorno appena, e si protrarrà fino all'8 ottobre coinvolgendo 27 locali e cocktail bar di Milano, con l'obiettivo di valorizzare la cultura del distillato peruviano, e al contempo utilizzarlo come opportunità per fornire al pubblico italiano nuove esperienze di gusto. Noi, all'inizio di quest'anno, avevamo raggiunto la prima donna distillatrice di pisco, Melanie Asher, per raccontare attraverso il suo brand Macchu Pisco la storia di un mercato sempre più fiorente, intrecciato a doppia trama con le vicende sociali, occupazionali e culturali del Perù. L'idea della 10 giorni milanese, infatti, è proprio quella di comunicare potenzialità e sfumature dell'acquavite peruviana, usata principalmente come base per il Pisco Sour: pisco, succo di limone, zucchero, albume, due gocce d'angostura e ghiaccio. Le variabili, però, sono molteplici, e la partecipazione di tante realtà diverse renderà il gioco molto più divertente, al motto di Pisco is Perù. Tra gli altri, hanno aderito all'iniziativa i ristoranti peruviani Pacifico e El Hornero, il ristorante Daniel di Daniel Canzian (sempre particolarmente attento alle suggestioni dalla cucina sudamericana), il Rebelot, Ceresio 7, la Terrazza Duomo 21, i cocktail bar The Spirit, Ugo, Bulk (il mixology food bar dell'hotel Viu), il Cafè Gorille, l'Octavius Bar all'ultimo piano dello store The Stage, in piazza Gae Aulenti, fresco di riapertura dopo un restyling che l'ha completamente ripensato (sotto la direzione della società atCarmen di Martino De Rosa), con Francesco Cione al bancone del bar.
Il Pisco Art Tonic di Alessio Miraglia
I cocktail
Ognuno presenterà iniziative e drink dedicati al Pisco, dall'Inka Sour con rosolio di bergamotto, lime, albume d'uovo e sciroppo d'acero di Bulk all'Incantevole con liquore al fiore di sambuco, composta di pere e cardamomo, uva nera e lime di Ceresio 7, all'Inca Empire del Rebelot, con pera, cannella, zucchero, rum affumicato e lime. Ingrediente in comune, ca va sans dire, il pisco. Anche Eataly Smeraldo prenderà parte alla rassegna, con il classico Pisco Sour. Le Biciclette Art Bar & Bistrot, in via Torti (zona Navigli) e il suo bartender Alessio Miraglia proporranno invece un Pisco Art Tonic, che prende ispirazione da un gin tonic per mixare un drink fresco, con note floreali. Questa la ricetta:
2cl di spremuta d’arancia
2cl di liquore al passion fruit
4.5 cl di Pisco del Perù
2 dash di bitter alla pesca
Top di acqua tonica
La proposta di Luca Marcellin da Drinc
Da Drinc, invece, arriva la proposta del Pisco Nikkey My Lovo. Il cocktail bar di via Plinio (dove i nostalgici possono sempre contare su un Negroni sbagliato al Bar Basso) ha festeggiato un paio di mesi fa il primo anno di attività, già tra i locali più celebrati del buon bere meneghino. Al bancone c'è Luca Marcellin, classe 1982 da Pinerolo, barman preparato che vanta un curriculum invidiabile, una lunga parentesi al Four Seasons di Milano e prima ancora presso numerosi alberghi di livello all'estero come bar manager (da Londra all’Australia, alla Svizzera; al Jefferson Hotel di Washington DC era famoso propro per il suo Pisco cucinato a bassa temperatura, con rafano, basilico e succo di passion fruit), fino alla decisione di aprire un locale in proprio, nell'estate 2016. La sua creatività si esprime in una lista nutrita di signature drink (una ventina quelli della casa, raccolti in una mazzetta simil Pantone), ma Luca non tradisce certo la miscelazione più classica, e l'insieme di queste qualità, unite all'eleganza discreta dello spazio, l'ha reso in poco tempo tanto amato dagli appassionati del genere. E con i cocktail, all’ora dell’aperitivo, Luca serve anche formaggi e salumi piemontesi e lombardi provenienti dalla gastronomia di famiglia. Tra i must della casa il Nothing like the first sip, un twist del Martini Cocktail. Ma per la Milano Pisco Week Luca ci regala la ricetta del Pisco Nikkey My Lovo, “Perù e Oriente in un mix perfetto” come dice lui per riassumere la sua creazione:
Pisco infuso al pepe di Sichuan & Katsuobushi,
Ginjo Yuzushu (sake&yuzu),
Sciroppo di zucchero,
Lime fresco
Albume d’uovo pastorizzato
Gocce di bitter aromatico e gocce di salsa soia in superficie
Il resto scopritelo in giro per la città, mappa della Milano Pisco Week alla mano, fino all’8 ottobre.
Milano Pisco Week | Milano | del 28 settembre all'8 ottobre
a cura di Livia Montagnoli