L'anticipazione dei premiati della nuova guida Vini d'Italia 2018 oggi ci porta a scoprire i migliori vini della Puglia
La Puglia conferma la tendenza di questi ultimi anni, in cui è cresciuta e ha trovato una continuità produttiva ad alto livello, difficilmente immaginabile anche solo dieci anni fa, aspetti legati soprattutto alla raggiunta consapevolezza di avere vitigni, vigneti e territori unici nel panorama vitivinicolo italiano e mondiale.
Il primitivo è ormai il vitigno più importante della regione non solo nelle zone storiche, Gioia del Colle e Manduria. Gioia del Colle sta costruendo anno dopo anno il suo successo anche grazie a un consorzio forte e compatto nel proporre un'idea di vino di qualità. Per quanto riguarda invece Manduria, bisogna constatare che alcune delle aziende più significative del territorio hanno scelto di proporre i loro vini fuori dalla denominazione, in certi casi da tempo, in altri recentemente, come reazione a un disciplinare che sembra francamente piuttosto discutibile. Se da un lato siamo felici che ormai un buon numero di cantine sia costantemente ai vertici qualitativi nazionali, dall'altro siamo un po' sorpresi dal non vedere molte novità emergenti.
I Tre Bicchieri così sono quasi tutti delle conferme, a partire dai Gioia del Colle Primitivo, come il Contrada Barbatto di Nicola Chiaromonte, il 17 Vigneto Montevella di Polvanera, la Riserva di Tre Pini, il Senatore di Coppi, cui si aggiunge il ritorno del Marpione di Viglione.
Per quanto riguarda i Salice Salentino, la cantina cooperativa Due Palme e la Leone de Castris confermano il ruolo di produttori di riferimento, con le Riserve Selvarossa e Per Lui. Stessa situazione nella denominazione Castel Del Monte, dove la Torrevento di Francesco Liantonio è ormai diventata il modello da seguire, in particolare con la sua Riserva Vigna Pedale, termine di paragone non solo per la denominazione ma anche per tutti i vini prodotti da uve nero di Troia. Per quanto riguarda il Primitivo di Manduria, troviamo affiancati la storia di questo territorio, con il Sinfarosa Zinfandel, e la passione accompagnata dalla tecnica, con il Raccontami della famiglia Vespa. Si conferma Tenuta Rubino con l'Oltremé, a tenere alta la bandiera del susumaniello - vitigno autoctono alla cui riscoperta la famiglia Rubino dedica tempo, risorse e passione - mentre Paolo Leo e Carvinea ottengono di nuovo il massimo riconoscimento con etichette mai iridate: il Negramaro per il primo, il Primitivo per il secondo.
Chiudiamo parlando ancora una volta della moda detestabile delle bottiglie ultrapesanti: ci sembra veramente inaccettabile che si decida di utilizzare bottiglie che superano abbondantemente il chilo di peso per 750 ml di vino fermo, e una grave mancanza di coerenza per le aziende che dichiarano di realizzare una produzione ecosostenibile o che portano avanti una viticoltura biologica o biodinamica.
Castel del Monte Rosso V. Pedale Ris. 2014 - Torrevento
Gioia del Colle Primitivo 17 Vign. Montevella 2014 - Polvanera
Gioia del Colle Primitivo Marpione Ris. 2013 - Tenuta Viglione
Gioia del Colle Primitivo Muro Sant'Angelo Contrada Barbatto 2014 - Tenute Chiaromonte
Gioia del Colle Primitivo Ris. 2014 - Tre Pini
Gioia del Colle Primitivo Senatore 2011 - Coppi
Oltremé 2016 - Tenute Rubino
Orfeo Negroamaro 2015 Cantine Paolo Leo
Primitivo 2015 - Carvinea
Primitivo di Manduria Raccontami2015 - Vespa - Vignaioli per Passione
Primitivo di Manduria Sinfarosa Zinfandel 2015 - Felline
Salice Salentino Rosso Per Lui Ris. 2015 - Leone de Castris
Salice Salentino Rosso Selvarossa Ris. 2014 - Cantine Due Palme