A un anno dall'entrata in vigore, la Legge Gadda si conferma efficace nella semplificazione delle pratiche burocratiche che favorisce il recupero delle eccedenze alimentari. E quindi la solidarietà sociale. Tra le ultime conquiste del Banco Alimentare l'accordo con Costa Crociere e quello con lo Zooprofilattico di Torino.
I benefici della legge Gadda
Festeggia un anno dall'approvazione pressoché unanime delle Camere la legge antispreco a firma Maria Chiara Gadda (166/2016), che ha il merito di aver riordinato le carte in materia di recupero delle eccedenze alimentari, favorendo donazioni di pubblico e privati. Un decreto quanto mai necessario per contrastare la piaga dello spreco alimentare, che grazie all'inedito sistema premiale ha raggiunto tanti risultati importanti da quando è entrato in vigore, alla metà di settembre 2016. Ai benefici della semplificazione burocratica, infatti, si è aggiunta un'efficace campagna di comunicazione, mirata a fare breccia nella coscienza collettiva. E in tutta Italia si moltiplicano lodevoli iniziative locali (da Bari l'esempio dei Frigoriferi Solidali) e progetti di ampio respiro, che al recupero delle eccedenze sposano finalità di solidarietà sociale. Due i traguardi recentemente raggiunti dal Banco Alimentare che ci piace segnalare a proposito.
Lotta allo spreco... A bordo di una nave da crociera
Cominciando dall'accordo con Costa Crociere, che “porta in mare la lotta allo spreco”: con il supporto della Onlus, la compagnia di navigazione ha presentato qualche settimana fa un progetto per il recupero e il riutilizzo a fini sociali delle eccedenze alimentari prodotte a bordo delle navi da crociera. Si tratta di una novità assoluta, che per ora coinvolge solo una delle navi della flotta CS, la Costa Diadema, durante lo scalo presso il porto di Savona. Di fatto l'accordo garantirà la raccolta a bordo del cibo preparato dai ristoranti dell'ammiraglia, e non servito agli ospiti; poi, il carico sarà preso in consegna dal Banco Alimentare e distribuito a un'organizzazione locale che presta assistenza ai ragazzi in difficoltà. La messa a punto del sistema di raccolta a distribuzione ha richiesto 8 mesi di perfezionamento, perché la gestione delle eccedenze potesse garantire la consegna di cibo di altissimo valore qualitativo e nutrizionale. E ora l'idea è quella di applicare il metodo ad altre realtà, coinvolgendo un numero crescente di porti italiani, come ha confermato in sede inaugurale il presidente del Banco Alimentare, Andrea Giussani. Dal canto suo, Costa Crociere si dice pronta a varare l'iniziativa su altre navi della flotta, anche grazie alla collaborazione dell'Agenzia delle Dogane e della Sanità Marittima, direttamente impegnate nelle procedure di conferimento. Nella pratica, ogni sabato la Costa Diadema entra in porto a Savona dopo una settimana di navigazione nel Mar Mediterraneo; e già nella giornata di venerdì il personale di bordo preposto si preoccupa di raccogliere i piatti ready to eat preparati dai ristoranti e mai serviti agli ospiti. Riposti in contenitori di alluminio, sigillati ed etichettati per tracciarne la provenienza, i pasti sono conservati in cella frigorifera fino allo sbarco. Poi, i volontari della Fondazione li recapitano alla Fondazione L'Ancora di Varazze, che gestisce una casa alloggio per 20 minori, ma accoglie anche rifugiati e persone in difficoltà, cui garantisce un pasto caldo. E i primi “bottini” confermano l'esigenza di reimpiegare il surplus di bordo: quasi 100 i chili di cibo sbarcati dalla Costa Diadema per essere consegnati alla struttura d'accoglienza.
L'accordo con lo Zooprofilattico di Torino
Del resto l'attività del Banco Alimentare, impegnato dal 1989 nel recupero di alimenti ancora integri e non scaduti da destinare a chi ne ha bisogno, oggi frutta 67mila tonnellate di cibo recuperato tra gdo, aziende, mercati e mense, ma si punta a raggiungere entro l'anno il traguardo delle 80mila tonnellate. E una grossa mano la fornirà il nuovo accordo raggiunto con l'Istituto Zooprofilattico di Torino, che garantirà il recupero di 9 quintali di prodotti alimentari ogni anno. L'Istituto, infatti, si impegna a consegnare al Banco i cosiddetti campioni gemelli destinati alle analisi di laboratorio (ogni campione ufficiale consegnato da imprese alimentari e di ristorazione consta di tre o quattro confezioni gemelle; quando non si riscontrano anomalie, però, se ne utilizza solo una): le confezioni intatte, finora rimaste inutilizzate nei depositi, saranno prese in carico dal Banco Alimentare, che si preoccuperà di distribuirle alle associazioni caritative piemontesi. Di queste il 60% sono prodotti da forno, farine e snack, ma in circuito rientreranno anche prodotti freschi e refrigerati come carne e formaggi, bevande, prodotti congelati e alimenti per la prima infanzia, che fino all'entrata in vigore della Legge Gadda erano distrutte e smaltite come rifiuti speciali. Delle procedure per la conservazione, ora, si occuperà il Ministero della Salute. E un nuovo traguardo nella lotta allo spreco può dirsi raggiunto.
a cura di Livia Montagnoli