Nel 1983 aveva preso le redini dello storico Caffè Il Bicerin, proprio di fronte al Santuario della Consolata. Qui alla fine del Settecento era nata la golosa bevanda delle colazioni torinesi: cioccolata, caffè e crema di latte, serviti bollenti in un bicchierino senza manico. E Torino perde un pezzo di storia.
Tutti pazzi per il bicerin. Da Cavour a Macario
Caffè, cioccolata e crema di latte. Se c’era una cosa in grado di turbare il fare compassato di Camillo Benso Conte di Cavour quello era il bicerin. E come lui, sono stati molti i torinesi (illustri o meno) e i visitatori di passaggio all’ombra della Mole – si pensi a Nietzsche, Dumas, Picasso, Macario e Totò – conquistati dal gusto accattivante della bevanda simbolo di Torino, nata insieme allo storico Caffè di piazza della Consolata 5, nel 1763. Un minuscolo locale nel cuore del Quadrilatero che oggi come allora ricorda alla città il suo legame con l’arte dell’ospitalità e la tradizione dolciaria. All’epoca in cui divenne di moda, servito bollente in grandi e golosi calici di vetro (poi sostituiti dal “bicchierino”), il bicerin era infatti accompagnato da una selezione di ben quattordici “bagnati”, specialità della pasticceria locale che allietavano il rituale della merenda borghese (e anche quella di corte).
Lo storico Caffè e una donna al comando: Maritè Costa
La ricetta originale, custodita gelosamente, la trovate ancora varcando la soglia dell’elegante Caffè Confetteria segnalato dall’insegna in ferro di fronte al Santuario della Consolata, che del suo simbolo porta il nome. Dal 1983 l’anima del Bicerin era Maritè Costa, originaria di Caluso, donna di grande personalità che negli ultimi trent’anni ha guidato saldamente il Caffè valorizzandone la storia importante e custodendo una tradizione che continua ad affascinare il pubblico eterogeneo che in inverno affolla i tavolini in marmo circondati da specchi e boiserie, i tappeti rossi sul pavimento consumato dai passi, dalle signore della Torino bene alle generazioni più giovani. Tutti ammirati nel godere della memoria di un tempo andato, che rivive nei vasi di confetti e pastiglie Leone allineati sul bancone, nelle scatole di krumiri dietro le vetrine, nelle bottiglie di vermut e rosolio, nella grande macchina del caffè che giganteggia sul banco.
Addio alla signora del bicerin
Oggi Maritè Costa non c’è più, fiaccata dalla lotta contro una lunga malattia, e lascia orfano uno dei caffè più noti d’Italia, sin dall’Ottocento gestito da donne (tra loro le signore Cavalli, Ida e Olga, conosciute in tutta Torino, che lo manterranno fino all’arrivo di Maritè Costa). A Maritè va il merito di aver riportato in auge il Bicerin, regalando agli avventori in cerca di conforto nuove golosità, dai nove tipi di zabaglione alla cioccolata da bere e da mangiare. Perché “le parole magiche sono qualità e novità” ricordava la signora del bicerin qualche tempo fa. Ora chi continuerà sulle sue orme?
Caffè al Bicerin | Torino | piazza della Consolata, 5 | www.bicerin.it