Ferma dal 2007, la pesca tradizionale del tonno (la mattanza) sull'isola siciliana si può solo simulare, come attrazione per i turisti che visitano numerosi l'ex stabilimento Florio. Ma nel 2018 la ripartizione delle quote tonno dovrebbe premiare la storica tonnara delle Egadi. Se ne discute alle Camere.
La civiltà del tonno e delle tonnare siciliane
Sessantacinque. Tante sono le tonnare siciliane che conservano memoria di una vera e propria civiltà del tonno sull'isola. Un passato antico, e una tradizione di pesca che fonde ritualità, sapienza marinara e attitudine commerciale dei pescatori isolani, che negli ultimi anni ha scontato l'impoverimento dei mari, e le conseguenti misure introdotte a tutela della pesca sostenibile e certificata (leggasi quote tonno). La maggior parte delle strutture dislocate sulle coste dell'intera regione - 16 in provincia di Palermo, 18 nel trapanese, 4 in provincia di Agrigento, 1 nel territorio di Caltanissetta, 2 nel ragusano e12 a testa nel siracusano e nel messinese – oggi sono ferme, pur restando suggestivi baluardi dell'arte del tonno: nell'arcipelago delle Egadi, sull'isola di Favignana, una delle tonnare più celebri, inattiva ormai da più di 10 anni, ha scelto di simulare un ritorno alla normalità offrendo ai visitatori che sbarcano sull'isola nell'isola uno spettacolo quasi reale. Con la partecipazione dei tonnaroti, che dall'estate 2016 hanno deciso di mettere in scena la mattanza, liberando subito dopo i tonni catturati, garantendo la sussistenza della tonnara come struttura turistica. Questo perché, fino a oggi, il permesso di pescare, per la tonnara di Favignana, come per le altre strutture siciliane, non era mai arrivato (uniche eccezioni sul territorio nazionale Carloforte e Portoscuso, entrambe in Sardegna).
Nel futuro di Favignana. Turismo e pesca sostenibile
Intanto il Dipartimento Pesca della Regione Sicilia, che proprio qualche giorno fa si è ritrovato a Favignana per discutere un programma di valorizzazione della civiltà delle tonnare, ha deciso di ricostruire un circuito che quelle strutture possa rilanciarle come attrattore turistico (del resto il museo di Favignana accoglie 60mila visitatori ogni anno), anche nell'impossibilità di riprendere la pesca, come nel caso della tonnara di Vergine Maria, a Palermo, che potrebbe trasformarsi in un porticciolo destinato alla pesca turismo. L'attenzione del convegno ospitato nell'ex stabilimento dei Florio, però, si è concentrata proprio sul futuro di Favignana, e della sua tonnara, che ha tutte le carte in regole per tornare in attività. Perché l'investimento sia sostenibile occorre ipotizzare una pesca che frutti almeno 100 tonnellate di tonno; ma prima è necessario sollecitare una ripartizione delle quote, che dal 2010 hanno portato a un progressivo ripopolamento del Mediterraneo, certificato dalla comunità scientifica internazionale. Ecco perché oggi una riapertura consapevole della tonnara, coadiuvata da monitoraggi costanti, potrebbe rivelarsi sostenibile da un punto di vista ambientale ed economico, garantendo pure la ripresa del comparto della trasformazione del pesce, generando occupazione per le famiglie di Favignana, e fornendo un modello utile per la riattivazione di altre tonnare siciliane. Quella di Formica, per esempio.
La ripartizione delle quote tonno. L'emendamento al vaglio
Considerazioni accolte proprio nelle ultime ore dal Senato riunito per l'approvazione del Decreto Mezzogiorno: secondo l'emendamento relativo alla pesca nelle tonnare presentato da Pamela Orrù, dal 2018 Favignana potrà essere ammessa alla ripartizione delle quote aggiuntive assegnate all'Italia dall'Ue. Ora bisognerà attendere la conferma della Camera dei Deputati; se arrivasse, come molti sperano, si procederà all'assegnazione della concessione di pesca tramite bando pubblico. E già pronta a partecipare è la famiglia Castiglione, che amministra la tonnara dal 1985. Insomma, il prossimo giugno il rais Salvatore Spadaro potrebbe riprendere il suo posto alla guida della mattanza. E i tonni pescati, stavolta, resterebbero in rete.
a cura di Livia Montagnoli