Una costa frastagliata e bellissima, quella del basso chietino, che da Ortona porta fino a San Salvo. Inaspettata, rigogliosa e dominata dalla presenza dei trabocchi, le suggestive macchine da pesca che punteggiano l'orizzonte e assicurano ai visitatori esperienze magiche.
È l'Abruzzo che non ti aspetti, quello della montagna profonda che scende a picco verso il mare, quello delle coste frastagliate e delle spiagge dalla sabbia dorata, di ciottoli o ghiaia, di promontori e scogliere. Un profilo inaspettato che sorprenderà chi, della costa abruzzese, ricorda la zona al nord, più quieta e uniforme. Non è così la costa chietina che racchiude un paesaggio imprevedibile con i suoi paesi arroccati, le abbazie, le fortezze e la natura selvatica e potente.
I trabocchi
La chiamano la Costa dei Trabocchi, per via di quelle strutture che emergono dal mare come mostri primitivi, di cui cantava D'Annunzio che a San Vito Chietino ebbe il suo eremo. Sono i “ragni colossali”, “gli anfibi antidiluviani” del Trionfo della Morte, strutture per la pesca che tracciano una linea di collegamento tra la terra e il mare. Perché gli abruzzesi erano contadini, gente di terra, e pur prendendo dal mare quel che potevano, non si avventuravano nelle acque subito profonde. Pescavano, sì, ma tenendosi ancorati alla terra con quei camminamenti sopraelevati e quegli avamposti meccanici che li allontanavano dalla costa senza mai toccare l'acqua. E scavalcando, di fatto, quella stretta striscia di terra che lambisce l'acqua. Non erano zone salubri, in passato, le rive, per questo poco abitate o percorse. Non si può raccontare la costa chietina senza raccontare l'orizzonte segnato da queste macchine zoomorfe che paiono giungere da un futuro remoto, o da un passato troppo lontano. Funzionali e ridotte all'essenziale per rispondere all'uso per il quale furono create: pescare con qualsiasi condizione climatica. Le reti venivano calate lentamente dalle antenne di queste creature esili ma spaventose, fatte di travi di legno e di funi, dotate da sistemi complessi di carrucole e aste.
Instabili un tempo; ma i tempi cambiano: arriva la ferrovia nel 1863 e con essa nuovi materiali e tecnologie che modificano e migliorano i trabocchi. Ora li celebra ogni anno, a luglio, una manifestazione voluta da Slow Food, Cala Lenta, che richiama nel nome proprio le reti dei trabocchi e vuole far conoscere cultura, tradizioni, tesori e storia gastronomica di quest'angolo di costa. Per saperne di più c'è il Centro di documentazione ambientale Costa dei Trabocchi a Rocca San Giovanni.
Nuovi progetti: ciclabile e ristoranti
Poi la ferrovia viene spostata all'interno e la vecchia strada ferrata abbandonata. E ora, in attesa di dare un nuovo impiego a questo serpentello che costeggia l'Adriatico, rimane solo la rovina di un tempo ormai passato. C'è in progetto una ciclabile che percorra la costa: 43 chilometri sospesi tra mare e montagna, un itinerario che potrebbe richiamare un turismo più lento e appassionato e, in previsione, dare nuovo respiro alle vecchie stazioni in disuso. Parte di un progetto ben più ampio e ambizioso che conta di mettere in collegamento la foce del Po con la Puglia, a uso dei cicloamatori. Proprio in questi giorni è stato pubblicato il bando europeo e inizia ora il conto alla rovescia per realizzare la pista ciclabile Via Verde della Costa dei Trabocchi entro il 2017. Un tassello importante per quel Bike To Coast che parte da Martinsicuro e arriva a San Salvo, e coinvolge 17 comuni e ben 3 province. Per ora, però, non rimane che ammirare le malinconiche rovine di quella conquista dei territori che era il panoramico collegamento ferrato. I trabocchi, invece, hanno trovato nuova vita ospitando ristoranti e locali sospesi sul mare, indirizzi preziosi per chi vuole vivere un'esperienza suggestiva. È cambiato anche il mare, però, non più pescoso come un tempo. Per questo un progetto vorrebbe un Parco della Costa Teatina che si spinge fino a 6 miglia dalla costa. Tra Ortona e Vasto sono 28 i trabocchi rimasti in piedi o fedelmente ricostruiti (ma questre strutture punteggiano la costa fino al Gargano) e una decina sono diventati ristoranti tipici: le baracchine come cucine e le parti aperte che ospitano i pochi tavoli. La cucina è quella locale, ovviamente, così come lo è la materia prima. Un'esperienza incredibile.
Sabbia finissima, calette, scogli e acque cristalline
Non aspettatevi, dicevamo, un litorale quieto e monotono: qui i rilievi arrivano fino a sfiorare il mare, lambiscono le acque con calette e scogliere che si alternano a spiagge sabbiose, ghiaia e ciottoli, si riflettono nel mare turchese. La montagna è lì, a un passo, col suo respiro possente. E regala panorami inaspettati per chilometri. Partiamo da Ortona e scendiamo fino a San Salvo, costeggiando la costa come avrebbe fatto, tanti anni fa, la ferrovia.
I 20 chilometri del litorale di Ortona accolgono luoghi dai nomi evocativi: Lido Riccio, Lido dei Saraceni, Punta Ferruccio, i Ripari di Giobbe, Punta dell'Acquabella con i suoi fondali ciottolosi. La Stalingrado d'Italia, come la definì Churchill, ha un passato di dominazioni e battaglie, l'ultima, appunto, tra tedeschi e alleati nella seconda guerra mondiale. La Passeggiata Orientale offre un incantevole panorama della città, che ospita il Castello Aragonese e la Cattedrale di San Tommaso.
Il paese delle ginestre, San Vito Chietina secondo la definizione dannunziana, è subito a sud, col suo Belvedere Marconi che permette di abbracciare con lo sguardo la Maiella, Ortona, spingendosi fino a Punta Penna di Vasto e le isole Tremiti. Alle spalle Villa Italia, l'eremo dannunziano, e a un passo la Marina dominata da rupi che affacciano su spiaggette e cale selvatiche e incontaminate: Calata Turchino e il suo trabocco, Rocco Mancini e Valle Grotte, che rappresenta il punto di congiunzione con Rocca San Giovanni, famosa per le sue coste, Vallevò, la Foce, la grotta delle Farfalle. E Punta Cavalluccio col suo trabocco. La vegetazione crea un panorama indimenticabile con ginestre, aranceti e uliveti si protendono fino al mare. C’è poi Fossacesia con il Golfo di Venere e la collina con l’antica Abbazia di San Giovanni in Venere, e la spiaggia della Fuggitella. Si arriva a Torino di Sangro e il bosco della riserva naturale della Lecceta. A un passo il Cimitero Britannico dei caduti nella cruenta battaglia del Sangro del 1943 ricorda un passato non ancora remoto.
Ancora più a sud si incontra i variegato profilo della costa di Vasto, in cui si alternano rocce, falesie e lunghe spiagge di sabbia finissima. Una tesoro di varietà botaniche rarissime e una zona fitta di punti rinomati per i bagnanti: Punta Aderci, dal 1998 riserva regionale che tutela del litorale roccioso, la spiaggia sassosa di Mottagrossa e quella di sabbia di Punta Penna, e poi scogliere e ancora i trabocchi che si susseguono fino a San Nicola. Ammirate il panorama dal Belvedere delle Lame dalla cittadina. È un profilo più placido quello di San Salvo, con la lunga spiaggia sabbiosa, i fondali bassi, le dune con la loro ricca vegetazione e l'area protetta del Giardino Botanico Mediterraneo, 60 ettari in cui si conservano rare specie botaniche, altrove estinte.
Escursioni e attività ricreative
Abruzzo qui significa anche Maiella: la Montagna Madre che custodisce una natura rigogliosa con oltre 2100 specie di piante diverse, un terzo dell’intera flora nazionale, e abitata da camosci, caprioli, cervi, aquile reali, orsi marsicani, lupi. È uno de tre Parchi Nazionali d'Abruzzo e si spinge verso la costa con il suo versante orientale. È talmente vicino che gli sciatori che scendono dalla Maielletta possono ammirare il mare.
Tra gli itinerari quello del Vallone di Santo Spirito a Fara San Martino, nota per la sua sorgente e per i pastifici che da questa sorgente attingono, come De Cecco e Cavalier Cocco. Non a caso, infatti, "gli antichi Mastri Pastai sostenevano che gli ingredienti per una buona pasta erano quattro: il grano di montagna, l'acqua di sorgente, l'aria pura per l'essiccazione e la lavorazione" lo dicono al pastificio Cocco, per spiegare l'eccellenza della zona per la pasta. Il percorso sale dalle Gole (a 400 metri) verso il Monte Amaro, la vetta più alta del Massiccio, a 2800 metri.
È un territorio carsico, questo, e l'argilla di questa zona una volta si usava per impermeabilizzare la lana delle cappe che proteggevano i pastori dalle intemperie e da un clima che, durante l'inverno, sa essere inclemente. Questo artigianato si è quasi perso ormai, rimane solo un lanificio, quello di Vincenzo Merlino, a portare avanti la tradizione di Taranta Peligna.
Le riserve naturali come quella di Punta Aderci o la della Lecceta offrono spunti per bellissime passeggiate naturalistiche, così come tante sono le proposte per gli appassionati di trekking, montain bike o rafting da praticare sulle rapide del fiume Aventino.
Tra le molte suggestioni anche quella di una passeggiata alla scoperta di luoghi di interesse spirituale legati a Celestino V, che porta fino all'Eremo della Madonna dell'Altare a Palena.
Un gita inusuale è quella che muove per tappe alla scoperta dei sapori tipici locali. Organizzati dal GAL Maiella Verde, il Gruppo di Azione Locale, che si occupa di far conoscere territorio e tipicità, portando i turisti alla scoperta di oliveti e pasticcerie, agriturismi e fornai, tra visite e lezioni di cucina.
La cucina
La cultura gastronomica qui viaggia su un doppio binario: da una parte quella rurale frentana, dall'altra quella marinara. Entrambe sono cucine robuste, genuine e semplici. Pallotte cacio e ove, pizz' e foje, agnello sotto il coppo, e poi la pizza scima, la focaccia azima con olio e vino dalla caratteristica superficie a losanghe, detta cancellata. Tradizionalmente si cuoce sotto il coppo, un coperchio di ferro o ghisa sul quale si poggiano le braci. Lanciano (che è a 12 chilometri dalla costa) era zona di transumanza e questo era uno dei pani caratteristici. È una cucina contadina, oggetto di diverse iniziative di rivalutazione da parte del Gal, oltre agli itinerari turistici, anche il progetto I 10 sapori da salvare, a salvaguardia di alcuni prodotti, tra cui il famoso peperone dolce di Atino, la ventricina del vastese, il salsicciotto frentano, il carciofo di Cupello, l'olio di Intosso e via così, tra prodotti ancora poco conosciuti al di fuori di questa zona. Da riscoprire sono anche i fagioli bianchi e neri, detti Suocere e nuore.
Quella frentana è una cucina povera, intensa e di carattere, allo stesso modo di quella costiera, dominata dal pescato locale, sincera e golosa. Tipici di questa zona le pelose, granchi di scoglio protagonisti in umido di minestre brodose e ricchissime, con maltagliati o senza. Non è una cucina addomesticata, soprattutto quella dei trabocchi: marinature veraci, grosse lumache ripiene, insalate di polipo, cozze ripiene, pesce azzurro e poi pesci e crostacei a condire paste fatte in casa: chitarra e sagne. Ma il vero re delle tavole qui è il brodetto di pesce alla Vastese o alla Sanvitese. La ricetta varia di poco, principalmente nell'uso del pomodoro: rossa a Vasto, bianca a Giulianova. Era il piatto dei pescatori che mettevano a frutto le rimanenze della vendita del pesce migliore. Si trattava, evidentemente, di un piatto povero, di recupero dei pesci invenduti perché rovinati dalle reti, anche se non mancano versioni gourmet come quella di Nicola Fossaceca a San Salvo. Un tegame di coccio con acqua di mare, olio, cipolle, aglio e peperoncino, cui poi si aggiungono i pesci – di almeno 6 tipi - in tempi diversi, secondo taglia e secondo tipologia. E poi veniva cotto solo scuotendolo un po', ma mai girandolo. Il sugo, più o meno rosso, rimane lo stesso molto saporito. Si usa per bagnare le fette di pane prima di mettervi sopra il pesce. Serve abilità e conoscenza del pescato per poter preparare un brodetto come si deve.
Uno dei dolci tipici è il bocconotto di Castel Frentano: frolla impastata con olio di oliva e ripiena di cioccolato, mandorle tostate e tritate e cannella. Un dolce casalingo che sta vivendo un momento di grande successo, grazie all'iniziativa dei cugini Andrea Montebello e Carmine Medaglia, che nel 2012 hanno creato la Bocconotteria, e dato nuova veste alla tradizione di famiglia con un locale moderno, declinato sui materiali naturali, con sedili in cartone e spighe decorative. Se riuscite, però, date un'occhiata al laboratorio: troverete all'opera mamme e zie e altre signore che mantengono in vita la tradizione e, con abilità e velocità inimmaginabili, preparano i dolci completamente a mano. Circa 100 l'ora, 3000 al giorno. L'impasto semiliquido, le materie prime locali: olio (non nuovo) e grano. Il bocconotto originale, nel XIX secolo, era preparato con il sanguinaccio, ma oggi i gusti sono cambiati.
Il chietino è anche zona di olive e di olio extravergine. Tipica di questa zona è l'intosso, insieme al cucco, nebbio, olivastro. Gli olivi sposano gli agrumeti nella tradizionale lavorazione dell'olio agrumato realizzato, tradizionalmente, macinando olive, insieme ai rinomati limoni e arance locali, un tempo usati per pulire le macine. L'azienda Trappeto di Caprafico imbottiglia all'ordine, per mantenere integre le qualità organolettiche e nella versione agrumata usa solo gli oli essenziali di limoni e aranci, segnando un'evoluzione nella tradizione locale, così come lo è la bag in box, scelta per mantenere intatte le proprietà dell'olio e avere il massimo nella conservazione. Per Ursini, tra le aziende più note fuori dai confini regionali, la proposta si muove tra un catalogo molto ampio di extravergine monocultivar (come il premiato da Gantile di Chieti), blend, anche aromatizzati e speziati, sottoli, sughi, pestati, conserve e altre specialtà di altissimo livello.
Informazioni
http://www.costadeitrabocchi.net/
Vasto Film Festival | Vasto (CH) | dal 19 al 23 agosto 2015 | http://www.vastofilmfest.it/
Centro di documentazione ambientale Costa dei Trabocchi | Rocca San Giovanni | http://www.comuneroccasangiovanni.gov.it/centro-di-documentazione-ambientale
Dormire
Al Vecchio Teatro | Ortona (CH) | Passeggiata Orientale | tel. 085.9064495 www.alvecchioteatro.com – CASTELLO DI SEPTE | | Mozzagrogna (CH) | località Castello di Septe | tel. 0872.578940 | www.castellodisepte.com
Milena bed&breakfast | Lanciano (CH) | via Torre Sansone, 29 | tel. 345.8718259 | www.milenabb.it
Residence Hotel Miramare | San Vito Chietino (CH)| Via Vespucci 1 | tel. 0872.61072 | www.hotel-miramare.info
Mangiare
Marina Ristorante | San Salvo Marina | Via Pigafetta, 70 SS 16, Piazzale Agip S.S.16 | tel. 0873.803142
Al Metrò | San Salvo (CH) | via Magellano, 35 | tel. 0873.803428 | http://www.ristorantealmetro.it/
L’Angolino da Filippo | Marina di San Vito Chietino (CH) | via Sangritana, 1 | tel. 0872.61632 | www.langolinodafilippo.com
L’Angolino sul Mare | Francavilla al Mare (CH) | contrada Sette Venti, 9| tel. 085.810486 | www.langolinosulmare.it
Bocconotteria di Castel Frentano | Lanciano (CH) | via E. Tinari, 6 | tel. 0872.716312 |www.bocconotti.com
Trappeto di Caprafico | Casoli (CH) | località Caprafico 35 | tel. 0871.897457 | www.trappetodicaprafico.com
Ursini | Fossacesia (CH) | Villa Scorciosa | via Strada Provinciale S.Maria La Nova, 12 | tel. 0872.579060 | http://ursini.com
Trabocchi
Trabocco Valle Grotte | San Vito Chietino (CH) | Località Fosso Canale n. 1 | tel. 348.5479587 | www.traboccovallegrotte.it
Trabocco Punta Isolata | Rocca San Giovanni (CH) | cont. Cont. Vallevò | tel. 339.5811338 | http://www.traboccopuntaisolata.com
Trabocco Punta Cavalluccio | Fossacesia (CH) | cont. Piane Favaro, 267 | tel. 338.5980985 – 333.3010800 | http://www.traboccopuntacavalluccio.it/#home
Trabocco Punta Punciosa | Rocca San Giovanni (CH) | vv 16 Adriatica | tel. 348.8013849- 366.9379376 |
https://www.facebook.com/trabocco.puntapunciosa?ref=tn_tnmn#_=_
Trabocco Pesce Palombo | S.S. 16 Adriatica, Fossacesia (Ch) | S.S. 16 Adriatica, Fossacesia (Ch) | tel. 333.3055300 | http://www.traboccopescepalombo.it/
a cura di Antonella De Santis
foto di Alessio Tagliavento Photography
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