Piccoli produttori e grandi vini di Sardegna. Alla scoperta di cantine che hanno iniziato a produrre da poco, puntando fin da subito sul lavoro in vigna, sul rispetto delle varietà e sulla esaltazione del territorio. E dopo qualche vendemmia, i vini hanno già espresso tipicità e unicità.
C’è chi ha studiato giurisprudenza, ma le vendemmie della vigna di famiglia non le ha mai saltate. C’è chi ha lavorato per tanti anni come architetto, ma non ha mai abbandonato l’attività contadina. C’è chi ha ereditato aziende agricole dai propri genitori, piccole o grandi, e da subito ha deciso di mettere in bottiglia la produzione vinicola. Storie diverse, accomunate da un’idea simile. La Sardegna del vino è un variegato puzzle di terreni, di microclimi e di tradizioni diverse nel fare il vino. Conoscere queste differenze significa riuscire a esaltare un territorio, metterlo in bottiglia per poi farlo arrivare ovunque nel Mondo, anche se la produzione si limita a pochi migliaia di pezzi. Solo così il vino diventa ambasciatore di una zona, di un paese, di una comunità. Le varietà utilizzate sono sempre quelle autoctone, della tradizione. Ma, anche qui, a comandare è il territorio e gli stessi vitigni riescono a dare sensazioni diverse da zona a zona.
Vini e vitigni: gli autoctoni rossi di Sardegna
Un emblema di questa diversità è rappresentato da Mamoiada, paese barbaricino che può vantare ancora vigne vecchissime coltivate ad alberello su disfacimento granitico, ad altitudini importanti che arrivano a 700 metri. L’uva cannonau è la protagonista indiscussa: matura molto bene per il caldo della giornata, ma la forte escursione termica notturna la conserva in tutta la sua integrità e ciò dà origine a vini strutturati ma freschi e dall’acidità balsamica. Se scendiamo un po’ più a Sud, sempre nel cuore della Sardegna, troviamo il Mandrolisai, una delle poche Doc sarde che porta esclusivamente il nome del territorio, dove il cannonau incontra altre due uve tradizionali, bovale e monica. Più a sud, nel Sarcidano, sono diverse le uve a bacca rossa, tra cui la barbera sarda, che danno origine a vini freschi ed eleganti, dalla beva scorrevole, ma sempre tipici e di carattere. Diverso il Cannonau che troviamo in Ogliastra, più sapido e marino, dai sentori di macchia, che rappresenta molto bene il rosso della costa orientale sarda.
Vini e vitigni: gli autoctoni bianchi di Sardegna
Ma i nuovi protagonisti dei territori del vino sardo non si fermano alle varietà rosse. In Gallura regna il vermentino, diverso dalle altre zone della Sardegna per via dei terreni a granitici che, con la complicità delle correnti marine delle escursioni termiche, offrono vini sapidi, di buona mineralità e freschezza. All’estremo Sud, invece, le uve bianche del territorio di Serdiana, grande paese del vino a pochi chilometri da Cagliari, sono uniche e crescono perlopiù su terreni calcareo-argillosi. Anche qui c’è il vermentino, affiancata dalle tradizionali nasco (ideale per la produzione di vini dolci, ma non solo) e nuragus. Quest’ultima fino a pochi anni fa veniva considerata un’uva di serie b, ma ora, grazie alla scommessa di alcuni produttori, sta ritrovando una sua giusta dimensione. Il segreto sta sempre nel trovare il giusto terreno per l’impianto. Perché troppo spesso si sente ripetere che il vino si fa in vigna, ma poi è la cantina a dettare legge. Salvo poi trovare alcune cantine che fin dalle prime annate hanno grande considerazione del territorio. Nonostante molte di queste siano piccole e alcune fanno per ora poche migliaia di bottiglie i vini sono già grandi: la loro bontà risiede tutta nell’essere specchio della terra che li ha generati.
Le vigne dell'azienda Gungui in Mamolada
Mamoiada
Una vigna di 20 anni, ad alberello, di un ettaro e mezzo. È da qui che nel 2015 nasce il Berteru (sincero, in lingua sarda), un Cannonau di Sardegna che incarna in pieno il terroir di Mamoiada. Artefice di tutto ciò Luca Gungui, giovane mamoiadino, con un passato nel mondo dell’amministrazione pubblica, ma da sempre con la passione di famiglia, coltivare la terra, produrre vino. La vigna la eredita dai nonni che hanno sempre prodotto lo sfuso. La vinificazione è semplice, usa solo l’acciaio, con l’idea di far emergere – in questa prima annata – tutte le caratteristiche primarie dell’uva cannonau, in un territorio unico dove i terreni a disfacimento granitico sono molto acidi. La differenza qui la fa l’altitudine (siamo a 650 metri) che regala finezza e leggiadria a un vino a cui di certo non manca il corpo. Le bottiglie prodotte in questa prima annata sono 1.200 e ora si guarda ai prossimi millesimi: a giugno è usscita la 2016, mentre a dicembre uscirà la Riserva 2015, frutto di un invecchiamento in botte grande. Ma c’è anche un’altra novità: Luca ha preso in affitto una vecchia vigna di 60 anni che darà vita alle future riserve. Il percorso è appena iniziato, ma la strada – quella giusta – sembra essere già segnata.
Cannonau di Sardegna Berteru ’15
Dal colore rosso rubino brillante, il Berteru è un vino che affascina fin da subito per le note olfattive, molto fini e pulite. Ribes, fragolina di bosco, ciliegia e prugna anticipano un sorso incredibile per scorrevolezza e semplicità di beva. Il naso si completa con tocchi floreali, di rosa, e non manca un tocco balsamico. Perfetto nell’equilibrio tra acidità e tannino, è vellutato e cremoso, caldo, ma sempre vibrante e dinamico. Finale elegante e fine, profondo. Una grande prima annata che fa salire le aspettative per i prossimi millesimi e per la Riserva frutto di questa stessa vendemmia.
Luca Gungui | Mamoiada (Nu) | c.so Vittorio Emanuele 21 | tel. 347 332075 \ cantinagungui@tiscali.it
Azienda Carboni
Mandrolisai
Il Mandrolisai è una subregione al centro esatto della Sardegna. Bellissima dal punto di vista paesaggistico, rappresenta uno dei territori del vino storici in Sardegna. Nei primi anni ottanta è stata istituita la Doc Mandrolisai, una delle poche nell’Isola che punta tutto sul territorio senza menzionare le uve. Bovale, cannonau e monica, sono le varietà che compongono i vini e, storicamente, l’assemblaggio viene fatto in vigna con l’utilizzo di almeno il 35% di bovale sardo (localmente chiamato muristellu) a cui si aggiungono le altre due uve in parti uguali. L’allevamento è perlopiù ad alberello e sono tante le vigne vecchie che compongono la superficie vitata.
Carboni è un'azienda fondata da Giuseppe, ma ora sono i figli Gian Nicola ed Elisa a occuparsene. 14 ettari in tutto per 4 etichette. Tre classificate come Igt e una come Mandrolisai Superiore, frutto di un’unica vigna molto vecchia di ben 80 anni situata a 700 metri sul livello del mare: un vero e proprio cru che rappresenta in pieno un territorio unico che andrebbe valorizzato sempre di più.
Balente ’14
Il Balente è un rosso ottenuto da bovale sardo, cannonau e monica. Pur essendo un assemblaggio che potrebbe rientrare nella Doc Mandrolisai, qui si decide di uscire come Igt. Altra scelta è quella di vinificare solo con l’uso dell’acciaio per esaltare al meglio le caratteristiche primarie che le tre uve regalano. I profumi spaziano dal frutto rosso maturo alle resine, dalla rosa passita al sottobosco. La bocca è calda, morbida, ma scandita da buona acidità.
Mandrolisai Sup. Balente ’13
È il vino più importante della gamma prodotta, porta lo stesso nome dell’etichetta Igt (Balente), ma qui c’è la Doc Mandrolisai a dettare le regole. La versione è quella Superiore, frutto delle migliori uve che provengono da un unico vigneto di 80 anni, posto a 700 metri slm. Il territorio del centro Sardegna si riconosce subito grazie ai profumi di macchia, frutto rosso maturo, corteccia e sottobosco, che anticipano un sorso deciso e caldo, dove la struttura non manca, ma è aiutata dall’acidità che equilibra la beva e spinge il vino in un finale profondo e saporito.
Carboni | Ortueri (NU) | via Umberto, 163 | tel. 0784 66213 | vinicarboni.it
I vini dell'agricola Soi
Sarcidano
Stefano Soi è un architetto, che ama la sua professione e la affronta con dedizione e amore. Ma la sua passione non riguarda solo l’architettura. Da sempre la campagna, la vigna, il vino hanno fatto parte della sua vita e i ricordi dei vigneti di famiglia nel Parco dell’Uccellina in Maremma sono sempre stati presenti nella sua mente. E grazie a quei ricordi che qualche anno fa Stefano decide di comprare alcuni ettari di terra a Nuragus, nel Sarcidano, per impiantare delle vigne: sceglie le marze da altri territori vocatissimi in Sardegna (nessun acquisto di barbatelle da vivai) e inizia a coltivare cannonau, bovale sardo, cagnulari, monica e barbera sarda. Quattro ettari di vigna in tutto, posti su terreni ricchi di scheletro, formato da pietrame e arenarie. Tre i vini per ora proposti per un totale di 12mila bottiglie: il Soi, un Cannonau di Sardegna vinificato solo in acciaio, il Lun, Igt ottenuto da assemblaggio delle altre varietà presenti in azienda e, ultimo nato, un passito da uve cannonau frutto della vigna più vecchia, impiantata su terreni sabbiosi e ricchi di ciottolame di fiume.
Cannonau di Sardegna Soi ’14
Porta il nome del fondatore dell’azienda il Cannonau di Sardegna del Sarcidano. Dal colore rosso rubino brillante si caratterizza per dei profumi di mora e ribes, ciliegia e tabacco. L’annata 2014 regala un palato freschissimo, dalla beva vibrante e tonica. Tutto è giocato su un equilibrio magistrale tra acidità e tannino, morbidezza e sapidità. Il finale, pulito e fresco, è profondo, lungo e giocato sul riemergere delle note olfattive.
Lun ’14
Il Lun è il rosso di casa Soi frutto dell’assemblaggio di tutte le uve presenti in azienda. Barbera sarda, cannonau, monica e cagnulari offrono un rosso di buon corpo, dal naso complesso e articolato. I profumi ricordano la frutta matura, le resine nobili, le spezie e il sottobosco, mentre in bocca è fitto, dal tannino presente e maturo e marcato da una buona sapidità che segna la beva e spinge il vino in un bel finale saporito.
Agricola Soi | via Cucchesì, 1 | Nuragus (Ca) | tel. 0782 818262 | agricolasoi.it
Panorama sulle Tenute Gregu
Gallura
La famiglia Gregu, di origine fonnese ma trasferita a Olbia una quindicina di anni fa, ha fondato di recente una bella realtà vitivinicola guidata dal giovanissimo Raffaele Gregu. Trenta ettari in tutto divisi in due corpi, per la maggior parte allevati a Vermentino: in uno troviamo le vigne impiantate quindici anni fa, nell’altro gli impianti più giovani da qualche anno in produzione. I vigneti si trovano in un areale molto vocato per la produzione vinicola, tipico del territorio gallurese: terreni a disfacimento granitico, posti a 450 metri sul livello del mare, tra i comuni di Monti, Telti e Calangianus. Una zona piuttosto interna, in cui non mancano le correnti del mare che, unite alle forti escursioni termiche garantiscono vini di grande freschezza e mineralità. La prima annata è stata la 2014 e già la qualità (forti anche di una bellissima vendemmia) si è notata subito. Con la 2015 arriva la certezza che la strada intrapresa è quella giusta, grazie a vini che rappresentano bene il terroir del nord est della Sardegna.
Vermentino di Gallura Sup. Selenu ’15
C’è tutta la Gallura in questo Vermentino Superiore Selenu al secondo anno di produzione. L’ottima annata 2015 regala un vino di buona aromaticità, dove le note principali riconducibili al vitigno si sommano alle tipicità del territorio. Agrume e mimosa si percepiscono subito, seguite da sentori di erbe aromatiche, agrumi e iodio. In bocca è fresco, dalla buona acidità, leggermente aromatico e contraddistinto da un finale sapido che armonizza la beva e regala profondità.
Cannonau di Sardegna Animosu ’15
Non solo bianchi nelle Tenute Gregu. L’animosu è un Cannonau di Sardegna che trasmette molto bene le tipicità dei suoli galluresi nei vini rossi. Freschissimo fin dai profumi caratterizzati da piccoli frutti di bosco e arancio e ciliegia. In bocca è fresco e scorrevole, dalla beva morbida scandita da un tannino maturo e dolce. Bel finale, profondo e ritmico.
Tenute Gregu | loc. Giuncheddu | Calangianus (OT) | tel. 348 0364383 | tenutegregu.it
Sulcis
Il Sulcis è un territorio unico nel panorama viticolo sardo. Ci troviamo nel sud ovest dell’Isola, in una porzione di terra dove il protagonista indiscusso è il carignano, uno dei grandi vitigni autoctoni sardi. Qui lo scenario è ancora dominato da vigne vecchissime, coltivate ad alberello su sabbia. La coltivazione su terreni molto vicini al mare ha permesso a molte piante di resistere alla fillossera e alcune viti superano gli ottant’anni di età. L’azienda Bentesali, nel 2016 la terza vendemmia, è una realtà fondata dai fratelli Basciu, vignaioli da generazioni, che solo nel 2014 hanno deciso di imbottigliare con una loro etichetta anziché continuare a conferire le uve. Le vigne si trovano a Sant’Antioco, a due passi dal mare, e nel 2015 hanno prodotto in tutto 4500 bottiglie, frutto esclusivamente di vecchi impianti a piede franco. Molto lavoro in vigna e tanta manualità hanno assicurato un vino sincero e tipico. Per ora si appoggiano alla Cantina Giba per la vinificazione, ma presto saranno autonomi con la produzione che conta di arrivare intorno alle 6mila bottiglie per il millesimo 2016.
Carignano del Sulcis Bentesali ’15
C’è tutta la tipicità del Sulcis e di Sant’Antioco nel Carignano firmato Bentesali. A partire dalle note olfattive che fanno capire subito che ci troviamo vicini al mare. Iodio, macchia mediterranea, spezie e frutto maturo caratterizzano un naso particolare e complesso. La bocca ha un attacco morbido e cremoso, avvolgente, con la struttura tipica del carignano che gioca un ruolo importante. Il ritmo e la beva sono dati dalla parte sapida che, unita a un tannino maturo regala una grande piacevolezza di beva. Finale saporito e lungo, giocato sul riemergere di note speziate e di frutto maturo.
Bentesali | tel. 330 739519 | Sant’Antioco (CA) | vignebentesali.it
Ogliastra
L’Ogliastra è un territorio che si affaccia sulla costa orientale sarda. Da un lato il Tirreno, dall’altra il versante est del Gennargentu. Le vigne sono collocate ad altitudini spesso ridotte, ma qui la vera differenza la fanno i venti marini e i terreni. Roberto e Lorenzo Pusole sono due giovani viticoltori che, credendo negli aspetti territoriali che caratterizzano i vini, lavorano cercando di valorizzare il più possibile la singola varietà coltivata in un preciso terreno. Gli ettari vitati di proprietà sono otto, di cui quasi tutti impiantati a cannonau. Nel resto si trova vermentino e cannonau bianco, una varietà antica ma poco presente nell’Isola. Il cannonau è impiantato su terrazze alluvionali, alcune molto antiche, altre più recenti. Diverso il terreno del cannonau destinato al rosato, dove lo scisto è il protagonista, ideale anche per il cannonau bianco. Infine il vermentino è coltivato su sabbione di granito. Tutto ciò da origine a una produzione di 20mila bottiglie circa, divisi in 5 vini, tipici e affascinanti fin dalle prime vendemmie.
Cannonau di Sardegna Pusole ’15
Se l’obiettivo era quello di fare un Cannonau rappresentativo dell’Ogliastra e della costa orientale, sicuramente i fratelli Pusole ci sono riusciti col rosso che porta il loro nome. Nonostante la calda annata 2015 si è fatta sentire, il vino – vinificato solo in acciaio – regala profumi di rosa passita, prugna, frutti di bosco e non manca un leggero tocco speziato. In bocca è molto elegante, fresco, dal tannino morbido e fine. A fronte di un’acidità (percepita) contenuta la forza e l’equilibrio arrivano dalla sapidità che fa pensare subito a un vino marino e mediterraneo. Finale in grande stile per profondità, pulizia e un’aromaticità tutta scandita dalle note avvertite al naso.
Vermentino di Sardegna Pusole ’15
Non solo Cannonau in casa Pusole. Il Vermentino di Sardegna ‘15 sorprende per dei profumi di lime e cedro, di mimosa e erbette aromatiche. Leggermente buccioso e dai lievi sentori di cereale percepiti in un secondo momento, il vino regala un sorso sapido e ritmico, vibrante e fresco. Bel finale pulito e invitante, profondo e scorrevole.
Pusole | loc. Perda ’e Cuba | Lotzorai (NU) | tel. 333 4047219 |
La cantina Audarya
Serdiana
Audarya è una realtà giovanissima, guidata dai fratelli Salvatoree NicolettaPala. La 2016 è la loro terza vendemmia, anche se la produzione vitivinicola è presente da sempre nella loro vita: fu il nonno Salvatore (scomparso a dicembre scorso all’età di 93 anni) a fondare un’azienda che negli anni è diventata un vero e proprio simbolo della viticoltura di Serdiana. Ora Salvatore e Nicoletta possono contare su 37 ettari vitati, ma per ora solo le uve di 15 ettari danno origine all’imbottigliato che nel 2016 è arrivato a 120mila bottiglie. Sette le etichette prodotte finora, tutte da singola varietà: un Cannonau, un Monica, un Bovale per i rossi, due Vermentino, un Nuragus, un Nasco per i bianchi.
Le vigne si trovano in prevalenza in agro di Serdiana e i terreni sono perlopiù calcarei, argillosi con alcune presenze di sabbie. In generale terreni poveri che danno origine a vini molto sapidi, dalla buona freschezza e caratterizzati da finezza olfattiva e da una beva scorrevole e profonda. La vinificazione, molto semplice, si avvale per ora solo di tini in acciaio. Solo il Bovale Nuracada affina in barrique di rovere francese. Ma l’azienda non smette mai di sperimentare, sempre nel rispetto della vigna e dei vitigni che da sempre sono i protagonisti a Serdiana e in tutto il Parteolla.
Vermentino di Sardegna Camminera ’15
Il Camminera rappresenta la selezione massima di uve vermentino presenti in azienda. Tipicità e complessità gusto olfattiva sono garantite da una vinificazione che vede il bianco di casa Audarya sostare sulle bucce per alcune ore. Ora, dopo un anno circa di bottiglia, il 2015 è alla sua massima espressione e ciò lo si nota da un naso variegato e affascinante che offre note di cedro, anice, rosmarino, frutto bianco e scorza di limone. La bocca è sapida, scorrevole e fine, si avverte una leggera percezione tannica che dà ritmo e bevibilità. Finale saporito, marino, iodato, ma soprattutto profondo.
Nuragus di Cagliari ’16
Il Nuragus di Cagliari frutto dell’ultima vendemmia ci offre una delle prime prove che l’annata 2016 sarà ottima, specie per i bianchi del Sud Sardegna. Nonostante l’estrema gioventù, il vino offre un naso pulito e nitido, dai sentori di limone, erbe mediterranee e fiori di campo. La bocca è pulita, di buona acidità e la sapidità spinge il sorso in un bel finale fresco e asciutto.
Serdiana | Audarya | s.s. 466 | Serdiana (Ca) | tel. 070 740437 | http://www.audarya.it/
a cura di Giuseppe Carrus