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Torino. Apre Artemisia Bistrot di Federico Allegri e il Bistrot nella nuova Nuvola Lavazza

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Una proposta molto centrata sulle erbe, che arrivano fresche da una raccoglitrice del Roero; e poi tanti classici della storia in cucina dello chef torinese, che dopo una parentesi al San Quintino Resort torna nella sua città. E apre a San Salvario un locale originale, che è tavola d'autore per la cena e ritrovo per un dopocena all'insegna della miscelazione di qualità. 

La nuova tavola di San Salvario

Si è fatto conoscere e apprezzare nel suo ristorante di Rivoli, poi la parentesi al San Quintino Resort di Busca nel Cuneese e adesso – da qualche giorno – il ritorno nella sua città, Torino. Federico Allegri ha scelto San Salvario, il quartiere più vivace e multietnico, per riproporsi sulla piazza dove si è formato, prima al Vintage 1997 e poi da Marcello Trentini, in arte Magorabin.

L’Artemisia Bistrot, questo il nome scelto per il nuovo locale, si presenta come un cocktail-restaurant e nasce dove c’era il Welcome Cargo di cui eredita gli arredi, con pochi aggiustamenti, e la bella cucina. “Finalmente ho a disposizione le attrezzature che desideravo, adesso si tratta di mettere assieme una piccola brigata su cui fare pieno affidamento” spiega Allegri. La sala è nelle mani, impeccabili, di Elisa Vasettini, la sua compagna, mentre il bancone del bar e i cocktail (da provare) sono affidati alla barlady Carola Abrate. E qui sta l’originalità del locale, perché si può entrare per un aperitivo o per un finale di serata accomodandosi al bar o al tavolone per bere qualcosa e scegliere anche un solo piatto.

La proposta gastronomica

La carta (piatti da 12 a 22 €, con un menu degustazione di 5 portate a 38 €) propone alcuni classici di Allegri, mentre in cantiere ci sono nuovi piatti. “Sto facendo sperimentazioni sulle consistenze e sul contrasto di gusti. Mi piace tutta la cucina, non voglio fossilizzarmi, amo sia i classici, proposte forse più facili, sia cotture e combinazioni più complesse” aggiunge Allegri. I clienti affezionati troveranno in carta il vitello tonnato e il calamaro alla brace, le sfere di gnocchi al Wasabi con consommé di cipolla bionda e la triglia di scoglio con la sua essenza, ma lo chef sta inoltrandosi anche su altri percorsi. Ecco allora, servito quasi come appetizer il gelato allo zafferano greco con bottarga di muggine; poi la vongola nera d’Islanda abbinata all’animella di agnello fritta, il tortello affumicato con legno di faggio, il coniglio che incontra le lumache, l’agnello islandese (un pré salé di latitudini artiche) con melanzane e cipollotto. “L’agnello è già in carta, molti degli altri piatti è probabile che lo saranno fra settembre e ottobre” precisa Allegri. In tutti i piatti c’è un tocco vegetale, d’altra parte il bistrot si chiama Artemisia. “Non voglio seguire la moda, ma le erbe apportano sfumature di gusto e completano il piatto. Noi collaboriamo con una raccoglitrice che opera nella zona di Priocca, nel Roero: ordiniamo il martedì, e il venerdì abbiamo le erbe in cucina.” Il futuro della cucina di Allegri si prospetta molto green.

Una città in fermento. Il Bistrot della Nuvola Lavazza

Intanto, in una città in fermento che ha visto la recente inaugurazione della nuova Fondazione Agnelli a cura di Carlo Ratti (con la Gastronomia Torino di Alfredo Russo) e, probabilmente nel mese di ottobre, saluterà l'esordio di EDIT, all'ex Incet di Barriera di Milano (ma è prossimo all'apertura anche il Bistrot di Antonino Cannavacciuolo, alla Grande Madre), anche il cantiere della Nuvola Lavazza procede spedito. Nel 2018 si attende l'inaugurazione del ristorante firmato Ferran Adrià, Condividere, con la cucina di Federico Zanasi, ma intanto il quartier generale dell'azienda piemontese, in zona Aurora, prende forma sotto la direzione dell'architetto Cino Zucchi. Oltre 600 dipendenti si sono già trasferiti nei nuovi uffici, ipertecnologici e improntati al co-working; ed ecco allora il Bistrot per la pausa pranzo, uno spazio di ristorazione innovativo aperto anche alla città, operativo da qualche giorno e sviluppato in collaborazione con Slow Food (e con lo zampino di Gianluca Biscalchin per la grafica del logo). Un'idea nuova di mensa aziendale, progettata in collaborazione con RGA per gli interni, e nata all'interno dell'ex centrale Enel ristrutturata, con vista sul giardino e sulla città. Da mangiare cucine diverse e differenti culture alimentari che coesistono. In attesa del ristorante gourmet.

 

Artemisia Bistrot |Torino | via Principe Tommaso 18 a |tel 011 7607495 | aperto solo sera, ferie 15-31 agosto. Chiuso domenica e lunedì

a cura di Dario Bragaglia


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