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Vini, usi e consumi di Toronto. Un'altra faccia dell'America

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Non lontana fisicamente dall'America di Trump, la città più popolosa del Canada sembra essere una meta ideale per i vini italiani: mentre si attendono i primi effetti dell'accordo internazionale Ceta, salgono i consumi.

Numeri alla mano, Toronto sarebbe la settima città dello Stivale. Ben 430 mila gli abitanti di origine italiana. Toronto è una città di giovani e per giovani, con una comunità asiatica sempre più radicata - ingentissimi, in questo senso, gli investimenti nel settore edilizio - cosmopolita come pochi altri centri in Nord America e, quindi, nel mondo. Il tour del Gambero Rosso, quinta volta in città, è coinciso con l’arrivo delle prime giornate di luce e d’estate, con i tassisti divertiti nel raccontarci l’effetto Trump: “Non si sono mai visti così tanti americani in città come negli ultimi sei mesi”.

 

 

Il Gambero Rosso a Toronto

Sono stati tre giorni di degustazioni, visite nei ristoranti, pizzerie e seminari mirati. Il primo evento è stato diretto alla rete vendita del monopolio degli alcolici dell’Ontario, istituito 90 anni fa in piena epoca proibizionista: si chiama Lcbo (Liquor Control Board of Ontario) è oggi uno dei più grandi acquirenti di vino al mondo, con oltre 650 negozi e un fatturato che supera i 5 bilioni di euro l’anno.

Partecipatissimo il seminario, tenuto da Eleonora Guerini e Lorenzo Ruggeri, sui premi speciali della guida Vini d’Italia 2017, un lungo incontro che ha confermato l’attenzione e la curiosità altissima dei venditori del monopolio per le varietà autoctone italiane, in particolare sui bianchi ancora conosciuti in Ontario.

Il 9 giugno è, invece, stato il giorno dei Tre Bicchieri nel complesso del Liberty Grand, anche noto come Exibition Place. Oltre 50 produttori italiani si sono cimentati con gli operatori. In programma anche il seminario guidato ‘All Roads lead to Rome’, Molto apprezzata l'impostazione del seminario in programma a Toronto. Una degustazione guidata di 10 vini, una batteria dal sapore storico sulle tracce delle antiche strade consolari romane che ha portato gli operatori nei percorsi lastricati di via Appia, via Emilia, via Cassia, via Salaria e via Traiana, fino a giungere dentro la provincia di Roma, con i vini della doc Marino e concluso all’interno del vasto territorio della Doc Roma.

 

Le previsioni della critica di settore: puntare sulla Campania

Tra gli addetti all’evento anche Paul Farrell, vintage wine manager del monopolio. “I vini biologici sono cresciuti del 4% nell’ultimo anno, il mercato italiano sta facendo meglio della Francia che gode ancora di quote dominanti. La Toscana continua a tirare le vendite, nei nostri negozi abbiamo visto un netto passaggio da clienti che prima compravano Chateauneuf du Pape e ora Brunello. La regione con i migliori margini di crescita? Sicuramente la Campania, ha tutte le carte in regola per fare bene, i vini migliorati tanto tecnologicamente, molto più della Puglia, sono vini di carattere che si trovano ancora poco”.

John Szabo, master sommelier e autore di diversi libri tra i quali l’ottimo Volcanic Wines, Salt, Grit and Power aggiunge il suo carico. “Un vino che dall’Italia parte a 6 euro arriverà a costare sugli scaffali oltre i 30 dollari, metti il ricarico del ristoratore, poi le tasse e le mance, arriverai a pagarla anche 100 dollari mentre ceni”. Anche lui ci confessa un debole per i vini della Campania, in particolare Campi Flegrei e Irpinia. “Sono innamorato di quei vini anche se è difficile trovarli qui e i Consorzi di Tutela non sembrano aiutare le aziende in questa promozione. Èdifficile aggirarsi in quel panorama”, chiosa. 

 

 

Produzione interna ed etichette straniere

Sul fronte produttivo interno, i numeri sono in netta ascesa. “Per darvi l’idea quest’anno al concorso enologico di Halifax saranno ben 600 le aziende canadesi in degustazione, con una qualità media in crescita”, commenta David Lawrason, critico del celebre sito Wine Align, che assaggia e valuta in anteprima tutti i vini importati dal monopolio e grazie a un accordo con quest’ultimo è in grado d’indicare anche in tempo reale la reperibilità e la quantità di ogni singolo vino tra gli scaffali del Lcbo. “La selezione del Monopolio può essere frustrante come varietà di scelta, sembra ferma a un decennio fa. Ma qualcosa sta cambiando, è anche iniziato un programma di vendite private in alcuni grocery store, nei prossimi 10 anni avremo una crescita di questo tipo di offerta. C’è da dire che io avevo predetto la fine del Lcbo prima del crollo del muro di Berlino”, sorride David. 

Anche Cia e Cno a Toronto

Non solo vino a Toronto. I Tre bicchieri sono stati accompagnati da diverse iniziative in collaborazione con la Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) e Cno (Consorzio Nazionale degli Olivicoltori). A partire da diversi cooking show, da quello dello chef Giulio Sparascio, che ha preparato per tutta la giornata le Sagne torte al pomodoro, tipico primo di pasta pugliese, al Peposo di Liarealizzato da Lia Galli, ricetta della tradizione toscana. In programma anche un seminario sull’olio extravergine d’oliva per individuare difetti e tipicità. In attesa dei frutti dell’accordo di libero scambio tra Ue e Canada (Ceta), nell’ultimo anno, tra prodotti agricoli, cibi e bevande, le esportazioni nazionali in Canada hanno superato i 640 milioni di euro e, dal 2000 a oggi, sono cresciute del 39%.

Top Italian Restaurants, carte dei vini da sogno e rigore in cucina

Bar Centrale

Il tour però non ha riguardato solo i vini italiani, ma è stato anche l'occasione per conoscere i ristoranti italiani nella città canadese. E tra questi selezionare i migliori. Pochi dubbi. La selezione di vini italiani più interessante è quella dei Terroni, una bella storia di Cosimo Mammoliti e il socio Paolo Scoppio, iniziata nel 1992: oggi sono 10 i locali tra Toronto e Los Angeles. Con un forno di prossima apertura a Toronto, per fine giugno sarà già pulsante. È un caso unico quello dei Terroni, un format italiano che ha saputo sintetizzare l’amore per l’Italia con un design accattivante, idee, numeri importanti senza mai abbassare lo standard, dal pane alla pizza. Un posto dove si sta bene, dove al bagno si ascoltano lezioni d’italiano e c’è sempre la sensazione che qualcosa possa accadere. Durante l’evento è stato premiato Bar Centrale, carta dei vini semplicemente deliziosa, con tantissimi piccoli produttori di tutte le denominazioni, 3 referenze di Carema, per dare l’idea, grande mescita, descrizioni semplici e curate e ricarichi corretti grazie alla società d’importazione diretta. Nella nostra ultima visita abbiamo stappato un ottimo metodo classico valdostano tirato in nemmeno 1000 bottiglie, mai visto né a Milano né Roma. Sì, capita sempre più spesso di dover viaggiare lontano per apprezzare i sapori di casa.

 

Sotto Sotto

 

Cambiamo premio: il riconoscimento come miglior ristorante italiano in città è stato assegnato a Sotto Sotto, aperto da Marisa Vacca nel 1993. Cucina tradizionale, ingredienti di qualità importati dall’Italia, cotture puntualissime, pochi coperti, un rigore difficile da trovare in città. In cucina da oltre 20 anni c’è Massimo Renzi, anche lui romano, ai vini Fabio Vacca. Costanza, serietà e qualità, difficile chiedere di meglio da un ristorante italiano all’estero. “Due anni fa un incendio ha distrutto una collezione di vini rarissima da 15mila bottiglie, ma ora siamo oltre. Piacciono ancora molto i rossi di struttura, Amarone e Brunello in primis. Gli scaffali del Lcbo cambiano poco le etichette, io al 95% acquisto tramite agente. Spero che cambierà presto qualcosa, per importare una nuova piccola cantina devo comunque passare sempre dal monopolio, ci vogliono mesi per la documentazione, poi vanno pagate le analisi qui e saldare le spese per lo stoccaggio. Èun lavoro complesso che scoraggia molti”, aggiunge Fabio. Piatti più richiesti al Sotto Sotto? Le Pennete Via Frattina (salmone e asparagi) e Pappardalle dei Castelli (wild mushrooms). Noi consigliamo i succulenti Gnocchi al sugo di cinghiale: difficili trovarli in Maremma su questa qualità.

 

Bar Centrale |Terroni | Canada | Toronto |1095 Yonge St.| tel. +1 416 9661372| http://www.terroni.com/

Sotto Sotto | Canada | Toronto | 120 Avenue Rd| tel. +1 416 9620011| http://www.sottosotto.ca/

 

a cura di Lorenzo Ruggeri

 

 

Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 15 giugno

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