Continua a crescere il fenomeno dell'agricoltura urbana nel Belpaese. È la volta dell'orto sul tetto, nato dall’idea di un gruppo di architetti intraprendenti di Milano.
Agricoltura urbana in Italia e all'estero
Avamposti che consentono di godere a pieno delle trasformazioni urbane, e ammirare il tessuto storico della città: i tetti possono rappresentare un luogo speciale, spazi dove trascorrere una serata in compagnia, o da ripensare nel segno della creatività. Fra le ultime idee, spicca quella di un gruppo di architetti e ingegneri milanesi, che ha realizzato un orto sul tetto, ispirandosi al movimento internazionale dell'urban farming, l'agricoltura urbana, molto diffusa nei Paesi stranieri ma approdata già da tempo anche in Italia.
Il primo orto ad alta quota, dunque, ma di certo non l'unico in città. Sono 18 milioni, infatti, gli orti urbani attualmente stimati in Italia, un fenomeno in crescita che, se portato avanti con criterio e impegno, potrà portare un giorno al recupero di aree verdi abbandonate e all'educazione ambientale di tutti i cittadini. Proprio per incentivare i giovani imprenditori, lo scorso febbraio nasceva Città d'Orti, un'iniziativa che si propone di divulgare il modello degli orti domestici su larga scala attraverso una scuola itinerante. E non solo: sempre nel 2017, a marzo, le Città del Vino lanciavano l'Urban Food Planning, un sistema pensato per riorganizzare le città e i territori a vocazione enogastronomica. Iniziative che riprendono modelli esteri già collaudati, come il GrowTo Urban Agriculture Action Plan di Toronto, un piano d'azione che ha l'obiettivo di riunire gli stakeholder coinvolti nell’agricoltura urbana della città e individuare opportunità di sviluppo socio-economico e soluzioni politiche per la crescita di questo settore. O ancora il Food Policy Councilnato a Bristol nel 2011, pensato per evidenziare punti di forza e vulnerabilità del sistema alimentare urbano, suggerendo una serie di azioni politiche.
Lo studio
A ospitare il progetto il tetto dello studio di via Palermo, nel cuore di Brera, sopra gli uffici di Piuarch, realtà nata nel '96 per idea di Francesco Fresa, Germán Fuenmayor, Gino Garbellini e Monica Tricario, con l'obiettivo di occuparsi di architettura a tutto tondo, dai complessi residenziali agli interventi di recupero. Nel 2013, il gruppo vince il premio “Architetto Italiano dell'anno”, oltre a ricevere due medaglie d'oro per Menzione d'Onore alla Triennale di Milano. Un nome noto nella scena architettonica meneghina, che oggi conta 40 tra architetti e ingegneri e si propone di incrementare le attività connesse all'orto urbano.
Il progetto
Così, sopra agli uffici ora c’è un orto a cielo aperto che sfrutta un sistema modulare di pallet, ottenendo un insieme di percorsi e slarghi dove i visitatori possono sostare per prendere il sole o passeggiare fra le verdure coltivate. Ma non solo frutta: accanto ai vegetali, saranno piantati anche fiori ed erbe aromatiche, per impreziosire ancora di più la struttura e renderla una sorta di attrazione per la città, punto di ritrovo per giovani e adulti. A curare l’estetica dell'orto, il paesaggista Cornelius Gavril, in collaborazione con Verde Vivo, punto di riferimento per l'agricoltura biologica. L'orto pone l'accento ancora una volta sul concetto di Km0, filiera corta, ma soprattutto certa, e non finisce qui: lo spazio è dedicato anche alla formazione dei più piccoli, che potranno imparare, attraverso dei laboratori didattici, a curare e gestire le piante, toccando con mano come arrivano in tavola le verdure che mangiano.
a cura di Michela Becchi