Dalla Costiera Amalfitana a Miami, il leggendario Le Sirenuse ha portato un po' del fascino di Positano in Florida. E anche un po' della sua cucina. Ecco come ci è riuscito.
Nel ’53 Le Sirenuse sbarca in America in un racconto di John Steinbeck in viaggio a Positano. Lo scrittore si era deciso al viaggio su suggerimento di Alberto Moravia “Perché non andate a Positano, sulla costa amalfitana? disse; è uno dei più bei posti d’Italia”. Steinbeck ne rimane stregato. “Andammo alle Sirenuse, una vecchia casa padronale trasformata in albergo di prim’ordine, immacolato e fresco, con una pergola sopra i tavoli all’aperto. Ogni stanza ha il suo piccolo balcone e spazia sul mare azzurro fino alle isole delle Sirene, dove quelle signore cantavano cosi dolcemente. Il proprietario dell’Hotel Sirenuse è un nobile italiano, il marchese Paolo Sersale, che è il sindaco di Positano: un bell’uomo sulla cinquantina, che veste come un pescatore e ha un monte di daffare come sindaco. La storia della sua nomina è divertente, archeologo, filosofo e sindaco, comunista per scelta, tra elettori monarchici”.
Le Sirenuse Positano
Oggi quel racconto di sessanta anni fa suona come una promessa: portare Le Sirenuse in America. Antonio Sersale, ci pensava da tanto, il suo sogno si è appena realizzato.
A Miami, nel bel mezzo del nuovo distretto extralusso The Surf Club di Four Seasons, a firma Richard Meier & Partners, ha incastonato una gemma, stesso nome stessa identità. Insomma, Le Sirenuse Restaurant ora è anche oltreoceano. Prende posto negli spazi di sala da ballo e loggia del vecchio club anni ’30, avamposto di architettura coloniale riportato a nuova vita.
Sirenuse appartiene alla collezione Leading Hotels of the World, gruppo fondato nel 1928, che raccoglie hotel di lusso autentici, fuori dal comune, speciali per il modo in cui rappresentano cultura e stile di vita dei luoghi in cui nascono.
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Una bella sfida provare a trasferire tra i grattacieli di Miami un’icona di stile che appartiene alla Costiera Amalfitana. Ulisse salpa l’oceano sedotto dal canto delle sirene?
All’inizio mi davano del matto, mi dicevano che vedevo Le Sirenuse in ogni angolo del mondo. Nei miei progetti c’era Miami. Ero attratto dal contrasto tra due luoghi così diversi: la costa frastagliata di Amalfi, le strade tortuose con i panorami mozzafiato a ogni curva e la linea piatta delle spiagge infinite di Miami, frastagliata sì, ma dai grattacieli. Ero pronto a salpare.
Tovaglie di lino da lavare e stirare ogni giorno, posateria d’argento da lucidare, ogni giorno, e i delicatissimi bicchieri d’arte di Carlo Moretti in cristallo di Murano soffiato a bocca. A Positano accesso bandito all’illuminazione artificiale, il ristorante è illuminato da 450 candele, da accendere (e spegnere) ogni sera. Come si fa a coinvolgere gli americani nelle nostre tradizioni più antiche?
Ero pronto alla negoziazione più strenua, ho lottato, pianto e urlato per proteggere un progetto in cui credevo. In Italia la trattoria più sperduta non aprirebbe senza prima apparecchiare i tavoli con le tovaglie. Il giorno in cui abbiamo alzato la bandierina del Sirenuse al Surf Club ho capito che ne era valsa la pena.
Le Sirenute - Gennaro Russo. Foto di Roberto Salomone
Come è stata l'accoglienza in America?
Quando hanno cominciato a chiedermi dove mai si trovasse “Le Sirenuse” ho realizzato che era venuto il momento di dar conto di tutto quanto avevo portato qui, ma come fai a spiegare Positano a parole? La sua gente, la bellezza di svegliarti con quella luce, su quel panorama? Eppure era questa la sfida: ispirare le persone per farle avvicinare a quel mondo, che è uno stile di vita. Sarà dura riuscire a far pronunciare correttamente Le Sirenuse, ma capisco anche che chi non è stato a Positano può non vedere la ragione per cui pronunciarlo con accento italiano.
A Positano chef Gennaro Russo è ormai il piccolo grande saggio de Le Sirenuse. Curriculum pluristellato a Parigi da Lasserre e L’Ambroisie. Gavetta da Don Alfonso e poi al fianco di Massimo Bottura all’Osteria Francescana di Modena, prima di tornare a La Sponda come titolare. Com’è andata la sfida ai fornelli a Miami?
Sapevamo bene cosa volevamo, il punto era riuscire a replicarlo a Miami con gli stessi standard, in forma autentica, non in copia. A Positano Gennaro Russo ha riconfermato la Stella Michelin presa in consegna da Matteo Temperini. Con lui c’è un’intesa perfetta, fatta di rigore, disciplina e conoscenza profonda della tradizione, elementi imprescindibili per esprimere creatività in questo settore. Personalmente sono spesso in cucina, e spesso Gennaro vuole il parere mio e di mia moglie Carla, sulle novità allo studio, come è capitato ieri, con le alici costierane farcite al pane, guazzetto, e rete di aglio nero.
Le Sirenute Miami
E in Florida?
Per Miami cercavo la stessa sintonia creativa, ho realizzato di averla trovata quando ho assaggiato il primo piatto di spaghetti al pomodoro di chef Antonio Marmolia. La cucina non era ancora completata, in giro operai che urlavano e le prove antincendio in corso, insomma non di certo un buon momento per concentrarsi sulle emozioni del palato. È stato invece in quel preciso istante che un’esplosione di sapore ha prevalso su tutto e ho capito che Positano e Miami, due luoghi così diversi e lontani, avrebbero preso posto uno accanto all’altro, nel mio cuore.
Le Sirenute Miami Antonio Mermolia
Quale è la relazione tra i due posti?
I due chef restano indipendenti ma sempre in collaborazione. Quando occorre, Gennaro viaggia con Antonio Sersale a Miami per testare nuovi menu insieme a chef Mermolia. Sirenuse Miami si genera per talea da Positano e prende vita propria esportando il mediterraneo al sole della Florida. Insieme ai sapori in cucina lo stile Sirenuse approda oltreoceano e un po’ di tropico arriva anche in Costiera Amalfitana.
Sirenuse Positano | Positano (SA) | Via Cristoforo Colombo, 30| tel. 089 875066| http://sirenuse.it/it
Sirenuse Le Sirenuse At The Surf Club | USA | Miami Surfside, FL | 9011 Collins Avenue | tel. +1 (786) 482-2280| http://sirenusemiami.com/en
LHW Leading Hotel of the World http://it.lhw.com/
a cura di Emilia Antonia De Vivo