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L’addio di Bangkok allo street food. La guerra agli ambulanti nella capitale del cibo di strada

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Il Paese con una ricca tradizione di street food sta per vietare la vendita di cibo in strada agli ambulanti. È un paradosso, ma è quello che sta succedendo a Bangkok, dove le autorità hanno annunciato di voler “far sparire” carrettini e venditori ambulanti entro la fine dell’anno.

Bangkok e lo street food

Khao pad kung, spicy tom yum soup, laap. Sono alcune fra le specialità di strada di Bangkok, da assaggiare assolutamente durante una visita nella capitale thailandese. Almeno fino alla fine di quest’anno, dal momento che le autorità della città hanno previsto lo smantellamento di tutte le attività che vendono cibo di strada entro dicembre 2017. Una città che per decenni ha messo in mostra l’arte dello street food - tanto da essere nominata per la seconda volta capitale mondiale del cibo di strada dalla CNN - e che ora potrebbe risentire del provvedimento delle autorità, che motivano la decisione con misure di ordine pubblico e igiene. “Tutti i funzionari lavorano già alla completa cancellazione delle attività che vendono cibo in strada, che saranno illegali entro la fine dell’anno” ha spiegato Wanlop Suwandee, consigliere capo del governatore di Bangkok, “Non ci sarà eccezione alcuna: tutti i 50 distretti di Bangkok saranno ripuliti, per restituire i marciapiedi ai pedoni”.

 

Il tentativo di “ripulire la città”

Non è il primo tentativo delle autorità locali in tal senso: da quando si è insediata la nuova giunta militare, in seguito al colpo di stato del maggio del 2014 (il 19esimo nel Paese dall’istituzione della monarchia costituzionale, nel 1932), tutti gli sforzi delle istituzioni si sono focalizzati sul concetto di “pulizia”. Dal commercio del sesso all’abuso di alcol nelle ore notturne, alla corruzione. E nel calderone è finito anche il cibo di strada, vero fiore all’occhiello della città. “Ci hanno già provato anni fa”, ha raccontato al Guardian Chawadee Nualkhair, food blogger di Bangkok, “ma questi tentativi sono falliti per la decisa opposizione dell'opinione pubblica e degli addetti ai lavori, per cui bancarelle e furgoncini sono fondamentali”.

 

La guerra allo street food delle autorità thailandesi

Ma questa volta sembra che l’operazione stia proseguendo senza particolari problemi per le autorità. Il processo è già in atto da mesi in alcuni punti caldi di Bangkok: il famoso mercato alimentare Soi Sukhumvit 38, attivo da 40 anni, è stato smantellato all’inizio dell’anno, per far posto a un condominio di lusso.“Alcuni dei venditori ambulanti sono riusciti ad affittare i seminterrati dell’edificio e quindi a continuare l'attività, ma per la gran parte non è stato possibile, dati gli elevati costi che l’operazione comporta” ha sottolineato Nualkhair. Altro distretto duramente colpito dalle nuove norme è Siam, municipalità che comprende aree famose per lo street food come Chinatown, Yaowarat Road e Khao San Road.

Inoltre, lungo le trafficate vie di Thong Lor e Ekkamai, il divieto di vendere cibo di strada, con decorrenza dal 1 giugno 2017, è stato anticipato al 16 aprile scorso. “Non sappiamo come sarà il nostro futuro” ha raccontato preoccupata Aunty Tao, una delle più celebri venditrici di street food della città “le autorità hanno detto che forse permetteranno ai carrettini mobili di vendere spostandosi spesso da una via all’altra, ma le notizie sono incerte. I chioschi fissi dovranno chiudere o, se vogliono continuare a lavorare, affittare un locale. Ma gli affitti qui sono molto cari”. Un’iniziativa, questa della guerra allo street food, che forse garantirà alle autorità thailandesi di presentare una città “più pulita e ordinata” agli occhi dei turisti, ma che probabilmente toglierà una parte consistente del suo fascino alla metropoli asiatica, oltre a mettere in crisi centinaia di famiglie.

 

 

a cura di Francesca Fiore

 

 

 

 

 


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