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I migliori mieli d'Italia. Apicoltura Bianco di Guardiagrele

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Un apicoltore nomade abruzzese che da quasi 20 anni produce mieli di diverso tipo spostandosi con le sue api in diverse zone della Penisola alla ricerca del nettare migliore. È Alfonso Bianco che ci racconta la sua storia.

Le origini

Lavoro il miele da più di 30 anni ma l'azienda nasce ufficialmente nel '98” racconta, e aggiunge:“Vengo da una famiglia di agricoltori e il contatto con la natura per me è stato sempre fondamentale”. E fra le varie possibilità che il lavoro in campagna offre, Alfonso Bianco ha scelto l'apicoltura: “la tradizione del miele in Abruzzo è molto antica. Già nell'Ottocento, tutti i contadini con un appezzamento di terra avevano anche qualche alveare”. Da 19 anni, l'apicoltore produce mieli di diverso tipo raccogliendo nettare in varie zone d'Italia, seguendo i principi dell'apicoltura nomade. “Sono autodidatta, non ho seguito nessun corso, anche perché 20 anni fa c'era molta meno informazione e formazione di adesso”. Comincia così, con qualche arnia, poca esperienza e una grandissima passione per la terra e il suo territorio: “Produco mieli spostandomi in giro con le mie api, ma non rinuncio mai ai prodotti tipici della zona, come il millefiori di montagna. Sono il mio orgoglio”.

La produzione

Il miele di castagno è prodotto a Pescorocchiano, nella provincia di Rieti, quello di girasole nelle Marche, quello d'arancio a Taranto, ma i due prodotti di punta, miele di acacia e millefiori di montagna sono fatti in Abruzzo, nella zona della Maiella, “a Pescocostanzo, Rivisondoli, Roccaraso” per la precisione. Questa la produzione di Alfonso, che si aggira attorno ai 200/250 quintali l'anno, “venduti principalmente in Abruzzo ma anche fuori grazie al canale distributivo di Eataly Roma, dove sono entrato nel 2012”. Attraverso il colosso firmato Farinetti, l'azienda oggi riesce a vendere anche all'estero. “Abbiamo anche dei clienti diretti in diversi paesi stranieri, in particolare Belgio e Lussemburgo”. Oltre al miele, ci sono altri prodotti dolci a base di frutta secca ed erbe spontanee di montagna: “Abbiamo una linea di Ghiottonerie al miele, conserve con pasta di frutta – che acquisto da produttori locali – senza conservanti né dolcificanti, a parte quello naturale del miele”. E poi la crema di nocciole, i vasetti di frutta secca mista con miele d'acacia, la conserva di uva montepulciano,“tipica della mia regione”, e il liquore alle erbe spontanee,“realizzato con 22 diverse piante amaricanti e digestive”. E ancora crema di miele con zenzero e curcuma, miele e zafferano, “esclusivamente abruzzese”, e pepatelli “senza pepe” al miele, biscotti tipici del territorio solitamente consumati a fine pasto accompagnati da un bicchiere di Montepulciano.

Miele liquido e cristallizzato

Il prodotto più richiesto? “Sempre l'acacia, il più classico dei mieli e soprattutto il più apprezzato da tutti, grandi e piccini”. Ma perché? “Per la sua consistenza: l'acacia tende a rimanere liquido più a lungo e ai consumatori il miele fluido piace di più, un po' perché è da sempre l'immagine canonica del miele che troviamo su riviste, libri e negli spot pubblicitari, e un po' perché la maggior parte delle persone non sa come mangiare il miele cristallizzato”. Quest'ultimo, infatti, andrebbe dapprima “sgretolato” in superficie, “in modo da rompere la massa di cristalli di glucosio addensati e renderlo morbido e spalmabile”. Si ottiene così un miele dalla consistenza più cremosa, “perfetto anche da mangiare in purezza direttamente dal cucchiaino”.

La conservazione del miele

Alfonso fornisce anche un altro prezioso consiglio ai consumatori più golosi, quello per la corretta conservazione del miele: “Il vasetto va sempre tenuto in una zona buia e asciutta, ma soprattutto deve essere ben chiuso e pulito”. Perché, motivi igienici a parte, fuoriuscendo dal barattolo il miele assorbe odori e umidità che vengono trasmetti anche all'interno del vasetto e, in questo modo, “il prodotto si deteriora molto di più e molto più in fretta di quanto farebbe naturalmente”. Ma quanto a lungo si può conservare un barattolo di miele? “La scadenza massima prevista dalla legge è di 4 anni ma molti apicoltori, me compreso, indicano in etichetta un limite di 3 anni”. La durata del prodotto dipende principalmente dall'umidità, “se supera la soglia del 18% iniziano a formarsi lieviti all'interno del miele, che comincia a fermentare”. Un consiglio per chi ama i mieli liquidi? “Tenerli in frigorifero. Sotto la temperatura di 5°C, il prodotto non cristalliza”.

Formazione e informazione

Quando, 19 anni fa, Alfonso ha iniziato a seguire le api, non esistevano corsi di formazione o lezioni di assaggio, “o comunque se ne parlava poco”. Oggi invece sono diverse le possibilità di imparare qualcosa in più sul nettare degli dei, “soprattutto al Nord Italia, dove ci sono diverse organizzazioni molto impegnate sul fronte della formazione”. Alfonso non tiene corsi di apicoltura, “mi è stato chiesto più volte ma al momento non ho molto tempo libero da dedicare alle lezioni”, ma la sua azienda è aperta per visite scolastiche e gruppi studio: “Abbiamo adottato la linea della fattoria didattica. I bambini imparano in fretta e sono molto affascinanti da lavoro delle api, da sempre strettamente legato al mondo delle fiabe”. Fondamentale, poi, è anche il corso di analisi sensoriale di miele, e più in generale la comunicazione corretta di questo prodotto: “tante realtà editoriali, Gambero Rosso in primis, da diversi anni si stanno interessando sempre di più al miele e al lavoro di noi apicoltori. Una corretta informazione è essenziale per promuovere la cultura del miele di qualità e aumentare consapevolezza nei consumatori”. Il pubblico sembra comunque sempre più interessato e attento, “grazie anche al grande lavoro degli chef, che scelgono di utilizzare il miele in cucina e non solo in pasticceria”.

Apicoltura Bianco | Guardiagrele (CH) | via Sciusciardo, 10 | tel. 0871 893422 | www.apicolturabianco.it/

a cura di Michela Becchi

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