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Gout de France. Il 21 marzo 2000 chef nel mondo omaggiano la cucina francese: chi partecipa in Italia

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Arriva alla terza edizione l'iniziativa promossa dal Ministero Francese degli Affari Esteri su idea di Alain Ducasse per promuovere la cultura gastronomica nazionale nel mondo. E con l'arrivo della primavera in molti ristoranti blasonati e bistrot d'Italia si replica con un menu ispirato al savoir-faire francese. Qualche suggerimento. 

Fare promozione. L'esempio della Francia

Due anni fa la Francia faceva sistema intorno a una delle eccellenze riconosciute della cultura nazionale, l'enogastronomia. Sancendo su scala mondiale la capacità (consolidata) di valorizzare uno dei settori più redditizi del proprio indotto economico. E l'iniziativa, una giornata internazionale dedicata alla cucina francese su impulso del Ministero Francese degli Affari Esteri e dello Sviluppo Internazionale (da un'idea di Alain Ducasse), si è dimostrata vincente. Tra poche ore, nella prima giornata di primavera, tanti ristoranti e cucine nel mondo celebreranno la terza edizione di Gout de France. E l'Italia, visto anche il legame a doppio filo che la unisce ai cugini d'Oltralpe e alle loro usanze gastronomiche, non sarà da meno. Con le modalità già svelate nelle occasioni passate, e i ristoranti aderenti impegnati a proporre per un giorno un menu di ispirazione francese, che di quella cultura veicoli l'eccellenza dei prodotti artigianali e la joie de vivre. A tavola. Mentre a Parigi si moltiplicheranno le iniziative (tra le cene più attese quella da Guy Savoy all'hotel de la Monnaie), e nel mondo tanti rappresentanti dell'alta cucina transalpina si faranno ambasciatori della buona causa (Daniel Boulud a New York, come Claude Troigros in Brasile), per un totale di circa duemila chef su cinque continenti, nella Penisola sono diverse (e di differente estrazione) le tavole coinvolte.

 

Gout de France in Italia

Tra i nomi più blasonati della cucina nostrana spuntano nell'elenco Igles Corelli a Villa Atman, Massimo Spigaroli all'Antica Corte Pallavicina, Giovanni de Vivo al Mosaico di Ischia, Maria Probst alla Tenda Rossa di San Casciano Val di Pesa, Matteo Baronetto al Cambio, Valentino Marcattilii al San Domenico, Gigi Nastri da Stazione di Posta a Roma,Gennaro Esposito alla Torre del Saracino di Vico Equense. Ma nella Capitale partecipano all'evento anche tavole che della cultura gastronomica francese si fanno portavoce ogni giorno, come la Santeria Bistrot al Pigneto o il ristorantino di recente apertura nel quartiere Salario Palatino Bistrot. Ricordando che l'anno scorso proprio l'Italia è salita sul podio dei Paesi con il maggior numero di adesioni, terza per elenco dei partecipanti, dopo una stagione d'esordio celebrata in cima alla lista. Unico vincolo: l'utilizzo di prodotti di stagione e una cucina attenta al rispetto dell'ambiente e della salute, con l'impegno a devolvere il 5% del ricavato a un'associazione attiva nel settore della salute o dell'ambiente. In abbinamento vini e champagne francesi, e un'attenzione particolare alla presenza di formaggi in degustazione, meglio se serviti a concludere il pasto, prima del dolce. Quest'anno, inoltre, parteciperanno anche scuole di cucina e istituti alberghieri, che potranno offrire ai propri allievi la possibilità di cimentarsi con un menu di stampo francese.

 

La Francia in tavola. Suggerimenti e menu

Qualche anticipazione? Al Cambio di Torino si cena con 105 euro (vini esclusi) per un menu da 6 portate, dalla Terrina di fegato grasso alle Lumache in insalata, alla Capra e miele; al San Domenico di Imola, invece, per 100 euro arrivano in tavola Animelle croccanti con crema di porri e salsa al tartufo nero e a seguire un Piccione farcito con salsa di aglio dolce (5 portate in tutto). A Vico Equense, per 120 euro, Gennaro Esposito ci mette la spinta del mare, con una Zuppetta di olive Nocellara e mandorle, purea di finocchi e pesce bandiera e un Risotto con cipolla ramata di Montoro, sauro bianco affumicato e alga croccante al profumo di limone e peperoncino.

Mentre alla Santeria di Roma la serata si snoda tra ostriche Marie Morganes-Gillardeau, foie gras, baguette con burro e alici, assiette de fromages. E all'Antica Corte Pallavicina va in scena una cena di gala che omaggia le grandi tavole francesi, dalle Capesante, animelle e foie gras d'entrata alla Canard de barberie al Vieille France con royale di asparagi, fave e piselli, alla Zuppetta al rabarbaro e fragole su sorbetto di litchi.

Capitolo a parte le feste blindate in Ambasciata e Consolati italiani: a Roma sarà Alain Benon a cucinare per gli ospiti di Palazzo Farnesee di Catherine Colonna. A Napoli invece cucineranno per il console Jean-Paul Seytre gli studenti di 5 istituti alberghieri regionali, per la prima edizione del concorso L'ecole de gout (chi vince si aggiudica uno stage presso un alberghiero di Lione).

 

L'elenco di tutti i ristoranti partecipanti

 

a cura di Livia Montagnoli

 


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