Inauguriamo una nuova indagine, un viaggio nelle migliori aziende italiane produttrici di miele. Per cominciare questa ricerca sul nettare degli dei partiamo da Fabriano, in provincia di Ancona. Qui, Giorgio Poeta realizza mieli di alta qualità dal 2002.
Prezioso alleato contro diversi malanni e ottimo sostituto dello zucchero, adatto per ogni esigenza e tutte le età: il miele è un ingrediente dalla storia antica che risponde alle diverse richieste dei consumatori. Ma com'è il panorama del miele italiano? Quali sono le cose da sapere? Come è andata l'annata? A queste e altre domande risponderanno i produttori migliori della Penisola, a cominciare da Giorgio Poeta, giovane apicoltore marchigiano che, mosso da una passione improvvisa, quindici anni fa ha scelto di puntare tutto su questo prodotto.
Gli inizi
Classe '84, figlio di agricoltori e una laurea in agraria: Giorgio ha cominciato per caso a interessarsi al settore dell'apicoltura, dopo aver ricevuto un insolito regalo da suo padre. “Dopo il diploma, mio papà è tornato a casa con due arnie che gli erano state donate da un amico. Non sapeva cosa farsene e così ho iniziate a curarle io”. Comincia così l'avventura del giovane, senza pretese o particolari obiettivi. Quell'episodio fa nascere in lui una passione per il lavoro delle api e così decide di iscriversi alla facoltà di agraria all'Università di Ancona. Frequenta poi un corso base di apicoltura e segue i consigli di Sergio Stroppa, “il mio mentore”, un apicoltore del luogo da poco venuto a mancare, e nel frattempo continua a leggere, studiare e ricercare sull'argomento. A 26 anni si laurea e inizia a lavorare i terreni di famiglia, allargando poco dopo l'attività alle api. La produzione di miele parte ufficialmente già nel 2002 e conta oggi tre persone fisse – incluso Giorgio – più due collaboratori durante il periodo estivo.
La produzione
Trecento arnie “che diventeranno quattrocento entro aprile”, ognuna contenente (in estate) 70mila api: questi i numeri dell'azienda. Per parlare di miele, invece, bisogna fare valutazioni di anno in anno. Il 2016, appena trascorsa, ha consentito a Giorgio di produrre circa 85 quintali di miele, “una resa piuttosto bassa” dovuta soprattutto al clima freddo dello scorso maggio, “che ha creato delle difficoltà in particolare sull'acacia” ma anche ad altri fattori. Perché, annus horribilis a parte, la produzione di miele sta gradualmente diminuendo “un po' per le temperature, un po' per l'inquinamento che ci costringe a spostare le api sempre più in alto”. Quelle di Giorgio attualmente si trovano a 1000-1200 metri di altezza. Perché l'ape è il centro di tutto, principio e fine del ciclo produttivo del miele, “la salute degli insetti è al primo posto nel mio lavoro. Non posso pensare a non salvaguardare l’ape se voglio produrre miele”. Quaranta ettari di terreno in tutto, fra girasoli, grano e altri fiori a stretto regime biologico e, a partire da maggio, “anche il miele sarà etichettato come bio”. Ma cosa significa fare miele biologico? “In realtà qualsiasi miele dovrebbe essere bio, perché tecnicamente è un prodotto 100% naturale”. Nella realtà però è possibile utilizzare delle molecole di sintesi durante la produzione come la fluvalinate o l'amitraz,e quindi“etichettare un miele come biologico significa certificarlo come prodotto puro, senza alcuna aggiunta di elementi chimici o sintetici”.
Cosa offre l'azienda?
“Ho iniziato con il classico miele di acacia e sono poi passato alla melata, a quello di girasole - molto popolare qui nelle Marche - e poi il millefiori”. Ma non finisce qui: Giorgio realizza anche miele di Stachys, un'erba officinale (Stachys Officinalis) che cresce sulle stoppie di grano (residuo degli steli) dopo la trebbiatura. Ma a rendere famosa l'azienda è stato il miele di acacia invecchiato in barrique, il Carato, “un'idea nata nel 2011 durante una cena con degli amici viticoltori che parlavano di far invecchiare il Verdicchio nelle botti. È stato allora che ho pensato: perché non provarci anche con il miele?”. Per farlo, occorre partire da un'acacia “che sia il più pura possibile” e farle fare diversi passaggi nelle botti così da consentire un'ossigenazione più ampia del prodotto: “Non c'è alcol come nel vino, quindi l'unico solvente in questo caso è l'acqua, presente per il 17/18%. Più i passaggi in botte sono frequenti, maggiore è il numero di sostanze che si riescono a estrarre dal legno”. Sensazioni di vaniglia, nuance balsamiche e più in generale un profilo aromatico complesso e articolato: questi i vantaggi che l'invecchiamento in barrique porta al miele.
C'è poi il miele d'acacia con infusione di anice stellato e anche l'"idromiele", “sia classico che barricato”, un blend di tre mieli uni floreali – acacia, atachys e girasole – che viene fatto fermentare con acqua di sorgente e lievito per circa 9 mesi. Ma la ricerca di Giorgio non si ferma: in arrivo in azienda anche "l'idromiele con metodo classico, ovvero un prodotto che ha subito una rifermentazione in bottiglia proprio come avviene per gli spumanti” e poi un grand cru, “un prodotto a edizione limitata sul quale ancora non voglio svelare particolari dettagli”.
Il panorama del miele in Italia
A che punto è la conoscenza sul miele in Italia? “I consumatori sembrano sempre più attenti. Il 90% circa delle vendite è rappresentato ancora da acacia e millefiori ma anche le altre tipologie si iniziano a diffondere fra il grande pubblico”. E sta aumentando anche l'interesse dei giovani apicoltori verso la qualità: “Bisogna avere una grande cura delle api perché se queste si ammalano rischiano di far ammalare anche quelle dei produttori vicini. Per questo fra gli apicoltori deve esserci collaborazione e confronto”. Ma se produrre bene e con costanza è importante, altrettanto significativo è saper riconoscere un miele buono da uno difettato: “Sembra complicato ma in realtà basta solo un po' di pratica. I difetti del miele sono piuttosto evidenti: per esempio, la disomogeneità può essere dovuta a una scorretta miscelazione della parte solida con quella liquida oppure alle temperature troppo elevate”.
La comunicazione
Rimane un prodotto ancora di nicchia il miele artigianale di qualità e, in quanto tale, va tutelato e comunicato con intelligenza. Attraverso eventi, degustazioni, assaggi e confronti fra produttori e consumatori: “Le porte della mia azienda sono aperte a tutti. Chiunque mi viene a trovare può fermarsi ad assaggiare, guardare le arnie, i campi, chiedere spiegazioni. Sono molto felice di poter spiegare il mio lavoro”. Agli adulti così come ai bambini “che spesso vengono qui in gita scolastica”. Attenzione alta anche al design e la grafica, “curata dallo studio Pixel, dove lavorano dei ragazzi giovani e molto in gamba, con cui abbiamo studiato insieme simbolo e caratteri dell'etichetta”. Un esempio di buona comunicazione? “Il lavoro fatto dai produttori neozelandesi con il miele di manuka”, realizzato con il nettare dell'omonimo albero. Un prodotto diventato in breve tempo conosciuto e apprezzato a livello internazionale, “un miele davvero gustoso che è riuscito a conquistare i consumatori con le sue proprietà benefiche, che i produttori hanno intelligentemente messo in luce”. Grazie alla collaborazione con il Ministero della Sanità, “che qui in Italia invece manca”.
Le proprietà nutraceutiche
Anche Giorgio ha in mente di inserirsi nelle farmacie, ma non con il miele che – lo ricordiamo – a prescindere dalla varietà ha sempre delle proprietà nutraceutiche, se pur diverse fra di loro (girasole abbassa il colesterolo cattivo, melata è un integratore di sali minerali e così via). Ma con dei prodotti studiati su misura “dove convergono tutti gli elementi dell'alveare come polline, cera d'api e pappa reale”. Per esempio, per la cosmesi si possono realizzare dei balsami per le labbra naturali a base di olio extravergine di oliva, cera d'api e miele oppure ancora scrub per viso e corpo. C'è poi la Bombetta di Giorgino, “un prodotto già testato dai miei amici con propoli, polline e pappa reale, da assumere al mattino per un pieno di vitamine e principi nutritivi”. Per ora, i mieli di Giorgio Poeta si trovano in diverse botteghe artigianali dislocate per la Penisola, “negozi che vendono perlopiù prodotti di nicchia” e poi da Eataly e sono anche utilizzati da diversi chef di alta cucina, come Massimo Bottura, “che ha recentemente scelto di acquistare i miei prodotti”.
Giorgio Poeta | Fabriano (AN) | via Dante 71 e | tel. 0732 041982 | www.giorgiopoeta.it
a cura di Michela Becchi