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Appunti di degustazione. Tarlant, la storia dello Champagne in 4 Pas Dosé

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In visita da Tarlant alla scoperta di una storica maison della valle della Marna. Una cantina in bilico tra passato e futuro, con grandissimi Champagne che, pur fedeli allo stile aziendale, spingono sul pedale della ricerca. Quella che arriva dal passato.

La storia

Depuis 1687,ovvero dal 1678.Il messaggio,che troviamo impresso nel loro stemma di famiglia,è forte e chiaro: “noi Tarlant abbiamo fatto la storia del vino in Francia e, con orgoglio, rivendichiamo le nostre radici su ogni bottiglia di Champagne prodotta affinché il consumatore non scordi mai la passione e i sacrifici di Pierre Tarlant che in quel preciso anno divenne in primo vignaiolo a Gland, nel dipartimento francese dell'Aisne”. Il legame dei Tarlant con la Champagne si stringe però solo cento anni dopo, nel 1780, quando Louis Tarlant e sua moglie Marie-Madeleine si stabiliscono a Oeuilly (valle della Marna) piantando il primo vigneto la cui eredità, generazione dopo generazione, giungerà fino a Louis Adrien Tarlant che nel 1927, dopo aver preso parte alla cosiddetta Rivoluzione dello Champagne, è stato uno degli artefici del riconoscimento dell'AOC Champagne. Nonostante i danni conseguenti alla prima guerra mondiale, Louis Adrien non perse le speranze e, dopo aver ricostruito vigneto e cantina, diede una svolta decisiva alla sua azienda andando a creare la prima cuvée Tarlant che venne commercializzata nel 1929 col nome di Carte Blanche.

TarlantLa famiglia Tarlant

Neanche la seconda guerra mondiale scalfì il successo dei loro Champagne che, col passare del tempo, divennero sempre più apprezzati e richiesti dal pubblico tanto da spingere le discendenze future ad acquisire nella zona ulteriori vigneti che attualmente si estendono per circa 14 ettari distinti in quattro cru che al loro volta si suddividono in 55 parcelle localizzate attorno ai villaggi di Oeuilly, Boursault, St-Agnan and Celles-lès-Condé. Un vero e proprio patchwork ampelografico gestito oggi sotto l'abile regia della dodicesima generazione, Benoît e Mélanie Tarlant, i quali cercano di migliorare ancora di più i loro Champagne valorizzando al massimo l'identità delle varie parcelle caratterizzate da terreni geologicamente differenti (gesso,calcare, sparnacien, sabbia, ciottoli) dove sono coltivati sei vitigni (età media 31 anni di cui qualcuno anche a piede franco): pinot noir, chardonnay, pinot meunier, arbanne, pinot blanc e petit meslier.

 

Tarlant

Il lavoro in vigna e in cantina

Dal punto di vista agronomico Tarlant è da sempre attenta all'ambiente per cui in vigna si usano esclusivamente concimi biologici e la lotta agli insetti viene portata avanti attraverso la confusione sessuale. Per evitare l'erosione si ricorre all'inerbimento.

In cantina le uve, raccolte rigorosamente a mano, sono vinificate separatamente in modo che sia esaltata al massimo la differenza territoriale delle varie parcelle. La vinificazione viene effettuata attraverso sia uso di barrique (acquistate sempre nuove ma riusate più volte) sia attraverso l'uso di contenitori in acciaio inox. I vini, sottoposti a chiarificazione naturale prefermentativa, in inverno sono sottoposti a frequenti "batonnage" e, per filosofia aziendale, non effettuano mai malolattica.

La seconda fermentazione avviene nelle cantine sotterranee dell'azienda e, mediamente, lo champagne rimane a contatto con i lieviti per almeno 5 anni prima di essere sboccato. In tale ambito è importante sottolineare che la purezza e l'autenticità territoriale degli Champagne Tarlant è garantita grazie ad un dosaggio minimo (6 g/l) o, per la maggior parte dei casi, pari a zero.

Quattro le linee di Champagne prodotte: Tarlant Classic, Tarlant Vintages, Terroir Revelation e Cuvee Luis.

 

La degustazione, guidata da Mélanie Tarlant Daniel Romano, si concentra solo sui Pas Dosé.

 

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Tarlant Zero (Brut Nature)

Da uve chardonnay (1/3), pinot meunier (1/3) e pinot nero (1/3) della raccolta 2008 a cui vengono aggiunti vini di riserva affinati in legno. Lo Champagne effettua una prima fermentazione in contenitori in acciaio termocontrollati e rimane a contatto con i lieviti sei anni prima di essere sboccato (la nostra bottiglia aveva data sboccatura febbraio 2016). Dal punto di vista gustativo questo Champagne rappresenta un punto di riferimento, pur nella sua semplicità, per chi vuole cominciare a prendere confidenza con questa tipologia di vini che certamente non sono per tutti i palati data la loro secchezza. Da applausi la sapida e corroborante persistenza finale.

 

Tarlant Rosé Zero (Brut Nature)

Da uve chardonnay (50%), pinot nero (44%) e pinot meunier (6%) della raccolta 2008 e 2009, è un rosé d’assemblage (viene aggiunto un 9% di pinot nero fermo prima della presa di spuma)che effettua una prima fermentazione in legno e, dopo la seconda fermentazione, segue un affinamento sui lieviti per cinque anni (la retroetichetta della nostra bottiglia indicava come dégorgement il mese di ottobre del 2015). Il naso è ricco di sensazioni di agrumi rossi e fruttini di bosco che, fortunatamente, non forniscono un quadro olfattivo sdolcinato e ruffiano che spesso si ritrova in altri rosati pari categoria. Al sorso il vino è nettamente sapido tanto da sembrare un derivato della fermentazione alcolica del sale rosa dell'Himalaya. Provare per credere.

 

Tarlant BAM! (Brut Nature)

L'acronimo BAM rappresenta l'unione tra passato e futuro della Champagne perché se da un lato al suo interno nasconde i nomi di Benoît And Mélanie, dall'altro questo vino fa esplicito riferimento ai nomi dei vitigni usati per la sua produzione ovvero pinot Blanc (18%), Arbanne (18%) e petit Meslier (64%) che sono tre varietà quasi scomparse che i Tarlant, pian piano, stanno reintroducendo e preservando per produrre i loro Champagne così come accadeva in passato nel territorio. Le uve, così come riporta la retroetichetta, sono state vendemmiate il 24 settembre 2009 e vinificate separatamente in legno. Una volta effettuata la cuvée, il vino è stato messo in bottiglia il 4 maggio 2010 per poi essere sboccato manualmente il 16 dicembre 2015. Inizialmente irriverente con la sua spiccata vena agrumata che graffia il palato, il BAM! tende col tempo e l'ossigenazione a perdere parzialmente la sua sfacciataggine grazie alla cessione di profumi di mela cotogna, mimosa e cera d'api, che vanno ad ammorbidire l'impressione aromatica iniziale donando armonia ed equilibrio. L'assaggio è rigoroso ma al tempo stesso seduttivo, con le percezioni olfattive che riprendono forma e sostanza in una scalata gustativa coinvolgente.

 

Tarlant Cuvée Luise (Brut Nature)

Come si può facilmente pensare guardando l'etichetta, questo vino rappresenta un vero e proprio elogio al rigore e alla tradizione della Champagne le cui coordinate sono fornite da un perfetto equilibrio tra chardonnay (50%) e pinot nero (50%) da vecchie vigne di oltre 65 anni piante su un'unica parcella: Les Crayons (Oeuilly). La prima fermentazione di questo Champagne, rigorosamente in botti di legno, prevede l'uso vini di riserva delle annate '96, '97, '98 e '99 accanto a chardonnay e pinot nero provenienti dalla vendemmia 2000. Una volta effettuata la cuvée finale, lo champagne è andato in bottiglia a maggio 2001 e sboccato 15 anni dopo. Dotato di un perlage fine e persistente, questo la Cuvée Luise si caratterizza per una stratificazione aromatica composta da scorza di pompelmo rosa, pane tostato, polline, kiwi, melone bianco, tutti ben coordinati da uno scenario minerale di grande regalità. Approccio gustativo complesso ed impegnativo dove un abbrivio agrumato lascia la scena ad una affilata sapidità e continui rimandi all'olfatto. È ancora giovanissimo, compresso, e questo fa ben sperare per il suo futuro che si prefigura regale e lucente così come vuole il suo DNA.

 

Tarlant | Francia | Epernay | 51480 Oeuilly tel. +333 26 583060 | http://www.tarlant.com/

 

a cura di Andrea Petrini


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