Nelle grandi famiglie del vino il cambio generazionale è un momento topico: le giovani leve che affiancano i patriarchi danno nuova linfa alle attività di famiglia, cercano nuovi percorsi per raccontare il territorio, abbracciano modalità produttive rigorose ma aperte al rinnovamento.
Porpoising è il comportamento che assumono i delfini quando nuotano veloci e con salti lunghi e bassi rientrano ed emergono dall’acqua in modo deciso ma con grazia. Questa è la prima impressione che le Colline Teramane offrono a chi le osserva dopo aver attraversato il valico del Gran Sasso: sembra vederle tuffarsi nel mare Adriatico. Un ritmo caratterizza la morfologia di questo territorio che si sviluppa nel solco delle quattro vallate del Vomano, del Tordino, del Salinello e del Vibrata e degli omonimi fiumi che le attraversano.
Siamo nella parte più a nord della regione Abruzzo, in un areale che partendo dal confine sud delle Marche, arriva a ridosso della provincia di Pescara. Uno snodo collinare compreso tra il Mare Adriatico e il Gran Sasso d’Italia.
Il territorio
La zona è storicamente vocata alla viticoltura. I terreni sono di matrice calcareo-argillosa e sabbioso-argillosa con un clima equilibrato caratterizzato, durante la notte, dalle basse temperature provenienti dal massiccio del Gran Sasso e, di giorno, dalle brezze marine provenienti dal Mar Adriatico e dell’influsso dei Balcani. Il fattore climatico è il vero asso nella manica di questa Docg, che rappresenta la denominazione di riferimento per il vitigno montepulciano d’Abruzzo ma dentro al quale si possono trovare interessanti espressioni di trebbiano d’Abruzzo, cerasuolo e pecorino.
I margini di crescita del territorio sono notevoli e arrivare a un numero critico di bottiglie per affrontare il mercato globale è uno degli obiettivi più importanti che il consorzio di tutela intende perseguire assieme allo sviluppo di un asset strategico - organizzativo capace di dare vita ad un marchio territoriale.
Fattoria Nicodemi
In Contrada Veniglio a Notaresco ha sede la fattoria Nicodemi. L’azienda si sviluppa su un unico costone in una vallata perpendicolare al mare Adriatico che dista solo 10 km. Ci troviamo tra i 250 ed i 300 m s.l.m. in un anfiteatro naturale. Lungimiranza e senso estetico sono gli elementi che hanno guidato Bruno Nicodemi nella fase di concepimento aziendale, nella scelta di lavorare solo con vitigni autoctoni e nel capire, nei primi anni ‘70, che con un minimo di tecnologia in cantina si poteva migliorare la qualità del vino. I figli Elena ed Alessandro, succedutegli a fine anni ’90, portano discontinuità nella gestione del vigneto e nella diversificazione della produzione in base alla potenzialità dei vari vigneti.
Lo stile di famiglia
Avere il coraggio di cambiare è il punto chiave. In questo modo nel 2000 Elena e Alessandro hanno gestito il rimpianto dei vigneti facendo una selezione massale del montepulciano, studiando la sua forma di allevamento e impostando una conduzione biologica del vigneto. Il tutto avendo già una bottiglia con una sottozona precisa, Colline Teramane, dentro la quale mettere un vino che corrispondesse alle caratteristiche del territorio.
Per fare questo è stato necessario un lavoro sull’empirico. Ovvero la realizzazione di una pergola abruzzese a due braccia con una vegetazione pettinata secondo un orientamento est-ovest con l’esposizione dei grappoli a est. Uno stratagemma agronomico capace di custodire il legame che questa forma di allevamento ha con il territorio: dimezzando l’eccesso di produzione e creando un corridoio di luce capace di portare i grappoli a piene maturazioni con più sole e ricircolo d’aria. Il risultato è sfruttare al meglio l’esposizione est-sud dei vigneti e avere una parete fogliare in orizzontale anziché in verticale. Da qui sono arrivate nuove necessità di lavoro in cantina e non tanto dal punto di vista tecnologico quanto, piuttosto, sul processo di vinificazione che proprio in questi anni sta sperimentando il passaggio da una tecnica a uno stile. Perché i vini crescono assieme a chi li produce, alla loro consapevolezza, maturità e capacità di interpretazione.
I vini
Il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Notàri 2014 ha un cuore rubino. Al naso si presenta con note speziate, sentori di amarena e ciliegia sotto spirito. Una nota molto dolce esce nella complessità assieme a un tocco salino che ne lascia intuire le potenzialità evolutive. L’assaggio, inizialmente sapido e rotondo, si sviluppa poi in termini di freschezza in tandem con un tannino di buona grana e parzialmente integrato. Un vino dal carattere deciso. Da provare con una BBQ Ribs.
Il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Neromoro Ris. 2013 ha una veste rubino con bordi violacei e accenni granato. Il naso boisè, elegante e moderno, ha un tratto fine e delicato con sentori floreali, note di cannella, felce e tocchi balsamici che avvolgono con precisione un frutto rosso ben espresso che riporta alle amarene. La bocca è ben modulata e progressiva. Il tannino è giovane ma ben fatto. Chiosa sapida e leggermente piccante. Un’anteprima che promette bene. Ideale con Goose di Hou Yi in tipico Taipei City style.
Emidio Pepe
Spostandoci verso Nord si arriva nei pressi di Torano Nuovo, entrando così nel cuore delle Colline Teramane. È qui che nel 1964 Emidio Pepe inizia a imbottigliare il suo vino e grazie alla capacità di leggere la realtà del territorio e del montepulciano con altri occhi, ne coglie le potenzialità. Nel corso degli anni e con una visionaria ostinazione darà vita a vini del territorio tra i più riusciti in Italia.
Oggi un know how fatto di intuito, manualità, vivacità intellettuale e cura dei dettagli lega la gestione aziendale di Daniela e Sofia a quella del padre. La biodinamica, la scelta di lavorare con utensili e macchinari sempre più adatti a non stravolgere le caratteristiche e la vitalità del suolo insieme all’impianto nel 2006 di un nuovo vigneto con la sola varietà pecorino ne segnano la discontinuità.
Lo stile di famiglia
Produrre vini genuini e di qualità, che abbiano nella digeribilità il loro elemento centrale. Custodire il microclima unico dei vigneti assieme a uno sviluppo equilibrato della vigna in armonia con l’ambiente circostante. Lavorare solo con vitigni del territorio, senza l’utilizzo della chimica e con il tendone come forma tipica di allevamento dell’areale. Avere una filosofia di cantina basata sulla manualità e uno stile di vinificazione caratterizzato dall’utilizzo di materiali neutri, vasche di cemento e sosta prolungata in bottiglia, capaci di conservare nel tempo la personalità del vitigno senza stravolgerla. Questi sono solo alcuni dei passaggi salienti di una pratica agronomica che la famiglia Pepe ha messo a punto in più di 50 vendemmie.
Emidio ci racconta che essere ottimisti e credere nella famiglia gli ha permesso, nel corso della sua lunga carriera, di poter cambiare idea quando necessario, di essere concreto e schivare l’inutilità. È riuscito a raccontare ad un mondo sempre più globalizzato i suoi vini insieme al territorio a cui sono legati. Oggi è Chiara, la nipote di Emidio, che attraverso l’uso dei social media e wine tasting, in giro per il globo, continua la narrazione. Un rapporto molto speciale lega Emidio alla città di New York. Nel 1971 la ristorazione italiana della Grande Mela è stata la prima a riconoscere la qualità della sua produzione. Le bright lights della Big City sembrano avere qualcosa in comune con le stelle nel cielo di Torano Nuovo: ricordare ai giovani di non andare in cerca dei problemi ma di essere creativi nel risolverli.
I vini
Il Montepulciano d’Abruzzo 2008 è rubino alla vista, denso e compatto. Al naso colpisce per l’intensità del frutto rosso maturo, toni ferrosi, spezie e macchia mediterranea. La bocca è rotonda con un corpo ben strutturato dal tratto sapido e moderata freschezza. Il tannino è ben presente e di buona qualità ed il finale è quasi ammandorlato. Perfetto con formaggio fritto o farro con ragù bianco di salsiccia.
Il Montepulciano d’Abruzzo 2001 ha carattere da vendere già alla vista, dove un chiaro bordo granato non ha intaccato la compattezza del vino che mostra ancora un cuore rubino con alcune particelle in sospensione. Un raffinato bouquet svela con grazia note ematiche, mirto, legna bruciata, liquirizia e tè nero. L’assaggio è goloso, dinamico ed equilibrato. Arrivato al centro bocca cambia marcia sviluppando una progressione fresco-sapida che regala slancio assieme a una trama tannica perfettamente integrata. Un vino espressivo che ti cattura nella sua persistenza floreale e fruttata. Ideale con involtini di verza e patate impanati con semi di papavero seguiti da maltagliati con zucca, formaggio primo sale e radicchio fatti con grano Senatore Cappelli.
Dino Illuminati
In Contrada San Biagio nel comune di Controguerra, al confine con le Marche si trova l’azienda Illuminati, presente in questo territorio dal 1890. Ma è a partire dal 1970 che, con la sua capacità di recepire i cambiamenti e comprendere le richieste di mercato con tempestività, il Cavalier Dino Illuminati mette a segno una serie di gol fondamentali per l’azienda di famiglia e per tutto il territorio del teramano. Ha reso il Montepulciano d’Abruzzo più bevibile al mondo interpretandolo in chiave internazionale e favorendo la nascita della DOCG Colline Teramane e della DOC Controguerra.
Oggi dopo la fase espansionistica perseguita da Dino, sono subentrati i figli che si occupano della gestione tramite il mantenimento degli equilibri aziendali. Il fiuto per i mercati esteri e la bravura nell’aver saputo acquistare nuovi vigneti è il fil rouge tra le due generazioni mentre lo stravolgimento delle rese, nuovi metodi di vinificazione, l’aumentato delle riserve e saper aspettare la maturità dei vini in cantina segnano l’alternanza.
Lo stile di famiglia
La storia di un’azienda si misura nella qualità delle annate prodotte. Con questa visione Stefano Illuminati è convinto di saper resistere alle turbolenze socio-economiche di questi tempi. Guardare all’annata perché è lei che decide. Garantirsi tramite una concezione agronomica una gestione del vigneto rispettosa della plasticità del vitigno, della sua resistenza alle malattie e longevità, mettendolo nella condizione di poter rispondere al cambiamento climatico e comprendendo che solo dopo 20 anni inizia ad offrire il meglio di sé. Non smettere di accompagnare il Montepulciano d’Abruzzo verso interpretazioni qualitative capaci di intercettare il gusto del tempo, facendo sempre più attenzione all’uso della barrique, e avendo un’interpretazione di cantina che esalti l’espressione del frutto, la rotondità di bocca, tannini ben integrati e persistenza che sono poi i tratti distintivi del Montepulciano d’Abruzzo delle Colline Teramane.
È importante lavorare molto sulla Docg, sapendosi presentare, facendo squadra e mettendo in campo le forze migliori per ottenere un risultato più ampio possibile per tutto il territorio. Perché, come ricorda Stefano, quando si esce dai confini locali e nazionali ci si confronta sempre più spesso con prodotti di ottima qualità. Anche per questo ritiene fondamentale avere sul territorio una ristorazione stellata. È convinto che bisogna aiutare i giovani nella commercializzazione dei loro prodotti che sono fatti con molta cura ma che faticano a posizionarsi sui mercati. È dell’avviso che è importante imparare a fare un buon uso del digitale perché alla sua potenza di immagine e comunicazione corrisponde un aumento della domanda che poi deve essere soddisfatta con numeri e qualità per non giocarsi la fiducia dei mercati.
I vini
Il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Zanna Riserva 2003 è il vino che ha segnato la nascita della Docg. Rubino alla vista con unghia granato. Molto bello l’intreccio tra il tratto ematico e quello floreale avvolti poi da una complessità balsamica. Assaggio di grande corrispondenza con una freschezza che regge la bocca assieme a un finale sapido di grande calibratura e tannino che assume sfumature mentolate. Un vino chiaro nell’espressione con una delicatezza molto particolare. Ideale con spaghetti alla pecorara di Torano Nuovo o arrosticini di castrato.
Il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Pieluni Riserva 2003 ha vinto l’appuntamento con il tempo mostrando un rubino scuro e sfumature granato. Al naso emergono subito note affumicate e salmastre poi mirto, menta e arancia rossa. L’attacco di bocca è succoso e dopo aver avvolto il palato sviluppa una bella articolazione con una freschezza vivida e un elegante tratto sapido. Il tannino è domato, composto, fine capace di regalare a tutto il sorso una grande piacevolezza. Da sorseggiare ascoltando “ The Land of Plenty” di Leonard Cohen, in alternativa compagno ideale di un’ottima grigliata mista o pecora alla callara.
Fattoria Bruno Nicodemi | Notaresco (TE) | Contrada Veniglio n. 8, SP19 | tel. 085 895493| http://www.nicodemi.com/
Emidio Pepe | Via Chiesi, 10 | Torano Nuovo (TE) | tel. 0861 856493| http://www.emidiopepe.com/
Azienda Agricola Dino Illuminati | Controguerra (TE) | Contrada San Biagio, 18 | tel. 0861.808008 | http://www.illuminativini.com/
a cura di Emanuele Schipilliti
Per leggere Il vino, di generazione in generazione. Il Vino Nobile di Montepulciano
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