La Bottega del Ramen e Tokio Table sono i due format che il colosso della ristorazione nipponica ha deciso di importare in Italia, a partire da Milano e già dal prossimo febbraio. Ma il piano di espansione prevede ben 15 aperture entro il 2020. E Toridoll non è l’unico gruppo internazionale a cui fa gola l’Italia: da Wagamama a Ryukishin, a Beijing8 i tempi sono maturi.
Milano (e l’Italia) innamorata del ramen
L’anno nuovo di Milano comincia all’insegna del ramen. Che la città fosse pioniera in tal senso è ben noto agli estimatori del genere, che su indirizzi come Casa Ramen e Zazà Ramen possono fare affidamento da diversi anni. E del resto in più occasioni proprio il capoluogo meneghino si è rivelato precursore di tendenze gastronomiche al vaglio del pubblico italiano, prima che queste attecchissero in molte altre città d’Italia. Il vento del ramen che da un anno a questa parte imperversa sulle principali piazze della Penisola ne è testimonianza ulteriore. Ecco perché negli ultimi mesi ci siamo trovati a raccontare di realtà come Koto Ramen a Firenze, Akira e Mama Ya a Roma (dove si attende la riapertura nella nuova sede di Waraku), per citare solo i casi più eclatanti, senza contare quel fenomeno di interesse per la cucina orientale e giapponese tout court – che rompe con lo stereotipo sushi, sashimi e involtini primavera – che ha determinato, per esempio, l’approdo nella Capitale di un grande colosso internazionale come Zuma, improntato alla divulgazione, seppur non pedissequa, della cucina izakaya.
L’interesse delle grandi realtà nipponiche
Poi c’è l’ultimo caso in ordine di tempo, ancora una volta nel perimetro della Capitale: persino nel nuovissimo terminal E dell’aeroporto Leonardo Da Vinci, tra ristoranti esclusivi, bistrot e pizzerie, Lagardere ha pensato bene di offrire ai viaggiatori internazionali un ramen bar d’importazione, Ajisen Ramen, celebre catena nipponica alla prima esperienza italiana. E questo ci offre l’opportunità per riflettere su un fenomeno che date le premesse potrebbe concretizzarsi nel corso del 2017; che nella Penisola i tempi per ramen bar e fast food all’orientale siano ormai maturi sembrano averlo capito in primis proprio i grandi gruppi internazionali, a lungo indirizzati su altri obiettivi sensibili e oggi pronti a investire nel nostro Paese. I precedenti di successo, peraltro, non mancano: un anno e mezzo fa il ramen bar con cucina Ryukishin– già affermato a Osaka, Kyoto e Londra – sfruttava il traino di Expo per affermarsi a Milano. Oggi sembrerebbe pronto a replicare, entro l’anno, a Roma.
Toridoll a Milano. La Bottega del Ramen e Tokyo Table
E invece per tornare nel capoluogo lombardo – dove si attende l’inaugurazione del primo Wagamama per conto di Percassi – la novità del 2017 la rivela il Sole 24 Ore e si chiama Toridoll, colosso della ristorazione giapponese, con un pacchetto di 1200 ristoranti nel mondo all’attivo (di cui 900 solo in Giappone). Le prerogative del fast food, prezzi abbordabili, ambiente informale, servizio rapido, ci saranno tutte, insieme a un’offerta che si ripromette di conquistare un pubblico eterogeneo: qualche sfizio per cominciare e poi ramen di vario tipo, compreso il ramen asciutto per l’estate (non in zuppa, ma condito con salse), tutto nel rispetto della tradizione nipponica. Le aperture già programmate in città sono ben cinque, la prima a metà febbraio in via Vigevano, con la Bottega del Ramen; ma già all’inizio di marzo si procederà con il concept Tokyo Table, 50 diversi assaggi in stile tapas e piatti cucinati a prezzi contenuti, con ben 100 coperti a disposizione, sempre nella zona di Porta Genova. E le intenzioni di Toridoll si rivelano ben più agguerrite: proprio dall’Italia il gruppo ha scelto di iniziare per procedere alla conquista del mercato europeo, a partire dal raggiungimento di 15 locali nella Penisola, Roma compresa, entro il 2020. Solo scommettendo sulla capacità attrattiva dei due format informali, pur ritrovandosi in portfolio il fine dining Sakagura, per ora lontano dall’orizzonte italiano.
Beijing8 a Firenze. Cucina cinese dalla Svezia
E intanto a Firenze, dopo il boom di presenze registrato in un anno da Koto Ramen (da iniziativa italiana), da un paio di mesi ha aperto nel centro della città il primo punto vendita italiano di Beijing 8, che a dispetto del nome e dell’offerta gastronomica, incentrata stavolta sulla tradizione cinese, rivela origini scandinave. Nato in Svezia, oggi il gruppo comincia ad aprirsi anche al mercato europeo, e per farlo ha scelto per ora Parigi, Lione e Firenze, dove in via de Neri prova a sfondare con la sua cucina al vapore accompagnata da miscele di tè. Anche in versione take away. L’ennesima riprova che il mercato italiano della ristorazione piace molto all’estero. Chi sarà il prossimo?
La Bottega del Ramen | Milano | via Vigevano | dalla metà di febbraio | www.toridoll.com.en
Tokyo Table | Milano | da marzo | www.toridoll.com.en
Ryukishin | Milano | via Ariberto, 1 | www.ryukishin.it
Casa Ramen | Milano | via Porro Lambertenghi, 25 | www.casa-ramen.it
Koto Ramen | Firenze | via Verdi, 42r | www.kotoramen.it
Beijing8 | Firenze | via de Neri, 46r | www.beijing8.com
Waraku | Roma | via Prenestina, 321A | prossima apertura (entro la fine di gennaio) | www.warakuroma.webs.com
Akira | Roma | via Ostiense, 73F | www.ramenbarakira.com
Mama Ya | Roma | via Ostiense, 166° | www.mamayaramen.it
Ajisen Ramen | Fiumicino (RM) | Aeroporto Leonardo Da Vinci, terminal E | www.ajisen.com.sg
Zuma | Roma | via della Fontanella di Borghese, 48 | www.zumarestaurant.com
a cura di Livia Montagnoli