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Campari vende i vini cileni a marchio Lapostolle per 30 milioni

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Dopo la cessione delle italiane Sella&Mosca e Teruzzi&Puthod, completata nei giorni scorsi, il gruppo di Sesto San Giovanni cede la grande azienda cilena da 370 ettari nella regione di Santa Cruz e punta a concentrarsi sul comparto degli spirit.  

Campari sempre più lontano dai vini fermi

Nuovo passo di Campari verso il disimpegno dal comparto dei vini fermi. Per 30 milioni di euro, il gruppo guidato dalla famiglia Garavoglia ha siglato un accordo per cedere i vini Lapostolle in Cile, attraverso la vendita di Marnier Investissments ad Alexandra Marnier Lapostolle, che assieme a suo marito creò questo brand nel 1994 nella regione di Santa Cruz. Il marchio sudamericano era entrato di recente nel portafoglio di Campari nell'ambito dell'acquisto di Grand Marnier, avviato a marzo 2016. 

Con questa operazione, Campari cede i vini, il pisco a marchio Lapostolle (un brandy ottenuto dalle uve, molto diffuso in Cile e Peru), i circa 370 ettari di vigneti, gli impianti di vinificazione e produzione, il magazzino, l'attivo immobiliare e le attività alberghiere cilene come il "Lapostolle residence". Il closing dell'operazione è previsto tra due mesi, e include una posizione finanziaria netta di 23,3 milioni di euro. 

La razionalizzazione delle attività. Focus sugli spirit

La cantina cilena ha un portafoglio di prodotti d'alta gamma, tra cui Sauvignon Blanc, Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Merlot, Carmenère e Syrah. Distribuito in oltre 60 Paesi in tutto il mondo, il marchio Lapostolle include vini pluripremiati come Clos Apalta 2005, al primo posto nella Top 100 di Wine Spectator nel 2008. Nell’anno fiscale terminante il 31 dicembre 2015, Marnier Chile S.A. ha registrato vendite nette pari a 13,6 milioni di euro e un ebitda di 1,8 milioni. 

Bob Kunze-Concewitz, ceo del Gruppo Campari, spiega che l'accordo per la vendita dell'azienda cilena segue quelli di Sella&Mosca e Teruzzi&Puthod, completata pochi giorni fa: "Campari conferma il suo impegno a uscire completamente dal business dei vini fermi, in linea con la strategia volta a razionalizzare le attività non strategiche e aumentare il focus sul core business degli spirit", si legge in una nota. Da inizio 2016, sono state cedute attività non strategiche per complessivi 96 milioni di euro.

I brand a priorità globale rappresentano il maggiore focus del Gruppo e comprendono Aperol, Appleton Estate, Campari, SKYY, Wild Turkey e Grand Marnier. Con sede principale in Italia, a Sesto San Giovanni (Milano), Campari conta 18 impianti produttivi e 2 aziende vinicole in tutto il mondo, e una rete distributiva propria in 19 Paesi. Il Gruppo impiega circa 4 mila persone e nei primi nove mesi 2016 ha fatturato 1,18 miliardi di euro.

www.camparigroup.com

http://en.lapostolle.com/

 

a cura di Gianluca Atzeni


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