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Michelin Washington D.C. 2017. Una nuova metropoli Usa per la Rossa: nessun 3 stelle

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Tra i protagonisti dell'esordio stellato nella città presidenziale c'è Josè Andres, celebre chef e imprenditore spagnolo che conquista due stelle con il suo Minibar. Ma le stelle non fioccano: tre i bistellati, nove i ristoranti che raggiungono quota uno. Eppure la scena gastronomica locale vale il viaggio (e merita un'edizione dedicata): Michael Ellis spiega perché. 

L'ultima arrivata in casa Michelin. E sono 29

È un esordio col freno a mano tirato quello della Michelin Washington, che pure segna un altro tassello significativo nella strategia di “colonizzazione” intrapresa nell'ultimo anno in casa della Rossa. Al quartier generale della Michelin la stagione è entrata nel vivo e proseguirà spedita nelle prossime settimane con altre attese cerimonie di presentazione: per l'Italia la data da segnare in agenda è il 15 novembre. E la guida, pur con le dovute considerazioni circa le dinamiche di un sistema per molti versi fin troppo paludato, continua a ribadire il suo prestigio scaldando le platee gastronomiche di tutto il mondo. Dimostrandosi per molti versi particolarmente attenta nel sancire l'evoluzione di una ristorazione meritevole di essere presa in considerazione ben oltre il blasone e la dottrina accademica. Le ultime conferme in merito sono arrivate dall'edizione UK, pronta a fotografare un panorama fresco e anticonvenzionale capace di coesistere con i grandi della storia gastronomica nazionale; e prima ancora dalle incursioni in Estremo Oriente, che hanno portato alla ribalta dei riflettori tante insegne popolari, garantendo un posto nell'Olimpo stellato allo street food. Ma la capacità – e la voglia – di restare al passo coi tempi attualizzando costantemente un'autorevolezza che si nutre del tempo si ribadisce anche indirizzando lo sguardo su nuovi, e mirati, obiettivi, perché in fondo è il piglio dello scopritore di talenti quello che non deve (dovrebbe) mai far difetto a un ispettore.

E così ci troviamo a raccontare l'ultimo esordio editoriale in casa Michelin, che stavolta pesca nello stimolante panorama gastronomico statunitense, elevando al rango di New York, Chicago e San Francisco anche Washington D.C., la ventinovesima edizione della collezione Michelin. Dieci anni dopo (era il 2006) la pubblicazione della prima Rossa metropolitana a stelle e strisce, dedicata a New York (anche se sul percorso americano dell'editore francese pesa le retromarcia su Los Angeles e Las Vegas, entrambe accantonate nel 2010).

Washington capitale gastronomica. Ecco perché

Cosa deve aspettarsi, dunque, un viaggiatore in cerca di soddisfazioni gastronomiche in visita alla città presidenziale? Per Michael Ellis, il numero uno di casa Michelin, la scelta di concentrarsi su Washington è stata una decisione logica, seppur meditata a lungo: “Ci troviamo di fronte a una metropoli cosmopolita, particolarmente importante sulla scena internazionale e ben rappresentata sul fronte gastronomico da molteplici espressioni culinarie che coesistono tra loro”. E le previsioni più rosee parlano di un panorama ristorativo in crescita, “grazie a giovani chef promettenti che stanno riscoprendo i prodotti locali e l'identità gastronomica del territorio, supportati da nuove tecniche e influenze internazionali”. Per quest'anno la perlustrazione degli ispettori si è concentrata sull'area metropolitana, in cerca degli chef più promettenti; nessuno di loro però ha meritato il riconoscimento più ambito: le tre stelle restano nel mirino per la prossima edizione.

Le stelle. Uno spagnolo in testa

Chi potrà ambirvi è Josè Andres, chef e imprenditore spagnolo d'adozione americana, che a Washington conquista due stelle per la cucina stravagante e d'avanguardia del suo Minibar, una delle molteplici insegne che ha portato al successo sul territorio statunitense. Insieme a lui si aggiudicano la doppia stella altre due celebri realtà della ristorazione locale, che conquistano il piazzamento senza troppe sorprese: Pineapple&Pearls (aperto solo pochi mesi fa) e The Inn at Little Washington, premiato per la solida interpretazione della cucina francese classica e contemporanea. Nel novero delle prime stelle, invece, si accomodano nove ristoranti, tra cui si segnalano la cucina giapponese di Sushi Taro e l'ispirazione italiana della Masseria, guidata dallo chef patron Nick Stefanelli. Completa la lista della Michelin Washington 2017 la sezione dedicata alle insegne Bib Gourmand, segnalate per l'ottimo rapporto qualità/prezzo, con 19 referenze.

 

Michelin Washington D.C. 2017

 

Due Stelle

Mini Bar

Pineapple&Pearls

The Inn at Little Washington

 

 

Una Stella

Blue Duck Tavern

The Dabney

Fiola

Kinship

Masseria

Plume

Rose's Luxury

Sushi Taro

Tail Up Goat

 

a cura di Livia Montagnoli


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