Un'analisi sulle preferenze degli italiani in fatto di grappa definisce l'identikit del consumatore tipo, rivelando un potenziale notevole del distillato di qualità, che piace anche alle donne e ai più giovani. Ecco come gustarla al meglio, anche d'estate.
Grappa e ghiaccio in estate? Sbagliato. Nella stagione calda, meglio servirla un po' più fresca rispetto alla temperatura ambiente, per non rovinare intensità e gusto di questo distillato made in Italy. Lo dice l'Istituto di tutela della grappa del Trentino che ha promosso un'analisi sui consumi, compiuta dall'istituto Talos-Am. Se prima il consumo di grappa era soprattutto legato alla fine dei pasti, oggi è scelta anche per accompagnare conversazioni dopo cena o nei locali di tendenza, non necessariamente nei periodi invernali. C'è infatti, secondo l'Istituto, chi prova a usarla anche come base dei cocktail. “Si può degustare durante tutto l’anno” dice il presidente dell’Istituto, Beppe Bertagnolli “e non solo in montagna. Oggi possiamo dire che i nostri distillati sono consumati in estate in tutto il Paese, grazie a una migliore comprensione da parte del consumatore ”.
L’identikit del consumatore
Secondo i dati dell’Istituto, il 30% degli italiani consuma grappa regolarmente. Un dato che evidenzia un potenziale notevole, visto che oltre il 75% degli italiani conosce l’acquavite. Piace di più la grappa bianca morbida, anche se è cresciuto il numero dei consumatori che scelgono le invecchiate. Anche le consumatrici donne sono in aumento negli ultimi anni, assieme ai giovani che al posto dei super alcolici cominciano ad apprezzare i distillati di qualità. Tra i motivi che avvicinano il consumatore: il gusto di questo prodotto, ma anche il retrogusto persistente delle grappe più invecchiate.
In Trentino il 10% della produzione nazionale
La grappa del Trentino (che vanta un disciplinare più restrittivo della grappa Igp), con circa 10 mila ettanidri prodotti, rappresenta il 10% del totale nazionale, pari a circa 4 milioni di bottiglie equivalenti (da 70 centilitri), frutto della distillazione di 15 mila tonnellate di vinaccia. Tre le tipologie principali: quella da uve aromatiche (40% del totale), quella destinata all’invecchiamento (circa il 35%) e quella da vinacce miste (circa il 25%). Il fatturato medio annuo che la grappa genera in Trentino è di 15 milioni di euro per l’imbottigliato e di 2 milioni di euro per la vendita dello sfuso.
La degustazione
Utilizzare possibilmente un bicchiere a tulipano, che consente una maggiore concentrazione ed espressione degli aromi. Va quindi fatta un’analisi visiva. Le grappe giovani non presentano colorazioni particolari perché non hanno toccato il legno. Al contrario, quelle invecchiate hanno una tonalità che varia dal paglierino all’ambrato carico. Entrambe le tipologie devono comunque sempre presentarsi limpide. I profumi percepibili sono diversi. Tra questi: erba, mela, banana, fragola, frutta esotica, nocciola, giacinto, pesca, lampone, mughetto, moscato, rosa. Il naso non va tenuto a lungo sopra il bicchiere.
Da un punto di vista gustativo, i sapori sono principalmente due: dolce e amaro. L'assaggio va fatto a piccoli sorsi, mantenendo per almeno cinque secondi il liquido in bocca, facendolo girare per apprezzarne tutte le sfumature. È, ovviamente, sconsigliato ingurgitare rapidamente la grappa.
a cura di Gianluca Atzeni