Poco meno della metà dei francesi soffrono di problemi legati all'obesità, fenomeno dilagante che assorbe il 56% delle spese sanitarie nazionali. Il Ministero dell'Economia e Finanza decide di far fronte al problema con un aumento delle tasse su tutto il junk food.
La lotta al junk food
È ufficiale: il governo francese dichiara guerra al junk food e lo fa con un incremento delle tasse su tutti gli alimenti considerati cibo spazzatura. Dalle bevande zuccherine agli snack, dagli energy drink ai dolciumi, i prodotti nocivi per la salute subiranno un aumento di tassazione pari al suo limite massimo. La Francia non è certo l'unica nazione a preoccuparsi per l'elevata percentuale di obesità, che negli ultimi anni ha subito un aumento costante ed esponenziale in tutti i paesi europei, ma è forse la prima a muovere dei passi concreti. Anche il governo inglese aveva infatti dichiarato l'intenzione di mettere in atto un piano d'azione per ridurre il consumo degli zuccheri, con tasse su importatori e produttori di bibite dolci, ma con un brusco cambio di rotta il nuovo primo ministro Theresa May ha scelto di privilegiare l'industria alimentare.
Quello degli zuccheri, in particolare di quelli aggiunti, è un tema caldo, sotto la lente di ingrandimento di medici nutrizionisti e associazioni di categoria. Come l'AHA (American Heart Association), organizzazione statunitense con sede in Texas che si impegna a ridurre le morti causate da problemi cardiaci e ictus, che nel mese di agosto 2016 ha pubblicato i risultati dello studio di un gruppo di ricerca circa il consumo di zucchero da parte dei bambini di età inferiore ai 2 anni (tema che presto torneremo ad affrontare più approfonditamente), lanciando un allarme a livello globale.
L'obesità in Francia. Una nuova tassazione
L'obesità non deriva però solamente dall'eccesso di zucchero, ma da una serie complessa e articolata di ingredienti dannosi e dall'uso smodato e inconsapevole dei prodotti che li contengono. Si tratta di grassi vegetali come l'ormai tristemente noto olio di palma, l'olio di colza, la margarina, di dosi abbondanti di sale e dei conservanti più svariati. La Francia propone quindi un'unica imposta sul junk food, col progetto di elevare la tassa sul valore aggiunto (Tva) fino al massimo del 20% su quei prodotti alimentari che attualmente sono tassati al 5,5%. A prendere l'iniziativa non è il Ministero della Sanità ma quello dell'Economia e Finanza, che si trova a far fronte all'allarme obesità nel Paese, che oggi riguarda più del 15% della popolazione. Un fenomeno dilagante che ha un impatto significativo non solo a livello sanitario, ma anche economico: il problema dei chili di troppo assorbe infatti il 56% delle spese sanitarie territoriali, costi ospedalieri esclusi. Solamente nel 2012, 24,6 milioni di francesi, un terzo della popolazione, sono risultati in sovrappeso; con questo dato in aumento, il costo dell'obesità di 30 milioni di persone costerà alla Francia 20,4 miliardi di euro l'anno. “Fino a oggi le valutazioni sui costi socio-economici dell'obesità erano parziali. Adesso abbiamo allargato il campo, come si fa per l'alcool e il tabacco", ha dichiarato il capo economista del Tesoro Michel Houdebine al giornale economico finanziario Les Echos.
Le altre proposte. Stop alla pubblicità e porzioni ridotte
Imposte a parte, il rapporto ministeriale propone diverse iniziative per contrastare – o quantomeno contenere – il caso obesità. Fra queste, la riduzione delle porzioni nelle mense, il divieto di vetrine trasparenti per i distributori di alimenti, una regolamentazione più stretta della pubblicità di snack e simili. Nel frattempo, per incentivare l'educazione alimentare, per le famiglie più bisognose sono previsti degli aiuti sociali.
a cura di Michela Becchi