L’Ue continua a pretendere l’abbattimento degli ulivi infetti, per evitare che la Xylella si diffonda nel continente. Dal canto suo la Puglia si rimbocca le maniche, e oltre di contrasto mette a dimora 16 diverse varietà per studiare il batterio killer.
Xylella vs ulivi. Una lotta senza fine
Da oltre un anno la Puglia ha ingaggiato una battaglia feroce con un nemico difficile da contrastare. E tutti abbiamo imparato a conoscere la Xylella fastidiosa. A febbraio scorso è finito il commissariamento del governo, e gli ulivi superstiti - quelli che sono riusciti a sopravvivere alla furia del batterio o non sono incappati negli abbattimenti predisposti dalla squadra tecnica per contenerlo – sono passati sotto sequestro della Procura, per non lasciare nulla di intentato: gli alberi ancora infetti sarebbero stati abbattuti. E solo una settimana fa il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, convocato a Palazzo Chigi per riferire sullo stato attuale delle cose è stato molto chiaro: la xylella non è più un’emergenza, è vero, ma principalmente perché ormai in Puglia tutti gli agricoltori la considerano endemica. Ecco perché le misure preventive e contenitive che saranno prospettate davanti all’Unione Europea sono quelle adottate nei casi di grave fitopatia, a cominciare dalla cura di automobili e mezzi agricoli per evitare che diventino veicolo di trasmissione del batterio per arrivare all’istituzione di un’agenzia che si occupi in modo permanente di contrastare e fare ricerca sulla Xylella.
Il campo sperimentale in Salento. Monitoraggio e prevenzione
E se dal canto suo, dopo il dissequestro delle piante dello scorso 25 luglio, l’Europa chiede a gran voce l’abbattimento degli ulivi sospetti, per scongiurare la diffusione del batterio nel resto del continente, in Salento si lavora per la costituzione di un campo sperimentale per la ricerca. Il terreno si trova ad Acquarica del Capo, in provincia di Lecce, e grazie alla collaborazione tra la Regione e Coldiretti Lecce sono già stati messi a dimora 200 ulivi di 16 diverse varietà all’interno di un appezzamento di terreno di 2 ettari in cui sono già presenti piante secolari di varietà ogliarola affette da Xylella. Tra le varietà di ulivo messe a dimora: Leccino, Ottobratico, Nocellara del Belice (auto radicato e innestato), Cassanese (auto radicato e innestato), Giarraffa, Biancolilla, Ogliarola, Cipressino, Carolea, Frantoio (innestato e auto radicato), Itrana e Roggianella (solo alcune delle 25 specie su cui grava ancora il divieto di impianto da parte dell’Ue, che ha scatenato la protesta dei Comuni salentini). Nel campo sperimentale le piante saranno monitorate per testare la risposta del batterio alla quarantena, e i test di laboratorio realizzati in collaborazione con gli istituti universitari pugliesi e il consorzio agrario di Lecce serviranno a mettere a fuoco una strategia sempre più mirata per limitare i danni. E scongiurare le misure più drastiche imposte dall’Ue. Perché la partita non si giochi più solo nei palazzi del potere, ma soprattutto sul campo.