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Torino Veg Friendly. Dopo la domenica vegana, il sabato della carne

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Continua a Torino la polemica che ha accolto il piano vegano della nuova giunta a 5 Stelle guidata dal sindaco Chiara Appendino. E i macellai stanno affilando i coltelli…

Il sabato della carne

Torino vegan city non piace affatto, comprensibilmente, ai macellai torinesi. Dopo la promozione della dieta vegana e vegetariana nel programma della sindaca Appendino, Lorenzo Lavarino, presidente dell’Associazione Macellai torinesi auspica un passo indietro e teme “effetti negativi non solo per l’intera categoria, ma anche per allevatori, ristoratori, chi vende carne e latticini, grande distribuzione compresa”.

I macellai si sentono discriminati e pensano che la questione vegetariano o no andrebbe lasciata alle scelte individuali e in mano comunque ai nutrizionisti. Rincara le critiche Luigi Frascà, presidente di Assomacellai di Confersercenti. “Chiediamo all’amministrazione di istituire un sabato della carne per promuoverne il consumo consapevole. Una giornata dedicata a pollo e cotolette prima della purificazione veg della domenica”, aggiunge con una nota polemica. “Che un’amministrazione pubblica sponsorizzi un certo stile alimentare lascia allibiti ed esula dai compiti istituzionali: è discriminatorio per un’intera categoria” aggiunge Frascà.

Il timore è evidentemente che il programma della nuova giunta possa causare un calo delle vendite in un settore in cui la situazione non è certo rosea: solo nei primi due mesi dell’anno a Torino e provincia hanno chiuso 29 macellerie, oggi sono 455.

 

I timori del settore. Le ricadute sul mercato

Timori diffusi anche fra i ristoratori: il turismo enogastronomico è una risorsa importante per il territorio e Fulvio Griffa, presidente dell’associazione pubblici esercizi e titolare del ristorante Sibiriaki nel Quadrilatero cita non caso due punti di forza della tradizione gastronomica torinese come il bollito e il fritto misto (per tacere della salsiccia di Bra o la battuta di fassone...)

Quello che più mi inquieta è vedere come un argomento di nicchia come questo sia entrato nel programma di governo. Le priorità sono altre, le nostre scelte alimentari non riguardano la politica”. Si chiede un’informazione più equa, per esempio sui rischi del vegan per l’alimentazione dei bambini. I toni insomma si infiammano, sebbene l’assessore al commercio Alberto Sacco si dichiari pronto a cercare soluzioni e a mangiare un sushi di carne.

Tant’è la nuova giunta continua con le proposte singolari, dal taglio al wi-fi (che il responsabile dipartimento radiazioni dell’Arpa sostiene siano pericolosi per la salute quanto il caffè e alcuni sottaceti, secondo la legge) alla volontà di realizzare “colombaie in alcune aree verdi per fornire una alimentazione adeguata ai piccioni”.

 

a cura di Rosalba Graglia


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