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Il business della pizza vale un milione di posti di lavoro. E le pizzerie aumentano, non solo a Napoli

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Migliaia di pizzerie nelle principali città d'Italia – vince Roma con 15500 insegne – e un profilo professionale che paga: boom di assunzioni nel settore e un milione di lavoratori che vivono grazie alla pizza, tra dipendenti e indotto. 

Lavorare con la pizza

Un milione di posti di lavoro. Tanto cospicua è la ricaduta del settore della pizza sul sistema occupazionale italiano. Al moltiplicarsi di pizzerie in tutta la Penisola – secondo l'ultima stima promossa dagli organizzatori di Pizza Village sono 183mila le insegne dedicate alla pizza, da Nord a Sud dell'Italia – corrisponde infatti un ingente giro d'affari, che occupa oltre 500mila dipendenti e arriva al milione di occupati considerando l'indotto del settore (fornitori compresi).

A sorpresa, però, non è Napoli la Mecca per pizzaioli e aspiranti tali: Roma strappa il primato, con 15.500 pizzerie dislocate in tutta la città, e Milano la segue al secondo posto con oltre 9000 insegne. Questo significa che la capitale della pizza per eccellenza, Napoli, ottiene solo il terzo gradino del podio per numero di pizzerie, con 8200 locali che celebrano l'orgoglio della tradizione gastronomica partenopea. Chiaro che nell'analisi dei dati si dovrà tener conto del rapporto pizzerie per abitanti... E allora Napoli riconquista la scettro che le spetta? Niente affatto.

Tante pizzerie in tutta Italia, da Sassari ad Aosta

Da questa curiosa indagine pizza oriented, le sorprese emergono una dopo l'altra: è la provincia di Sassari, con una pizzeria ogni 147 abitanti, a strappare il miglior rapporto pizzerie pro capite. Seguono Grosseto, Savona, Aosta (!), Nuoro, ancora una volta in Sardegna, tracciando una mappa che definire inaspettata è dir poco. Tra le grandi città, Roma arriva ancora una volta per prima, al 22eismo posto, Milano si piazza al 60esimo e Napoli solo al numero 81, con una pizzeria ogni 381 residenti.

Dati che fanno sorridere, certo, ma tutto sommato ci piace riportare al rango che più gli si addice, quello del puro divertissement. Più interessante, invece, per le ricadute sul fronte occupazionale, la classifica che valuta il rapporto tra numeri di addetti in pizzeria e popolazione locale, che vede balzare in testa Venezia, dove un abitante ogni 55 trova lavoro in pizzeria.

In seconda e terza posizione tornano Sassari Aosta, poi Rimini.

 

La pizza che fa bene al Pil

Insomma, il settore della pizza, sembra avere le potenzialità per alleviare la crisi occupazionale dei giovani italiani, e i dati diffusi dalle associazioni di categoria campane non mancano di confermare il trend: nella regione che ha visto nascere la pizza come la conoscono in tutto il mondo, gli enti di formazione professionale per pizzaioli fanno registrare da anni un numero di richieste ingente, a cui corrisponde, entro i 3 mesi dal termine del percorso formativo una probabilità di assunzione pari al 90%. E nel lungo periodo la percentuale sale addirittura al 97%. Tutti contenti, dunque? Sicuramente lo sono gli organizzatori di Pizza Village, la manifestazione partenopea che all'inizio di settembre festeggerà la sesta edizione sul lungomare Caracciolo di Napoli, e molto si è spesa in questi anni per valorizzare l'arte bianca dei pizzaioli. E con loro festeggia tutta la città: ogni anno la presenza di turisti negli alberghi partenopei in concomitanza con il Pizza Village aumenta del 30% (nel 2015 sono stati 600mila i visitatori), e il festival, da solo, riesce a coinvolgere oltre 1000 addetti ai lavori. Insomma, la pizza si conferma un business a tutto tondo, nel Dna degli italiani.


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