Se c’è un vino che rappresenta in tutto e per tutto il suo territorio, questo è il Braide Alte: un blend nella patria dei blend per i bianchi; vitigni autoctoni; spirito internazionale. L’azienda Livon, che celebra i suoi 50 anni con un’etichetta ad hoc dell’annata 2014, è una di quelle che hanno fatto la storia del vino italiano moderno: non a caso vende la sua etichetta di punta per metà all’estero.
Il vigneto Braide Alte guarda la Slovenia. Siamo nella frazione di Dolegnano, 600 abitanti nell’ultimo lembo di terra italiano prima del confine. Dall’acetaia di casa Livon, in cima alla collina di Ruttars, si scorgono ancora le due case che funzionavano da dogana: quei posti di blocco che l’Unione Europea è riuscita a cancellare dopo tanti anni e che oggi alcuni illuminati vorrebbero riproporre.
Livon
Il progetto viticolo di Livon prende il via a metà negli anni ’60 grazie all’opera intrapresa da Dorino, portata avanti da Tonino e Valneo, rilanciata oggi dai figli Matteo e Francesca: idee chiare e un impegno costante a tutto tondo. Un’avventura imprenditoriale che è cresciuta gradualmente: oggi sono i 5 marchi della famiglia. Oltre a Livon, RoncAlto e Villa Chiopris in Friuli, si sono aggiunte anche Borgo Salcetino nel Chianti Classico e Fattoria ColSanto a pochi passi dal borgo medievale di Bevagna.
1964-2014: 50 anni di vendemmie. La nuova etichetta
È sul mercato da pochi giorni l’etichetta celebrativa per festeggiare la cinquantesima vendemmia dell’azienda fondata da Dorino Livon nel 1964. È un blend di friulano e ribolla gialla dai vigneti di Ruttars, fermenta e affina in barrique ungheresi per otto mesi. All’assaggio rivela gli umori dell’annata, con un profilo aromatico lento ma soffuso, con toni di mandorla tostata, pesca e un palato succoso e sottile, con un fondo fumé tracciato e un finale fragrante che sfuma su sensazioni di arancia amara. Perfetto su un ragù di carni bianche. 3mila le bottiglie prodotte.
Braide Alte
Otto dei 15 tre bicchieri aziendali sono arrivati dal Collio Braide Alte. L’intensità d’impianto è elevatissima, parliamo di 8mila ceppi per ettaro, le piante affondano su terreni ricchi di marne e argilla. Convivono chardonnay, sauvignon, picolit e moscato giallo, protagonisti di un blend che è diventato un classico, un archetipo di un blend friulano di livello internazionale. “L’origine del nome? Braide in friulano è l’appezzamento di terreno vicino a un casolare agricolo, nel nostro caso l’acetaia. Alte: perché è il vigneto più in quota tra i nostri. La prima annata prodotta è stata la 1996, ci siamo arrivati dopo 5-6 anni di esperimenti per trovare l’equilibrio”ci racconta Matteo Livon “Le varietà sono vinificate separatamente in legno e poi riassemblate in acciaio; riposano almeno un anno e mezzo in bottiglia prima di uscire dalla cantina”.
In totale il Braide Alte viaggia sulle 15mila bottiglie annue e quasi la metà prendono la via dell’estero. L’enologo di famiglia è Rinaldo Stocco, in modo continuo da quasi 30 anni. “È più difficile oggi vendere un blend rispetto a una singola varietà autoctona o internazionale. Ma dopo anni di costanza qualitativa siamo riusciti a costruire un brand elevato e costante. Negli ultimi anni abbiamo implementato le nostre varietà indigene: ribolla, malvasia, friulano e picolit”. Se c’è un luogo in Italia che ha una tradizione radicata per il blend in fatto di bianchi è proprio il Collio: il Braide Alte è una rivisitazione dell’uvaggio classico in chiave internazionale.
La degustazione
Ha uno stile ben riconoscibile anno dopo anno, con un tocco morbido e aromatico e un profilo speziato molto sfaccettato. Si esprime al meglio nelle annate più calde e soleggiate, raccontano i nostri assaggi. Da accompagnare con piatti che presentano picchi e spigoli gustativi: lì dove c’è tanto sale, vedi baccalà o sarde in saor, con sapori ad alta intensità aromatica, vedi dei gamberoni alla brace, specialità piccanti e giustamente pepate. Tiene testa anche su carni bianche succulente.
2013 | 3 bicch
Ha un profilo fragrante, con note floreali in prima linea, poi cedro e un profilo boisé in fase d’integrazione. Al palato è succoso, ancora un po’ contratto, mette in mostra un carattere maturo, dolce, ma senza pesantezze, rinfrescato da una nota finale di anice. È figlio di una buona stagione estiva e di un periodo vendemmiale climaticamente perfetto.
2011 | 3 bicch.
L’estate calda ha accelerato il processo di maturazione, il vino denota una struttura maggiore e un profilo olfattivo particolarmente intenso e diretto nei suoi toni aromatici, che vanno dalla rosa, al glicine, dalla papaya al litchi. Al palato è pieno, avvolgente, glicerico, ricco di sapore e spunti. Ha un peso specifico maggiore ma anche ritmo, il finale, poi, è molto lungo.
2010 | 2 bicch. rossi
La vendemmia più fresca, e anche più piovosa, si riflette in un profilo olfattivo più delicato, timido nei primi minuti, con un’impronta erbacea più marcata, con toni di salvia, sambuco e frutta a polpa bianca. Bocca più polposa, cremosa nei suoi toni di brioche, ma allo stesso tempo agile, che sembra chiedere tempo per sprigionare a pieno il suo bagaglio aromatico.
2008 | 3 bicch
Il colore particolarmente dorato è il preludio a un vino che gioca sui toni terziari, con richiami di miele, canditi e spezie orientali. La bocca è particolarmente ricca, opulenta, con una concentrazione tale da renderlo quasi masticabile, con un finale molto caldo che vira verso toni di erbe officinali. Ha avuto un’evoluzione più rapida.
2007 | 3 bicch
Riflessi brillanti e colore compatto, molto più chiaro del precedente. Bellissimo il naso: toni di rosmarino, salvia, una pesca gialla succosa. E poi un sottofondo di fiori e agrumi, e una traccia fumé molto ben integrata. La bocca è profonda, saporita e soave, ben contrastata da un supporto acido e un affondo sapido che allunga il vino fino a un finale di gran classe. È tra le vendemmia più precoci mai viste in Friuli. Strappò Tre Bicchieri di slancio nell’edizione 2010 di Vini d’Italia.
2004 | 2 bicch. rossi
Colore con riflessi ambrati, tra i più intensi della batteria. Presenta toni d’idrocarburi, note di alloro e miele, con un sottofondo delicatamente sulfureo. La bocca è ricca e agile, con toni di mandorla tostata, rilanci agrumati e un finale avvolgente, caldo e appagante.
2001 | 2 bicch.
L’annata della regolarità e dell’equilibrio. Una grande annata in tutta Italia. Il colore è particolarmente dorato, il preludio a naso che gioca con la frutta secca, note di uvetta, ma anche una base acida ancora viva. La bocca è pepata, di struttura imponente, morbido, ma non seduto. Il finale, quasi piccante, riporta nuovamente alle erbe aromatiche, una costante di tutta la batteria.
2000 | 3 bicch.
Luglio fresco e piovoso, agosto molto caldo e siccitoso. Il vino è in ottima forma, in un momento di massima apertura aromatica. Profuma di frutta tropicale, di gelsomino, di rosa, il naso è cangiante e complesso. La bocca è innervata di succo, calda, note di agrumi canditi, nocciola, ma anche una fresca nota di tè verde che rinfresca il finale. Accattivante la nota di miele all’arancio in coda.
1996 | 3 bicch.
È la prima annata prodotta. Solo 5mila bottiglie. Dopo 20 anni, si presenta con una veste aromatica particolarmente suadente, con toni iodati che accompagnano note di pasticceria, di mirto di albicocche sotto spirito, di scorza d’agrume candita. La bocca è pervasa da una nota fumé sottile ma incisiva, ha uno sviluppo delicato, armonico: è cremoso e lungo. A bicchiere vuoto, profuma di erbe di montagna e pepe bianco.
Braide Alte | Livon | San Giovanni al Natisone (UD) | www.livon.it
a cura di Lorenzo Ruggeri