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Appunti di Degustazione. I Comuni nel Vino: l'Irpinia nel bicchiere

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Tre cantine si uniscono per far conoscere i loro vini, il loro territorio e una denominazione un po' trascurata. Degustazione dei Comuni nel Vino.

Suolo, vitigno, clima, uomo e cultura contribuiscono all'unicità del singolo terroir e del particolare vino che se ne ottiene. Per noi quindi ogni vino è unico, ogni vino cui ci dedichiamo non deve essere soltanto buono ma veicolo di storie vere, cose concrete, sorrisi e sacrifici dei vignaioli che lo producono e anche un po' dei nostri, che li affianchiamo dalla vigna alla cantina nel loro coraggioso percorso”. Queste le parole di Vincenzo Mercurio, enologo e consulente per molte importanti realtà vitivinicole campane e non. Proprio sotto le sue ali (non è un caso che uno dei suoi progetti si chiami “le Ali di Mercurio”) ha cercato di unire piccoli produttori del terroirirpino, in provincia di Avellino, per far conoscere il loro vino nelle più prestigiose fiere enologiche eraggiungere livelli qualitativi notevoli nel proprio territorio d'origine.

 

Comuni nel Vino

Comuni nel Vinonasce con questo intento, creare coesione tra tre piccole cantine: “Stefania Barbot ed Erminio Spiezia, Salvatore e Bruno Gaeta, Roberto Sanseverino e Raffaele Fabbroncini sono amici che hanno creduto in questo progetto di zonazione sull'aglianico, cercando di lavorare su una denominazione un po' trascurata, se vogliamo, quale quella Irpinia Campi Taurasini”dice Vincenzo Mercurio “Dal 2013 operiamo al fine di creare degli ottimi rossi per poter arrivare un giorno a fare un buon Taurasi”.Non solo Taurasi quindi, l'aglianico in Irpinia come vitigno a bacca rossa è alla base di alcune delle denominazioni più importanti della regione. Lo si ritrova nella più blasonata Docg Taurasi e ancora nella doc Irpinia con sottozona Campi Taurasini. Quest'ultima è quella su cui Vincenzo Mercurio insieme alle aziende Stefania Barbot, De'Gaeta e RaRo. hanno rivolto la loro attenzione.

 

La filosofia in vigna e in cantina

La filosofia seguita in vigna dalle tre cantine è la stessa, si produce seguendo i dettami del biologico, i vini vengono vinificati nella stessa modalità e dal 2013 (anno del primo imbottigliamento) anche nella stessa cantina: “abbiamo condiviso l'idea di non investire in macchinari bensì, essendo aziende nuove, di impegnarci più su un lavoro in vigna”afferma Vincenzo “i vini che ne vengono fuori costituiscono una piacevole fotografia del territorio e del vitigno, con evidenti differenze sensoriali legate ai territori di origine”.

 

La degustazione

Le annate in degustazione la 2013 e l'anteprima 2014 raccontano degli Irpinia Campi Taurasini giocati sull'acidità, sulla freschezza e sulla facilità di beva, ma anche su un tannino molto ben inquadrato rispetto a un Taurasi a volte molto austero e dalla beva meno distensiva. Tutti i rossi sono vinificati in acciaio ad eccezione dell'Irpinia Campi Taurasini De'Gaeta 2013 che, per una pura questione di spazio, ha avuto una conservazione in legno. Annata disgraziata la 2014, un po' per l'eccessiva piovosità, un po' anche per la presenza della peronospera verso maggio e giugno che ha portato a un diradamento naturale della vigna e alla riduzione della produzione. A subire maggiormente questo problema è stata l'azienda di Stefania Barbot, mentre De'Gaeta e Ra.Ro., a causa dell'altitudine dei loro vigneti, non hanno avuto problemi di marciume, ma la decimazione è avvenuta esclusivamente ad opera dei cinghiali che ghiotti di questa uva hanno divorato mezzo raccolto.

 

Irpinia Campi Taurasini 2013 Ra.Ro.

Raro è l'acronimo di Raffaele Fabbrocini e Roberto Sanseverino amici di vecchia data che con questa avventura vinicola hanno deciso di dare un'interpretazione personale all'aglianico di Montemarano. Siamo nei comuni più vitati della zona per la produzione del Taurasi a circa 645 metri s.l.m. La vigna, di circa tre ettari, è stata impiantata nel 2009 ed è circondata interamente da bosco e da un piccolo oliveto. La versione di esordio è di un rosso rubino intenso e di buona luminosità. Al naso c'è tutta la fragranza dell'aglianico fatto in acciaio: ciliegia croccante, humus e sottobosco. Una sorta di austerità si percepisce anche al gusto, teso e caldo, sostenuto da vena acida pronta a dare spalla ed equilibrio. Un vino giocato sulla freschezza data l'esposizione delle vigne e l'altitudine.

 

Irpinia Campi Taurasini De'Gaeta 2013

Anche l'azienda dei fratelli De'Gaeta prende il via nel 2009 con la consulenza di Vincenzo Mercurio. Vengono dapprima impiantati due ettari di aglianico in una contrada incontaminata a 490 metri s.l.m. presso il comune di Castelvenere sul Calore, cui segue un secondo impianto nel 2012. Oggi l'azienda conta circa cinque ettari. Il 2013 è quello che ha subìto un breve passaggio in legno: la nota tostata che si percepisce al naso lo conferma. Ma poi vengono fuori note fruttate e sensazioni di erbe aromatiche. Al palato il tannino è ben integrato, delicato e fine.

 

Irpinia Campi Taurasini Ion '13 Stefania Barbot

Le vigne di Stefania Barbot e di Erminio Spiezia risalgono agli anni '70. La prima distesa di ceppi era allevata ancora a starsete secondo i sistemi di allevamento tipici irpini, mentre i nuovi impianti vedono come protagonista il cordone speronato. Siamo a Paternopoli tra i 420 e i 465 metri s.l.m. in un territorio in cui nascono i Taurasi più strutturati e dalla carica alcolica superiore. Proprio le uve raccolte da queste vecchie vigne regalano all'Ion (dal greco antico ἴον, viola) una maggiore morbidezza e complessità. Le prime sensazioni floreali lasciano spazio a note di pepe rosa, erbe di campo e una sensualità che si percepisce al palato. Un tannino dolce che quasi si scioglie in bocca e una spinta acida che dona freschezza al vino.

 

Irpinia Campi Taurasini '14 Ra.Ro.

Intenso nel colore e al naso. Il suo corredo olfattivo è ricco di sensazioni: sottobosco, mora matura e un'ampia percezione balsamica si dispiegano nel bicchiere, lasciando un lieve accenno di corteccia. Al palato ha un'acidità pimpante e una freschezza che richiama i piccoli frutti rossi appena colti.

 

Irpinia Campi Taurasini '14 De'Gaeta

Fitto e concentrato nel colore violaceo come nel gusto. Un bouquet pieno e già formato dove si distinguono componenti floreali, fruttate e speziate. Si sciolgono nel bicchiere dapprima tonalità dolci come la mora o la ciliegia che trascinano verso note balsamiche, tabacco e cuoio. La componente tannica rispetto al precedente è quasi più incisiva, donando vivacità al sorso e concentrazione. Un rosso grintoso ma ancora indietro nello sviluppo.

 

Irpinia Campi Taurasini Ion '14 Stefania Barbot

Un vino che si mostra aristocratico al naso e al gusto, generoso e complesso. L'approccio olfattivo è simile a quello dell'annata precedente. Come il 2013 la componente floreale è abbastanza evidente e vira poi verso sensazioni di pepe rosa e semi di finocchio. La bocca, caratterizzata da tannini soffici e setosi, sviluppa una trama morbida, quasi sinuosa. Il nerbo acido sostiene la componente alcolica.

 

Tre vini dal carattere completamente diverso, ognuno il suo territorio ognuno il suo produttore, ognuno una sua storia da narrare.

 

http://www.comuninelvino.it/site/it/home/

 

a cura di Stefania Annese

 

 

 

 


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