Pensavate di esservela cavata così? Invece no. Ecco le nostre proposte per il 2016: mese per mese, non un vino ma due. Per affrontare il nuovo anno con il giusto sprint (e le etichette italiane e straniere).
Confessiamolo subito. Siamo recidivi, e ci ripresentiamo puntuali a gennaio con il calendario del vino. Avete mostrato (via social e mail, davvero tante: tanks!) di divertirvi, cogliere lo spirito (che è quello di far festa con un pizzico di leggerezza per quanto si può) di apprezzare scelte già proposte per l’anno che è finito.
Due vini al mese
Dunque, rieccoci per l’anno nuovo. E quest’anno il Calendario del vino diventa… due vini al mese. Uno orgogliosamente italiano, l’altro invece dal mondo: per giocare a esplorare diverse rotte (il vino è un viaggio, che si fa a piedi calpestando la terra di una vigna, con ogni mezzo di trasporto per raggiungere il terroir dove si coltiva l’uva, o a occhi chiusi – sognando – con un calice in mano); per seguire i suggerimenti dei tanti messaggi in bottiglia che arrivano ormai da ogni continente. Il gioco è alternare a nomi già gloriosi e noti (che pur ci vogliono) una buona quantità di decouverte, e di far brillare la luce dell’anno che comincia su chi, pur meritandola, per vari motivi non ne ha ancora avuta tanta. Buon divertimento, dunque. E, di cuore, buon eno-anno nuovo.
GENNAIO
Metodo Classico Extra Brut | Reverdito
Una bolla per finire, certo, ma anche una per iniziare il prio mese dell’anno: ma curiosa, però. Questa (nel mare di spumantizzazioni che l’Italia post Prosecco boom sta alimentando) è una di quelle divertenti e per più versi sorprendenti. Nebbiolo da Barolo, le punte dei grappoli (la parte meno matura, quella opposta alle “recie” venete) sforbiciate di precisione per farci un supersecco rosa, con anima vinosa e soda (ci si mangia alla grande), firmato da una cantina che peraltro a La Morra e dintorni fa cru di Barolo di tutto rispetto (sul mercato ha anche un 2005 Riserva che stradice la sua, oltre a tre bei 2011). Un’esperienza.
Metodo Classico Extra Brut | Reverdito | La Morra (CN) | www.reverdito.it| euro 35
Montilla Moriles Pedro Ximenes 2011 | Alvear
Per quel che può contare, Parker gli ha dato 100/100. A noi in realtà frega di più che sia un esempio vero di quanto può esser buono il (qui poco praticato anche dai più navigati) Pedro Ximenes. E a tal uopo aiuterà sapere che di questo vino gira ancora (da Gaja) una Solera 1927… Lo splendido 2011, dal canto suo, è una botta di frutta candita e “brulée”, albicocca, pekan, aranciotto e mandarino confit, caramellati e “bruniti” in forno. Paragoni evocativi a parte: un mondo in un calice, un gran vino da festa. Iniziateci l’anno. Vale la spesa.
Montilla Moriles Pedro Ximenes 2011 | Alvear | Spagna | Cordoba | www.alvear.com | euro 80
FEBBRAIO
Chianti Classico Riserva Cultus Boni 2011 | Badia a Coltibuono
L’azienda è giustamente famosa. Il suo spirito “écolos” pure. E questo vino le rende onore. Usatelo per brindare alle nuove annate di Classico (e degli altri big toscani) che proprio a febbraio hanno l’anteprima. Ma tenetene via un po’; per brindare col Cultus ‘11 ci saranno begli anni ancora. Integrità, croccantezza, frutto fresco e fragrante, non una nota d’ossidazione e/o compromissione olfattiva (fosse la cipria fané di una Mimì svenuta o l'ascella forte del pecoraio). Come dire: ci sono vari modi di essere vicini alla natura, bio, verdi. Questo è quello giusto.
Chianti Classico Riserva Cultus Boni 2011 | Badia a Coltibuono | Gaiole in Chianti (SI) | www.coltibuono.com| euro 20
Riesling Schieferterrassen 2014 | Heymann-Lowenstein
Il signore delle ardesie di Mosella Rheinard Lowenstein (distribuito in Italia da Cuzziol) ha disegnato con filosofale semplicità, assecondando uve (no lieviti tecnici) e habitat (mineralità come mantra), lo skill del Riesling contemporaneo. Specchio materico delle sue rocce (zero zucchero), s’amplia e s’allunga fine, fruttato e sapido al palato in un tragitto che mima le guglie gotiche di qui. (Il Riesling d’inverno per me è come il mare cantato da Enrico Ruggeri: non verrà proprio nessuno a trascinarci via… Perfetto sempre, epico a febbraio).
Riesling Schieferterrassen 2014 | Heymann-Lowenstein | Germania | Winningen (Mosella) | www.heymann-lowenstein.com| euro 25
MARZO
Etna Bianco 2014 | Le Vigne di Eli
I figli sono “piezz’e core”, e le figlie per un papà forse anche di più. Ma tutti i bimbi alla fine lo sono, per chi un cuore ce l’ha, specie quelli con problemi (e zero colpe) nella vita. Marc De Grazia, wine export manager asceso come produttore sul cono magico dell’Etna, ha da qualche anno dedicato a sua figlia Elena, e battezzato col “nick name” di Eli, due piccoli, pregiati cru aziendali. E lì fa vini (il bianco e alcuni rossi) il cui reddito è in gran parte devoluto a sostegno di un ospedale pediatrico di Firenze. Ma il vino non è solo “buono” per questo. Il carricante è nobile (900 metri, Milo), la mano brava e abile. E l’aroma di fiori bianchi, melata delicata e spezie che lo marca non potrà non piacere anche all’“intestataria”.
Etna Bianco 2014 | Le Vigne di Eli | Randazzo (CT) | www.marcdegrazia.com| euro 15
Kleine Rust Chenin Blanc-Sauvignon Blanc 2015 | Stellenrust
Tre volte notevole: perché potrebbe essere (grazie alle vendemmie sfalsate) il vostro primo 2015; perché arriva da un paese sempre più preso dal vino (che fa e importa, visto che il reddito sale) e con una platea di fan assai giovane; e infine perché chi vorrà provarlo (si ordina via mail) parteciperà a una sorta di “panel test”. Quest’uvaggio bianco (83% chenin) dai tipici fruttati tropicali (guava, mango), bel contrasto tra spina acida e avvolgenza, fermentazione avviata con lieviti indigeni e rifinita coi tecnici (e prezzo straumano) è infatti uno dei vini-test che la Sabi (investitori con base nei due paesi) ha scelto per un primo sondaggio sul gradimento del mercato italiano. Bella new entry…
Kleine Rust Chenin Blanc-Sauvignon Blanc 2015 | Stellenrust | Sud Africa | Koelenhof | www.stellenrust.co.za | www.sabisrl.it| antonio.valente@sabisrl.it| euro 9
APRILE
Cru Zumstein 2010 | Selve
Dice: facciamo 3.500 bottiglie. Di questo? No, risponde: in tutto. E cioè? Beh, spiega, ogni cru va per sé, e ne abbiamo 5. In un ettaro? Sì, terrazzato. Ergo, più tosto ancora. Capita l’antifona? Potevano allora mancare questi biodinamici “0 solfiti”, vegani e “social-smart” (il ragazzo smanetta da dio) valdostani coi loro nebbiolo (Picotendro) buonissimi e un po’ folli (come i prezzi, non fossero giustificati dall’eroismo vero che c’è dietro, ivi incluse le botti in castagno “selfmade”)? Tra i cru ho scelto lo Zumstein, apice e coda della spettacolare vigna omonima, gloria di “nebbiolosità” d’altura, poesia/preghiera liquida d’aprile - rosa, viola e frutto - tirata in 354 esemplari.
Cru Zumstein 2010 | Selve | Ayas (Aosta) | www.selvepicotendro.com| euro 50
Bourgogne 2013 | Boillot
Un grande nome godibile senza mutui bancari, un approccio morbido all’élite borgognotta con l’“entry level” bianco di Henri Boillot; fermentazione in legno, “must” di zona, poi 10 mesi in barrique solo in minima parte nuove. Ma questi sono dettagli. Quel che conta è la classe con cui materia e tensione rifiniscono un sorso cristallino e insieme appagante, che non stanca mai e vuol solo essere ripetuto. Un vero signore in bottiglia, perfetto per un luminoso cincin alla primavera.
Bourgogne 2013 | Boillot | Francia | Meurseault | www.boillotvins.fr| euro 30
MAGGIO
Conegliano Valdobbiadene Docg Prosecco Superiore Brut Sei Uno | Bellenda
Si fa presto a dire Prosecco. Anche perché è un periodo che ovunque, se si parla di bolle italiane (e di export italiano di vino) la parola è un mantra. Ma per capire il Prosecco bisogna intanto misurarsi con qualcuno che ne sappia (e coi Cosmo-Bellenda è certo) e poi risalire il fiume (ormai alluvionale) fino alle origini: cioè uva glera di zona vera (qui morena glaciale di Carpesica) e, andando a fondo, metodo “ancestrale”: cioè rifermentazione in bottiglia. Ecco allora il Sei Uno, memoria d’una data nodale in azienda, che fonde la grazia (mai scarna, sempre un filo da pittura veneziana) del Prosecco con una texture solida, minerale che smentisce una marea di luoghi comuni. Compreso quello della non evolutività nel tempo. Un vero centro.
Conegliano Valdobbiadene Docg Prosecco Superiore Brut Sei Uno | Bellenda | Carpesica (TV) | www.bellenda.com| euro 12
T’ga za Jug Vranec semi-dry 2013 | Tikves
Quando un mio amico esploratore, prima di darmelo da testare, mi ha chiesto: “ho un rosso macedone ma molto morbido, con che lo abbino?”, scherzando ho risposto: prova col gelato, con la Macedonia è sempre andato bene… Poi, ho assaggiato. E, fuor di battuta, ho subito rivisto al gran rialzo il “pairing”. Formaggi, paté, fegato e “fegati” (cioè salsicce scure), caccia con spezie dolci o cioccolato… è il campo di questo “morbido” simil-Primitivo dall’anima calda (16,5°) e dal gusto di visciola, prugna disidratata, cacao, stabile nella “top ten” dei vini di casa sua e che porta il nome di un grande poema nazionale. Si compra per ora sul web. Ma arriverà, vedrete…
T’ga za Jug Vranec semi-dry 2013 | Tikves | Serbia | Novi Beograd | www.tikves.com| euro 10
GIUGNO
Ribolla Gialla di Oslavia Ris. 2011 | Primosic
Poteva mancare in un eno-calendario “up to date” un “macerato” (non chiamateli “orange” che qualcuno s’offende, né “naturali”, che non è corretto, neanche se prodotti con metodi “ancestrali” ed ecolòs come quelli dei Primosic)? No di certo. Ed eccolo. Forse il top vero tra quelli sentiti negli ultimi 12 mesi. Perché – mi sono detto – se uno va messo, allora meglio strafare. E di certo Mirko e Boris con questa Ribolla a rilascio tardivo hanno strafatto: matura e insieme giovanilmente ribelle, asciuttissima, (quasi) tannica, ma poi ampia e “vellutona”: sa di tutti gli agrumi dolci/amari del mondo (chinotto incluso) ed erbe dolci macerate. Un viaggio (anche indietro nel tempo).
Ribolla Gialla di Oslavia Ris. 2011 | Primosic | Oslavia (GO) | www.primosic.com| euro 25
Karasì Areni Noir 2013 | Zorah
Viaggio alle radici della vite e della civiltà, fatto nel modo più attuale che si può: sul biblico monte Ararat con Zorik Gharibian, armeno cresciuto a Venezia e Milano, e tornato a casa per amor di vigna, piantata a 1400 metri di quota (!) presso una grotta-cantina di 60 secoli fa (la più antica al mondo). L’uva – locale – è l’areni noir, e lui la vinifica mixando tutti gli scibili dell’enomondo: 40% in acciaio, 30% in Karas (anfore), 20% in barrique francesi, 10% in legni grandi indigeni. Il risultato è un esperanto vinoso pieno di frutto e avvolgenza. Una sorpresa, distribuita da noi da Cuzziol. Perfetta per il mese in cui si ricomincia a programmar partenze.
Karasì Areni Noir 2013 | Zorah | Turchia | Rind | www.zorahwines.com| 30 euro
LUGLIO
Telemaco 2013 | Campogrande
Prendi un barolista di fama, uno dei motori della “nouvelle vague” che ha fatto discutere e talora dividere, ma certo ha stracontribuito a riportare il re dei nebbiolo al centro del “mood” enoico nel mondo, e buttalo tra i vigneti eroici di Liguria. E accade, se il barolista è Elio Altare, che nasca un bianco da vera passione. Diverso e insieme “proprio”, direbbero i francesi, che usano l’aggettivo quando vogliono marcare il senso di coerente appartenenza di uno dei loro prodotti. Telemaco è il rampollo di un vero Ulisse del vino. E ha profumi di macchia, erbe e agrumi e toni sapidi del tutto sintonici con il suo habitat e le sue uve (bosco e albarola), appena “stondati” dal legno di elevazione.
Telemaco 2013 | Campogrande | Riomaggiore | www.cinqueterre-campogrande.com | euro 45
Bordeaux 2010 | Ronan by Clinet
Tutti gli appassionati di vini bordolesi conoscono Clinet, una delle label in rimonta vertiginosa di rango negli ultimi anni (il 2009 beccò i 100/100, il 2013 viaggia sui 92-93 di media). Sono paradossalmente meno, invece (e dico paradossalmente, perché si tratta di un “entry level” davvero azzeccato) quelli che conoscono il passepartout con cui Clinet invita anche i non “wine maniacs” ad approcciare il suo mondo, e cui ha dato il nome del giovane manager (Ronan Laborde) che lo ha “pensato”. Tutto merlot (siamo a Pomerol…), tirato in 300.000 esemplari, generoso di fruttati e golose note ciocco lattose, è un “ticket to ride” da sperimentare. Lo importa Pellegrini.
Bordeaux 2010 | Ronan by Clinet | Francia | Pomerol | www.ronanbyclinet.com | euro 12,50
AGOSTO
Il Pestifero 2014| Tenuta di Tavignano
Gli Aymerich di Tavignano le loro belle medaglie enoiche già se le son meritate: la più gloriosa è il Misco, Verdicchio di classe e strapremiato, più altre belle etichette. Ma anche oro e argento, perché brillino al top, vanno lucidati. Ed ecco allora lo zio Aymerich affidare alla nipote, esperta di moda e media, lo “shine” del tesoro. E lei, che si chiama Ondine ma ha fantasia da tsunami, ci ha subito aggiunto il suo bijou: una bolla da verdicchio, malvasia e sangiovese scanzonata, giovanile, pimpante e ammiccante, e dal nome eloquente. Provata (vernice a Milano) e scelta: per il mese in cui si è più in vacanza che mai, ma anche per tutti i giorni “august style” del vostro anno.
Il Pestifero 2014| Tenuta di Tavignano | Cingoli (MC) | www.tenutaditavignano.it| euro 9
Macon-Cruzille Clos des Avoueries Tete de Cuvée 2013 | Chateau de Messey
Una striscia lunga e stretta, il Maconnaise, coda d’un mondo magico (la Borgogna) tessuta di suoli diversi e importanti (dalle marne blu della Belouse de L’Echelette ai gessi de La Cra), di vigne che hanno spesso da 60 anni in su, e piccoli vigneron e coop serie che non se la tirano e pedalano insieme per farsi vedere di più dal mondo e far capire quanto il gap coi “dorati” bianchi fatti più a nord (sui rossi qui c’è più gamay che pinot noir) non è poi un abisso. Sentite questo chardonnay di collina – 300 mt. - che solo in parte vede legno e che ha anima nobile, muscoli e sorso freschi e scattanti, e bella vita davanti. Costa, da loro, poco più di 10 euro. Un investimento!
Macon-Cruzille Clos des Avoueries Tete de Cuvée 2013 | Chateau de Messey | Francia | Ozenay | www.chateaudemessey.com| euro 10 (in cantina)
SETTEMBRE
Trebbiano d’Abruzzo | Chiusagrande
Di Trebbiano d’Abruzzo che onorano la targa per fortuna, dopo anni (salvo eccezioni siderali) piatti ma ormai lontani, ce n’è sempre più. Dunque la scelta – pur partigiana, sono abruzzese Doc… - era senza rischi. Ma a vincere è stata la curiosità che è parte del fascino del vino. E allora, tra Trebbiano in legno, acciaio, coccio, eccone uno nato in pietra. Non solo per la fantasia (pur vasta) del produttore, apostolo della “vinosofia”, cioè del rapporto causa/effetto con le emozioni che ogni vino deve avere, ma perché nella sua zona pedemontana la pietra locale (di Pietranico) era “la” materia delle vasche vinarie. Il risultato è croccante e sfizioso. Il vino ha beva limpida, sapida, e promette buona vita.
Trebbiano d’Abruzzo | Chiusagrande | Nocciano (Pescara) | chiusa grande.com | euro 15
Cotes du Jura Savagnin 2011 | Domaine Berthet-Bondet
Un Jura (l’appellation che Jancis Robinson indicava due anni fa come “the next small thing”, la prossima piccola zona di tendenza) quasi senza “flor”, la muffa che santifica e arbitra i processi ossidativi dei grandi vini di qui. Questo è quello che altrove diresti un “base” di cantina (che è quella del mitico Chateau Chalon). Ma qui di base c’è solo quella slanciata della bottiglia. Il resto, dall’orografia submontana locale ai livelli spaziali del vino, è solo altezza. Noce, mandorla e fiori d’agrumi in un mix che spiazza e incanta, e muterà ancora nella (lunga) vita di questo Savagnin, importato ora da Ceretto. Per una poetica fine d’estate.
Cotes du Jura Savagnin 2011 | Domaine Berthet-Bondet | Francia | Château-Chalon | www.berthet-bondet.net | euro 25
OTTOBRE
Barolo Docg 2011 | Ceretto
Qualcuno magari dirà: e perché non il Bussia? Ma perché quello, premiato e coperto di gloria, non è comunque il Barolo “di casa”, ma il super, e non è comunque il Barolo per tutti. E poi perché questo primo mattone del vasto edificio barolistico dei Ceretto, spinto da un’annata amica di chi beve anche senza attendere per lustri i vini che compra, è perfetto per lo scopo. Figlio di 4 vigne diverse, articolato e sapido, centratissimo quanto a skill, è però anche un Barolo socievole, che tollera già oggi col sorriso la compagnia di un bel calice e di qualcuno che lo usi. È insomma (direbbe il buon Rousseau - il filosofo, non il produttore) “il migliore dei Barolo possibili” per l’autunno…
Barolo Docg 2011 | Ceretto | Alba (Cuneo) | www.ceretto.it | euro 50
Pinot Noir Calcaire Absolu 2013 | Histoire d’Enfer
Il posto è Salquenen, Valle del Rodano, Svizzera. E che terra sia è scritto in etichetta. Quattro ettari di vigna, tanti quanti i proprietari, amici e (è il proclama) “moschettieri” del vino. Col pinot noir e un po’ di chardonnay hanno arvine, syrah, marsanne, cornalin, poco di tutto. Questo Pinot dal naso nobile e fruttati di classe vera, lavorato a grappolo intero, è il più delicato tra i rossi, e fa parte di una scuderia siderale (tra gli altri lo Chardonnay che sdraia ogni anno alla cieca fior di Montrachet); e da vero “charmeur” accarezza, seduce, e vale tutto il suo prezzo… borgognotto. A ottobre regalerà ulteriori gioie e complessità.
Pinot Noir Calcaire Absolu 2013 | Histoire d’Enfer | Svizzera | Corin-de-la-Crête | www.histoiredenfer.ch | euro 75
NOVEMBRE
Azzardo Rosso 2014 | Robertamoresco
Roberta Moresco è una capitana coraggiosa. Sommelier ed enotecaria di classe, a un certo punto ha voluto metterci mani e faccia. Il vino dei sogni che tutti noi (a qualsiasi titolo) habituée dell’eno-mondo corteggiamo, ha provato a customizzzarlo intrigando due diversi produttori di diversi terroir del suo Veneto (e già valicando dunque i confini del clichet), lasciando poi al pubblico il giudizio sul fatto se il sogno si sia, o no, “vinizzato”: 60% di corvina di Speri, griffe da Amarone, tirata su in cemento, e 40% di pinot nero di Breganze, Maculan, acciaio più un anno in barrique. Azzardo Rosso. Su cui non anticipo nulla, se non che è qui per scelta d’assaggio e di ragione. E a novembre…
Azzardo Rosso 2014 | Robertamoresco | Marostica (VI) | www.emmebimarostica.com | euro 8.50
Assyrtiko Athiri 2014 | Domaine Sigalas
Santorini “era” un vulcano. Paris Sigalas (che si chiama come la città dove si è laureato in matematica) lo è. Sul vulcano spento dove la vite non ha mai subito il lutto della fillossera lui conduce (con rigore scientifico e passione eruttiva) la vigna del padre, e ne ha fatto una piccola leggenda mondiale. Fa tre Assyrtiko (il re bianco del luogo) e questo è quello senza legno: una lama scintillante, vibrante d’aromi speziati e floreali ultrafini, e capace di evolvere per lustri. Si compra dal loro web store, per ora (o in Svizzera in negozio, per chi è in zona). E ha prezzo esemplare. Per sognare l’estate e il suo blu anche nel mese più brumoso.
Assyrtiko Athiri 2014 | Domaine Sigalas | Grecia | Santorini | www.domainesigalas.com | www.sigalas-wines.com | euro 15
DICEMBRE
Moscato d’Asti Docg “di Erik” 2011 | Dogliotti 1870
Avevo chiuso giochi e calendario 2015 con un Moscato d’Asti da gioie natalizie, ma di caratura speciale, da vino ambizioso. È andata bene. Dunque ci riprovo. Con l’”Erik”, bimbo di 5 anni che parla le lingue, e con proprietà: e che per essere com’è, cioè un Moscato “anziano”, sulla carta contro regola, fa doppia via di vinificazione (legno in parte con lieviti autoctoni, acciaio il resto coi “tecnici”) e 18 mesi di affinamento in cantina, per diventare meno floreale e più frutta, eriche, erbe secche, miele leggero, avvolgenza (e buona tensione) allargando la sfera d’abbinamento in modo sorprendente. Un “gioco”, ma molto serio.
Moscato d’Asti Docg “di Erik” 2011 | Dogliotti 1870 | Castagnole Lanze (AT) | www.dogliotti1870.com | euro 24
Champagne Vintage Millesimé 2006 | Alain Thienot
La griffe Alain Thienot fa parte della scuderia Champagne (davvero notevole per qualità, dagli apici super, e insieme “affabilità” dei prezzi: dentro, per dire, c’è Pascal Doquet) di casa Balan. E da alcuni millesimi in avanti (il classicissimo, materico, verticale e davvero squisito 2002, ad esempio: se non l’avete ancora assaggiato fatelo!) sembra addirittura aver innestato una marcia in più rispetto al passato. Lo ribadisce questo elegantissimo, fine, suadente 2006, 50% chardonnay e 50% pinot noir, che si fa bere con gioia crescente man mano che si esplora il calice e che, col suo bell’equilibrio dinamico tra freschezza e trama (il 10% è vinificato in legno) svaria disinvolto tra il coté gastronomico e quello del piacere puro.
Champagne Vintage Millesimé 2006 | Alain Thienot | Francia | Reims | www.thienot.com | euro 50
a cura di Antonio Paolini
Articolo uscito sul numero di Gennaio 2016 del Gambero Rosso. Per abbonarti clicca qui