Si è concluso il progetto Nuove Terre, una serie di 5 cortometraggi finanziati dal Mipaaf, a cura di Francesca Comencini. Protagonista dei video è l'agricoltura sostenibile, in tema con l'Esposizione Universale recentemente giunta al termine.
Expo 2015 si è da poco concluso, ma il tema “Nutrire il Pianeta” è ancora valido e desta l'attenzione dell'agroalimentare. A rappresentarlo attraverso la storia di chi lavora la terra ci ha pensato Francesca Comencini con i 5 cortometraggi del ciclo Nuove Terre.
Nuove Terre. Il progetto
Un progetto finanziato dal Mipaaf (Ministero delle Politiche Agricoli Alimentari e Forestali) e presentato a Expo 2015, incentrato sull'agricoltura in chiave ecosostenibile. L'obiettivo della Comencini è quello di rappresentare il tema indicato “lontano dagli stereotipi” dando voce “alle tante persone che si sono avvicinate all'agricoltura sociale”, come ha commentato Andrea Olivero, vice Ministro del Mipaaf. “Ho cercato di mettere a fuoco le persone, le loro storie, le loro facce, le loro mani”, racconta la regista. Ogni documentario dura circa 15 minuti e racconta il faticoso lavoro nei campi, raccogliendo le testimonianze del gruppo di lavoro coordinato dal professor Saverio Senni dell'Università della Tuscia.
Ciò che emerge dai racconti di Nuove Terre è che l'agricoltura sociale esiste nelle campagne italiane da molto tempo, nonostante abbia ricevuto un riconoscimento normativo solo di recente, con l'approvazione della legge n. 141 del 18 agosto 2015. Nuove, dunque, ma segnate da tradizioni antiche le terre rappresentate dalla Comencini che sono, in ordine di apparizione, la Cooperativa Sociale Uno di Due di Torino, la Cascina Sociale Carlo Alberto di Luserna San Giovanni, in provincia di Torino, la Cooperativa sociale Agricoltura Capodarco di Roma, la Cooperativa le Agricole di Lamezia Terme e la Cooperativa agricola Paterna di Terranuova Bracciolini, Arezzo.
L'Orto dei Ragazzi: la terra come estensione dell'anima
Il primo cortometraggio è ambientato sulla collina di Superga, non lontano dal Po, ed è focalizzato sull'ospitalità di migranti, profughi e rifugiati politici coinvolti nelle attività di produzione. Protagonisti del filmato sono Qaium, Fidele e Djarra, tre rifugiati che raccontano la loro esperienza nei campi. “Quando pianto mi sento in Africa”, queste le parole di Djarra che testimoniano il profondo legame con il territorio.
Cascina Sociale Carlo Alberto: fare insieme
La più giovane delle terre, situata in Val Pellice, è gestita da persone con età e vissuti completamente differenti, che insieme condividono il percorso di coltivazione ecosostenibile. Il filmato mostra la potatura invernale del frutteto e, soprattutto, il momento decisionale lungo e complesso che precede questo passaggio.
Tenuta della Mistica: Tutto giusto
All'interno del perimetro del Grande Raccordo Anulare, la Tenuta della Mistica presenta un tema particolarmente delicato, quello della disabilità mentale. Il titolo “Tutto giusto” deriva proprio da un giovane con disagio psichiatrico, che per sottolineare l'importanza del rigore nel lavoro utilizza questa espressione. Giusto è, per il giovane, un lavoro consapevole, svolto in maniera responsabile da un punto di vista etico e solidale. Una definizione semplice, essenziale, un po' ingenua, che racchiude in sé l'intero insieme di principi alla base dell'agricoltura sostenibile e sociale.
Paterna: una storia umana e politica
Chiude la serie di cortometraggi la Cooperativa agricola Paterna in provincia di Arezzo. Il protagonista dell'ultimo episodio è Moreno, un passato nell'ospedale psichiatrico seguito dall'inserimento su base diurna nelle attività agricole dell'azienda. Moreno è parte del progetto agricolo e sociale sostenuto da un intero territorio.
Tre corti saranno proiettati al Torino Film Festival dal 20 al 29 novembre, che dedicherà uno spazio al cinema e alla documentaristica incentrati sul tema del lavoro.
a cura di Michela Becchi