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In viaggio. La Croazia, tra vino, cibo e mare

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Tra vino, cibo e mare, la classica vacanza in Croazia diventa da buongustai. Nel numero di luglio del mensile del Gambero Rosso abbiamo passato in rassegna luoghi e piatti da non perdere. Qui un assaggio.

 

Dall’altra parte dell’Adriatico il mare sembra altra cosa rispetto alla nostra Riviera, circondato di verde e di colline e montagne, ricco di vigne e di oliveti: è la sponda croata dello specchio d’acqua salata chiuso sul fronte opposto dall’Italia. Si arriva in traghetto, in auto e in moto, magari attraversando dal confine a nord se si ha un po’ di tempo e si vuole attraversare anche l’Istria.

Curzola

Un brudet di pesce e un calice di Grk. Appena sbarcati a Curzola (Korčula in croato) il primo approccio con la tavola ci rivela subito due grandi risorse dell’isola: il mare e la vigna, elementi che si combinano idealmente per dare un tocco gourmet alla classica destinazione da cartolina. L’isola si raggiunge in traghetto da Spalato (Split) e dall’antica Ragusa – Dubrovnik – due cittadine dai gioielli ineguagliabili: il Palazzo di Diocleziano a Spalato, protetto dall’Unesco, e il centro storico della perla dell’Adriatico. Meno nottambula e frequentata della vicina Lesina (Hvar in croato), Curzola è la meta perfetta per turisti buongustai, alla ricerca di sapori e identità oltre che di mare e natura. Vino, olio, pesce, miele e i tanti altri ingredienti della sana dieta mediterranea qui in estate si “esibiscono” nel festival del cibo “Korčulanske Pjatance” e in altri eventi dedicati al vino.

Un vino che è testa d’ariete dell’offerta enoturistica isolana e che si traduce essenzialmente nel Pošip e nel Grk, dal nome di due vitigni autoctoni; bacca bianca e storia assai curiosa. La varietà grk, ad esempio, cresce ancora su viti pre-fillosseriche a piede franco nel villaggio originario di Lumbarda, punta est dell’isola, su terreni sabbiosi che risparmiarono le piante dall’attacco dell’insetto fitofago, a fine ‘800, quando distrusse invece gran parte delle vigne d’Europa. “Arrivato anticamente con i coloni Greci il vitigno grk è caratterizzato dalla disfunzionalità dei fiori maschi – racconta la produttrice Višna Milina, di cantina BireCosì per l’impollinazione dobbiamo introdurre altre varietà tra i filari, di solito l’uva rossa e vigorosa plavac mali”.

Il principale concorrente del Grk, vino bianco fresco e profumato cui è dedicato anche il Korčula Wine Festival tra luglio e agosto, è il bianco Pošip. “Si fa con l’omonima varietà locale nata 150 anni fa da un raro incrocio spontaneo tra due uve, la bratkovina, più acida, e la zlatariza, più zuccherina – spiega Frano Banievič, enologo e proprietario di cantina Toreta, nel grazioso villaggio di Smokvica – Il risultato dell’incrocio è un bianco floreale, quasi aromatico, facile all’ossidazione. Meglio quindi berlo d’annata”.

Lesina

Passaggio a Lesina

Da un’isola all’altra con un’ora di traghetto arriviamo a Lesina (Hvar), un’altra terra che porta i segni della Repubblica veneziana della Serenissima, un dominio durato 4 secoli. Lesina è l’isola della lavanda e della piana agricola di Cittàvecchia (Stari Grad) protetta dall’Unesco perché ancora divisa secondo il catasto degli antichi coloni Greci in campi delle dimensioni di 180 x 900 metri. Una piana dove crescono ottimi ortaggi che ritroviamo nei piatti di Hora (agriturismo con ristorante e museo della lavanda) e nella taverna di campagna Konoba Konot, dove i fratelli Teo e Hrvoje ci accolgono con ottima carne d’agnello e vitello con patate, peperoni e melanzane cotti nella pelka, una pentola a campana circondata dalla brace.

pentola con agnello e verdure cucinate alla brace

Per bere alcune etichette dell’isola, ci si può fermare da Vina Zlatan Otok, azienda con ristorante e cantina “subacquea” in un porticciolo, separata dalle acque del mare da una spessa vetrata: immaginate un po’ l’effetto scenico dei pesci che s’avvicinano alle botti … Oppure si può provare il rosè da uve plavac mali dei fratelli Plančić, o un calice di Beleca della bella cantina Bastijana – Tomi, un bianco concentrato da uve pošip ebogdanjuša (varietà di Lesina), aromi di frutta gialla e discreta struttura.

Il viaggio completo, con le testimonianze di Vina Zlatan Otok, lo trovate nel numero di luglio del mensile del Gambero Rosso.

 

a cura di Massimiliano Rella

foto di Massimiliano Rella

 

QUESTO È NULLA...

Nel numero di luglio del Gambero Rosso, un'edizione rinnovata in questi giorni in edicola, trovate il racconto completo, compresa la tappa in terra istriana e le testimonianze dello chef e docente Renato Kraljev, lo chef del ristorante San Rocco (Verteneglio) Teo Fernetich e l'operatore turistico e gastronomoSiniša Šime Matković-Mikulčić. Un servizio di 9 pagine che comprende anche i 10 tesori turistici da non mancare, i piatti più famosi abbinati ai vini italiani, i 6 vini da provare tra Korčula e Hvar e i migliori calici istriani. Spazio anche per gli extravergine istriani da non perdere e gli indirizzi dove mangiare e dormire.

 

Il numero lo potete trovare in edicola o in versione digitale, su App Store o Play Store

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