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Tutti vogliono fare impresa nello street food. Mille attività in più in 5 anni, largo agli under 35

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Stando ai dati analizzati da UnionCamere, tra il marzo 2013 e il marzo 2018 in Italia è stata avviata un'attività di ristorazione su ruote a giorni alterni. Con Milano e Roma a guidare la carica delle cucine ambulanti, il business dello street food si conferma una valida scommessa, specie per under 35 e stranieri. 

Il business delle cucine on the road

1000 imprese in 5 anni, che equivale a registrare, per rendere meglio la portata del fenomeno, la nascita di almeno un'attività di street food a giorni alterni nel periodo compreso tra il 2013 e il 31 marzo 2018. Il dato arriva dall'indagine promossa da UnionCamere – InfoCamere per fotografare il settore della ristorazione ambulante in Italia negli anni di massimo exploit del comparto, che ancora sembra capace di attrarre un gran numero di imprenditori, specie gli under 35 con una buona idea in tasca e voglia di sfondare nel mondo dell'enogastronomia (l'iniziativa dei giovani nel settore della somministrazione on the road vale il 22% del totale, con circa 600 attività avviate negli ultimi 5 anni, soprattutto in Sicilia, Puglia e Campania). E infatti, nel periodo interessato, il numero di cucine su ruote iscritte al Registro delle Imprese che si muovono per le strade della Penisola è più che raddoppiato: 1717 il computo delle attività nel 2013, ben 2729 le realtà censite nel 2018, con una stima avviata a raggiungere le 3mila unità. I distinguo premiano in particolar modo le grandi città, con due poli d'attrazione incontrastati, Milano e Roma, con circa 180 nuove attività di ristorazione ambulante a testa.

 

Le città dello street food

Pesano, in questo senso, le politiche di agevolazione e regolamentazione avviate dalle amministrazioni comunali, in particolar modo a Milano, che negli ultimi anni ha favorito la nascita di realtà dedite allo street food stabilendo tempi e spazi di somministrazione in città e favorendo l'attività di cucine su ruote e food truck improntati alla qualità e all'originalità dell'offerta. Sempre al Nord, anche Torino si rivela particolarmente favorevole alla ristorazione ambulante: sono 130 le imprese iscritte al Registro nel periodo considerato. Mentre al Sud guida la carica dello street food Lecce, seguita da Napoli, Bari e Catania, città tutte legate per tradizione alla cultura del cibo di strada. Dunque la classifica regionale vede in testa la Lombardia trainata da Milano (con ben 389 nuove imprese di ristorazione ambulante), ma sul podio salgono pure Puglia e Lazio, anche se per capacità di crescita è l'Umbria a guadagnare il titolo di regione rampante, sebbene il computo totale si attività on the road resti piuttosto esiguo: da 11 a 27 in 5 anni (ma anche la Calabria fa un bel balzo in avanti, passando da 35 a 62 imprese).

 

Gli stranieri impiegati nel settore

L'ultimo dato, invece, è insieme il più curioso e interessante dell'indagine, proprio perché conferma quanto il business dello street food in Italia sia diventato motivo di reale interesse imprenditoriale, e al tempo stesso exit strategy occupazionale in un mercato del lavoro di difficile impatto per gli stranieri residenti nel nostro Paese: oggi sono 327 le attività di ristorazione ambulante gestite da persone non originarie dell'Italia, di cui ben 112 avviate negli ultimi 5 anni, con picchi in Piemonte e Lazio. Un computo che è più che raddoppiato (52,1%) dal 2013 al 2018, e rappresenta un ruolo consistente dell'intero comparto.

 

a cura di Livia Montagnoli


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