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Anteprima Chiaretto. Gemellaggio rosé sul Garda

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I consorzi Bardolino e Valtènesi per la prima volta assieme all'evento di Lazise. Le vendite 2017 sorridono alle cantine, che stanno spostando le produzioni sulle tipologie più richieste dal mercato. In rialzo anche i prezzi e allo studio strategie comuni sui mercati esteri.

 

Soffia una brezza leggera sul Lago di Garda, un vento di ottimismo. Perché in una delle roccaforti italiane del vino rosato il momento è particolarmente favorevole. Alla vigilia dell'Anteprima Chiaretto 2018, la prima manifestazione di quest'anno sui rosati in programma alla Dogana veneta di Lazise domenica 11 e lunedì 12 marzo, i dati Iri sulle vendite di questa tipologia nella grande distribuzione organizzata dicono che il 2017 si è chiuso con una tendenza positiva. Gli italiani, infatti, hanno acquistato in Gdo oltre 28 milioni di litri di rosato fermo (+1,9%) per un corrispettivo di 63,6 milioni di euro (+3,6%) e quasi otto milioni di rosato frizzante (+3,9%) per 24,5 milioni di euro (+2,3%). Le preferenze dei consumatori per il mondo rosè trovano conferma anche dai dati forniti dal Consorzio di tutela del Chiaretto e del Bardolino che quest'anno, per la prima volta, ospita sulla sponda est del Garda i dirimpettai del Consorzio Valtènesi, altra interessante espressione dei rosati di riviera. Ci sono voluti alcuni anni per maturare la convinzione che unire le forze sia utile sul fronte comunicativo e su quello economico e istituzionale. Ora, la strada per una collaborazione tra veneti e lombardi appare tracciata. E l'anteprima serve anche a tracciare un bilancio economico delle due denominazioni.

In aumento i prezzi delle uve e del prodotto finale

I buoni numeri delle vendite in Gdo servono in qualche modo a mitigare le preoccupazioni per la vendemmia appena trascorsa, che ha condizionato le prospettive per l'anno in corso, come in buona parte dei territori italiani. Per Chiaretto e Bardolino, in particolare, manca all'appello il 19% della materia prima, con quantitativi di uve passati da 288 mila quintali del 2016 a 235 mila del 2017 che, tradotto in vino, significa 164.500 ettolitri rispetto ai 201.600 del 2016. Come spiega il presidente del consorzio, Franco Cristoforetti, l'effetto di questa nuova situazione si è sentito sui prezzi delle uve, con quotazioni del Chiaretto che si sono spostate dalla forbice di 75/90 centesimi al litro del 2016 a 1,2/1,25 euro/litro della nuova campagna. "In questi giorni, i nostri vini stanno arrivando negli scaffali della grande distribuzione, con prospettive positive per le nostre cantine" osserva "che nei nuovi contratti sono riuscite a mantenere invariati i margini di guadagno". Il consumatore troverà negli scaffali dei prezzi lievemente più alti (in parte assorbiti dalla gdo in fase contrattuale) e sarà, quindi, interessante valutare se manterrà invariata la propensione all'acquisto. Attualmente, in Gdo, il prezzo medio/litro di un rosato fermo è di 2,27 euro mentre è di 3,08 euro quello del frizzante: "Se è incoraggiante la crescita registrata dai rosati nel 2017" sottolinea Cristoforetti "va anche detto che il prezzo in gdo è ancora basso e non costituisce un livello remunerativo per la filiera produttiva. Significa, quindi, che occorre lavorare sull'aumento del valore". Il consorzio ci sta provando. Un nuovo disciplinare (in attesa di passare all'esame del non ancora nominato Comitato vini del Mipaaf) e un cambio di stile, avviato tre anni e mezzo fa con la cosiddetta "rosé revolution", che sta conquistando la fiducia delle cantine locali: "Quando siamo partiti, una delle paure della filiera era che la Germania, tra i principali acquirenti di Chiaretto, non capisse le nostre scelte. Invece, le ha sposate in pieno e ora anche nel canale horeca quelli che compravano Bardolino ora comprano di più il Chiaretto". Sul fronte qualitativo, è in aumento il numero dei soci che producono Chiaretto da vigneti dedicati: il consorzio stima che circa il 70% del rosato gardesano in circolazione sia prodotto in base a tale scelta agronomica, che contempla rese massime di 120 quintali di uva per ettaro, indici di maturazione più bassi, acidità alte e, in cantina, una vinificazione in rosa per ottenere sfumature di colore che virano verso il litchi.

Le conseguenze delle vendite nel 2017

Lo scorso anno sono state vendute 9,5 milioni di bottiglie di Chiaretto, il 12% in più rispetto al 2016, pari al 37% del totale della denominazione. Allo stesso tempo, il Bardolino è sceso del 7,5% a circa 16 milioni di bottiglie. Essendo il Chiaretto il vino più richiesto e il più redditizio, per far fronte alla raccolta scarsa, è molto probabile (ma il dato non è disponibile nei dettagli) che i produttori abbiano deciso quest'anno di destinare le uve (soprattutto la Corvina) più alla produzione del Chiaretto che a quella del Bardolino. "Dovremo far fronte anche alle richieste in aumento da parte dei mercati stranieri. A livello internazionale le tendenze dicono che il rosato vende bene. Circa il 70% del nostro rosé viene esportato, soprattutto in Germania, e notiamo un interesse crescente del Nord Europa. Mentre per la prima volta" sottolinea il presidente Cristoforetti "stiamo vedendo i primi segnali concreti da Usa e Canada: avremo un chiaretto listato nei negozi del monopolio del Quebec". Il canale italiano dell'Horeca, infine, sta premiando la scelta stilistica della rosé revolution: "Nei ristoranti iniziamo a vedere una carta vini dedicata ai rosati, con il Chiaretto del Garda che spunta prezzi corretti intorno a 10/18 euro".

Due che brindano con calici di vino rosato

Anteprima Chiaretto di Lazise

Sul fronte Valtènesi, l'Anteprima Chiaretto di Lazise sarà l'occasione per le aziende di presentarsi al grande pubblico, in un evento che si aggiunge a Italia in Rosa, la manifestazione di Moniga del Garda prevista quest'anno dall'1 al 3 giugno prossimo, che ospiterà, stavolta, le aziende di Bardolino. Alessandro Luzzago, presidente del consorzio che ha sede a Puegnago sul Garda, parla di gemellaggio di "grande rilevanza simbolica, che prelude a una stagione di collaborazione e sinergie", soprattutto sul fronte promozionale. L'incoming di giornalisti nord americani organizzato a fine 2017 ha cementato un dialogo tra consorzi cominciato circa un anno prima. E ora le due realtà stanno pianificando iniziative comuni a Vinitaly, con due masterclass sui vini gardesani, e guardano proprio a Stati Uniti e Canada come mercato estero su cui fare marketing. I produttori della sponda bresciana del Garda, dal canto loro, sono reduci da un percorso di rinnovamento del disciplinare e dalla firma di un fondamentale patto di territorio, grazie al quale è stata ritrovata l'unità. Il presidente Luzzago sente il vento positivo del suo lago: "Siamo consapevoli che l'atmosfera per i vini rosati sia più favorevole. Le aziende stanno adottando strategie produttive che privilegiano la versione rosata, con colori più scarichi rispetto al passato". Nei numeri, la produzione di Valtenesi Chiaretto stimata per il 2017 è di 1,45 milioni di bottiglie: "Le gelate di aprile 2017 non hanno condizionato le quantità raccolte nel nostro comprensorio e pertanto" anticipa il presidente Luzzago "stimiamo che il nostro Chiaretto potrà crescere di circa il 25% nel 2018, raggiungendo volumi compresi tra 1,8 e 2 milioni di bottiglie". Altri segnali indicano che lo stato di salute anche in Valtènesi è più che buono. I prezzi delle uve, fa sapere il consorzio, hanno superato i cento euro a quintale: "Si tratta di un passo avanti importante rispetto a quotazioni che due anni fa oscillavano tra 60 e 80 euro. Inoltre" aggiunge Luzzago "il valore del vino sfuso è in crescita: lo scorso anno era di 1,5 euro/litro rispetto ai 2 euro attuali. Un bel segnale, che va di pari passo con la decisione di diverse cantine di vinificare in quantità superiori alle proprie capacità di imbottigliamento, sicure di vendere poi ad altri imbottigliatori". E il trend di crescita è tale da far stimare un ribaltamento del rapporto tra Chiaretto e gli altri vini tutelati: "Il Chiaretto potrebbe arrivare a rappresentare il 60% della produzione di tutta la Doc Valtènesi".

Il programma

La due giorni di Lazise prevede l'apertura al pubblico domenica 11 dalle 10 alle 18, mentre il lunedì 12 marzo sarà interamente riservato agli operatori di settore, dalle 14 alle 20. Ticket d’ingresso 15 euro con calice e degustazioni libere, 10 euro per i soci Ais, Onav, Fis, Slow Food, Fisar, Ristoranti Che Passione. In programma degustazioni guidate, presso la sala consiliare del Municipio del Comune di Lazise. Presenti 65 aziende per un totale di 140 rosé provenienti dalla riviera veneta e da quella lombarda. www.anteprimachiaretto.it

 

a cura di Gianluca Atzeni

foto di: www.fotocru.it

 

Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 8 marzo

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