Fisco, lavoro, imprenditoria giovanile, agricoltura commercio, made in Italy. Quali sono le proposte dei partiti che potrebbero interessare il settore della ristorazione? Nella seconda tappa della nostra analisi in tre puntate analizziamo i programmi del Centrodestra.
Dopo aver visto i programmi del Movimento 5 Stelle è il momento di affrontare le proposte della coalizione di Centrodestra, che ha depositato al Ministero degli Interni un programma condiviso da Forza Italia, Fratelli d'Italia con Meloni, Lega Nord, Noi con l'Italia: 10 punti che toccano temi differenti tra i quali non mancano voci che possono interessare – direttamente o meno - il settore della ristorazione e dell'agroalimentare. Abbiamo poi cercato, nei programmi di ognuno dei quattro partiti che formano la coalizione, le proposte (anche in questo caso, come già segnalato nel primo articolo del ciclo, talvolta si tratta di solo linee guida) in materia di agroalimentare, commercio, impresa, turismo, non abbiamo trovato invece indicazioni specifiche riguardanti la ristorazione. Ecco cosa è emerso.
Lavoro, fisco e impresa
Il primo punto è quello più sensibile alle orecchie dei cittadini: meno tasse, con una chiave che il programma esteso di Forza Italia (una sorta di abecedario del programma politico) recita: “meno tasse sulle imprese, meno tasse sulle famiglie, meno tasse sul lavoro uguale più consumi, più produzione, più posti di lavoro”.Sulla Flax tax per famiglie e imprese (che vede uniti i tre partiti) molto si è parlato e molto si è discusso, Fratelli d'Italia propone anche una “Flat tax ridotta solo alle imprese che producono in Italia con manodopera locale”. Ma non è la sola voce nell'ottica (e di nuovo citiamo il programma di Berlusconi) di “eliminare l'oppressione burocratica e fiscale che strangola le imprese italiane”. Si fa infatti riferimento ai contribuenti più deboli con l'introduzione del“principio del divieto di tassazione (tra cui anche Irap e Imu) in assenza di reddito”, della“pace fiscale per i piccoli contribuenti in difficoltà economica” oltre che il “pagamento immediato di tutti i debiti della Pubblica amministrazione nei confronti di cittadini e imprese”. Alla reintroduzione del concordato preventivo per imprese e professioni (Noi con l'Italia). In ultima: Giorgia Meloni propone una “Tassa sui rifiuti calcolata in base alla qualità e alla quantità dei rifiuti prodotti per rafforzare la raccolta differenziata” mentre dalle pagine di Forza Italia arriva la proposta di uno sgravio fiscale contributivo totale per i primi 6 anni per le aziende che assumano disoccupati con contratti a tempo indeterminato.
Impiego e impresa giovanile
Nel decalogo si parla, genericamente, di “piena occupazione per i giovani attraverso stage, lavoro e formazione” ma senza specificare in che modo. Dalle pagine di Forza Italia la proposta di estendere i benefici per le start up innovative alle imprese realizzate da under 35 mentre Fratelli d'Italia proporre “zero tasse per le imprese giovanili”,sottolinea l'esigenza di un “efficientamento del percorso formativo per rendere competitivi i giovani italiani rispetto ai loro coetanei europei”, e propone un “Sostegno all’autoimpiego e allo sviluppo di incubatori imprenditoriali e professionali” insiemea generici incentivi all’occupazione giovanile. Da Noi con l'Italia la proposta di una defiscalizzazione per 10 anni sia per le start up che per gli investitori. Dalla Lega Nord l'idea di favorire gli investimenti in imprese giovani, innovative e tecnologiche agendosu due direttrici “far fluire più capitale privato al settore dell’imprenditoria giovanile mediante obblighi di legge che prevedano un investimento minimo di alcuni punti percentuali (in uno spettro compreso tra il 3% e il 5%) in questo settore per i Piani Individuali di Risparmio (PIR) e per i fondi pensione italiani” e “prevedere decontribuzioni di almeno il 50% sul costo del lavoro per le assunzioni fatte da start up innovative su un orizzonte di 5 anni”.
Sburocratizzazione, costo del lavoro e condizioni di lavoro
Per Giorgia Meloni serve “Meno burocrazia, semplificazione normativa e della macchina amministrativa”, Salvini lancia l'idea di uno Sportello Unico Autorizzativo per ottenere più autorizzazioni in un unico ufficio, contribuendo a un risparmio di tempo e costi per chi intende avviare un’attività in proprio. Noi con l'Italia punta sulla concessione del credito d’imposta alle imprese, e la semplificazione e revisione delle leggi su imprese, lavoro, ambiente e PA, su una nuova normativa sui tempi di pagamento dei fornitori (collegati alla consegna del bene o servizio e non alla fatturazione). Senza dimenticare il sostegno alle Pmi per il rinnovamento dei loro processi di produzione (previsto da Salvini), e la “facilitazione di accesso al credito per le piccole e medie imprese”.
Parla di costo del lavoro, Matteo Salvini, da uniformare alla media europea “per rendere più competitivo il nostro mercato del lavoro”, ma anche da semplificare in termini burocratici e fiscali (anche attraverso la digitalizzazione) “prevedendo un’unica imposizione per consentire alle imprese di sapere immediatamente quale sia il costo del dipendente”, sarà poi lo Stato a suddividere le relative quote. Fratelli d'Italia propone una “super deduzione del costo del lavoro per le imprese ad alta intensità di manodopera, e incentivo alla partecipazione dei lavoratori agli utili d’impresa come miglior antidoto alla delocalizzazione”. Nel programma della Lega si legge dell'introduzione di una card nominativa di lavoro saltuario e temporaneo (in sostituzione di quelle attuali e dei vecchi voucher che invece Noi con l'Italia punta a ripristinare) “dove i committenti accreditano per via telematica i compensi relativi alle prestazioni effettuate, e i lavoratori titolari potranno utilizzare per acquisti e pagamenti come una qualunque tessera bancomat o post- pay”.
La Lega Nord lancia l'introduzione del salario minimo orario indipendentemente dai contratti nazionali e da quanto concordato dalle parti sociali, anche come misura di contrasto a falsi stage, tema caldo del settore della ristorazione. Salvini parla anche del lavoro domenicale o festivo che “non può essere imposto dal datore di lavoro, ma deve essere un’esclusiva libera scelta del lavoratore (e per non più di due domeniche al mese) che dovrà essere adeguatamente remunerato per aver rinunciato al riposo” voce che ci piacerebbe confrontare con lo specifico settore della ristorazione, che di domeniche e festivi lavorativi vive.
Commercio su strada e non
Giorgia Meloni richiede una “difesa del piccolo commercio” di“fermare il racket dell’abusivismo commerciale e dei capannoni-laboratorio clandestini soprattutto cinesi”, e al contempo una “clausola per bloccare accordi e direttive nocivi per l’Italia a cominciare dalla Bolkestein” obiettivi - talvolta in contrasto tra di loro - che ci pare possano far parte di una riflessione comune. Sempre a proposito di Bolkestein (e in suo contrasto) nel programma della Lega si legge “Sarebbe utile introdurre un doppio canale per le gare che affidano in gestione i servizi pubblici”per disciplinare“da una parte le aree già disponibili per le quali già si eseguono le aste per l’assegnazione, e dall’altra quelle sulle quali insistono già le aziende che, invece, sono meritevoli di untrattamento particolare in ragione della necessità di tutelare il loro legittimo affidamento nella disciplina previgente”. Dunque ancora un'opposizione alla direttiva che ha fatto scendere in piazza gli ambulanti e che punta a ristabilire concorrenza (e magari qualità) in un settore che necessita di profonde riforme. Non senza una rforma delle Camere di Commercio (proposta Noi con l'Italia che punta a un maggior sostegno alle microimprese (potenzialmente quelle artigiane).
“Abolire l’Imu sui negozi sfitti e sui fabbricati destinati alla produzione di beni e servizi di commercianti, artigiani e piccole e medie imprese” è la ricetta di Salvini per il commercio, insieme a quella, condivisa dall'intera coalizione, della “abolizione del limite all’uso del contante” segna un solco con quanto proposto dai 5 Stelle che invece spingono verso forme di pagamento elettronico.
Europa e Made in Italy
“Tutela degli interessi italiani a partire dalla sicurezza del risparmio e della tutela del Made in Italy, con particolare riguardo alle tipicità delle produzioni agricole e dell’agroalimentare” a partire da questa voce, nel punto 3. Meno vincoli dall'Europa (Europa che Silvio Berlusconi, nel suo manifesto definisce “un progetto cui non si può rinunciare” mentre Salvini ne ipotizza l'uscita) si sviluppano poi le varie proposte: Fratelli d'Italia chiede la “ridiscussione di tutti i trattati UE a partire dal fiscal compact e dall’euro” (in modo simile anche Noi con l'Italia) il lavoro e lo sviluppo, l’immigrazione, la sicurezza e la difesa comune;e, in buona sostanza,“Più politica e meno burocrazia in Europa”.Un tema che Giorgia Meloni affronta a più riprese, con molte linee programmatiche e meno punti concreti: “Politica economica basata sulla difesa del lavoro, dell’industria e dell’agricoltura italiani da concorrenza sleale e direttive UE penalizzanti” sostegno alla produzione industriale e agricola “riconoscibile come marchio Italia e graduale riconversione della produzione esposta alla concorrenza indiscriminata”,generico sostegno – infine – si prospetta a chi non delocalizza all’estero, alle Pmi e all’artigianato di qualità come caratteristica della forza produttiva italiana.
La Lega Nord chiede più chiarezza nelle etichettature e maggiore tracciabilità degli alimenti, e “un nuovo approccio in Europa sugli accordi di libero scambio con i Paesi terzi” lamentando l’impatto del libero scambio sull'occupazionale, parla di “invasione a dazio zero di materie prime agricole in cambio dell’esportazione di prodotti trasformati (a vantaggio di un’industria agroalimentare non sempre attenta all’utilizzo di materia prima nazionale)”. Mentre Noi con l'Italia propone Certificazioni Europee DOC e IGP a tutela dell’artigianato artistico, sul modello dell’agricoltura.
Turismo, cultura, ambiente
L'ultimo punto del decalogo condiviso dalla coalizione,sotto il titolo di “Più tecnologie, cultura e turismo. Tutela dell'ambiente, efficientamento energetico” riunisce diversi punti, per molti versi interessanti per i pubblici esercizi. Tra questi si legge: sviluppo e promozione di cultura e turismo, tutela dell'ambiente (in entrambi i casi corroborati dalla proposta nel punto 4 di un “piano straordinario di riqualificazione delle periferie, restauro delle coste e dei siti di interesse monumentale” anche attraverso la sostituzione edilizia”), diffusione delle infrastrutture immateriali (che potrebbero operare in direzione di una maggiore agilità nella relazione tra cittadini o imprese e amministrazione superando uno dei grandi), digitalizzazione della Pubblica amministrazione, un “migliore utilizzo delle risorse per le nuove tecnologie per tutto il sistema delle imprese, con particolare riferimento alle piccole e medie”, e sostegno alle start-up innovative, anche attraverso la semplificazione del crowdfunding.
La Lega punta sul turismo come su uno dei settori con maggiori potenzialità per l'impiego giovanile con la proposta di “defiscalizzare per almeno 2 anni la loro assunzione da parte di tour operator, villaggi turistici e hotel”. Non solo: propone ilriordino degli istituti alberghieri statali con la loro trasformazione in College Specialistici (sul modello svizzero e francese) accessibili previo esame attitudinale, con insegnamento relativo alla Teoria e Pratica di tutte le materie specialistiche da parte di “docenti con documentata ed esclusiva esperienza in ambito Alberghiero, di Ristorazione e Servizi annessi”; l’inserimento delle materie atte a sviluppare capacità di analisi gestionale e imprenditoriale; la detassazione delle cifre investite in formazione da parte di aziende in ambito F&B per la promozione della cucina italiana e la tutela dei prodotti italiani.
Agricoltura e pesca
È la Lega che si pone l'obiettivo di incidere nella Politica Agricola Comunitaria per difendere la dotazione della Pac e gli aiuti all'Italia, di aumetarne l'efficacia (Noi con 'Italia) di semplificarne l'accesso e ampliare e le deroghe alle regole di mercato, che “oggi disegnano un panorama dove il concetto di 'qualità' viene pesantemente penalizzato” e che per questo la Lega intende modificare. Chiede – senza ulteriori specifiche - una “nuova presenza del Governo italiano a Bruxelles per riformare la politica agricola e alcune delle regole del mercato interno”. Così come chiede un nuovo assetto del Ministero delle Politiche Agricole,“da prettamente 'agricolo' a uno che possa abbracciare parte degli ambiti di azione dello Sviluppo Economico (quelle legate all’agroalimentare)” così, spiegano, potrebbe svolgere un ruoloper la promozione della parte del settore più virtuosa, conincentivi (compatibilmente con le norme europee) e coordinamento nell’attività di promozione. Si legge, inoltre, che “anche ogni nuova attività di promozione che volesse, supportare una “certificazione made in Italy” potrebbe essere credibile, attenta ad evitare i tanti fallimenti estemporanei del passato e compatibile con le norme che regolano i prodotti di qualità”rimandando, di fatto, la palla a una eventuale e non ben definita iniziativa istituzionale.
In difesa dei pescatori italiani si schiera Matteo Salvini contro le direttive Ue che impongono il fermo pesca “ponderati” si legge “su base burocratica e non scientifica”come quelli “insensati” sulla pesca del bianchetto, delle vongole e altre specie ittiche “oppure l’ingiusta ripartizione delle quote riservate alla pesca del tonno rosso”. Francamente una posizione che ci pare in conflitto con tutte le pratiche di tutela dei mari e della loro popolazione di cui, fino a oggi, siamo venuti a conoscenza nel nostro lavoro.
Elezioni politiche 2018: Le proposte su ristorazione, cibo e vino da parte dei 5 Stelle
a cura di Antonella De Santis